. Vocabolo turco osmanli significante "festa" (ll nel nuovo alfabeto latino-turco del 1928 bayram) e da circa due secoli comune anche nei libri occidentali per designare due delle principali feste del [...] calendario musulmano: il "grande bairām" (in turco qurbān-bairāmī "festa dei sacrifizî rituali", in arabo al-‛īd al-kabīr "la grande festa" o ‛īd al-aḍḥà "la festa dei sacrifizî rituali") ricorrente nel ...
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lettera
léttera [Der. del lat. littera] [INF] Ciascuno dei segni di un alfabeto. ◆ [ALG] [ANM] Simb. di un numero indeterminato (ma talora anche determinato: per es., e=exp1) o di una funzione o di una [...] grandezza (→ anche letterale: calcolo l.). ◆ [ALG] L. funzionali, predicative, proposizionali: v. logica: III 484 c, 483 c. ◆ [INF] L. terminale: v. automi, teoria degli: I 331 e ...
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Città della Turchia, capoluogo del vilāyet omonimo; secondo il censimento del 1927 il vilayet conta 399.492 ab. (su una sup. di 13.655 kmq.); la città 61.451 ab. In seguito allo scambio delle popolazioni deciso a Losanna nel 1923, i Greci di Brussa emigrarono; al loro posto subentrarono profughi (muhāgir) turchi della Macedonia.
Brussa è costruita sopra un piccolo altipiano, ai piedi del monte Olimpo ...
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Forma abbreviata, di uso comune, dell’espressione cinese Hanyu pinyin fang´an («schema di alfabeto fonetico della lingua cinese»). Tale schema, composto di 26 lettere appartenenti all’alfabeto latino, [...] ratificato dall’Assemblea nazionale della Repubblica Popolare di Cina l’11 febbraio 1958, ha lo scopo di rendere la pronuncia (sulla base della lingua cinese comune o putonghua) dei caratteri che compongono ...
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grammatica
grammàtica [Lat. grammatica, der. del gr. grammatikè (téchne) "(arte delle) lettere dell'alfabeto (grámma)"] [INF] Il complesso delle norme che definiscono un linguaggio informatico, spesso [...] con opportune qualificazioni (g. generativa, g. trasformazionale, ecc.): per es., v. automi, teoria degli: I 331 c ...
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La nozione di a. consiste specificamente nella distribuzione della capacità di scrivere e di leggere nelle diverse età e società dalle origini della scrittura sino ai giorni nostri; in quanto tale essa [...] e usabile. Nell'ambito della civiltà greca, che cominciò ad adottarla dal 9° od 8° secolo a.C., la scrittura alfabetica conobbe una diffusione urbana relativamente estesa, come uso e come funzioni, soltanto dalla seconda metà del 5° secolo a.C. Dall ...
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concatenazione
concatenazione in logica, operazione tra stringhe (o parole) costruite a partire da un alfabeto A di caratteri, che associa a due qualsiasi stringhe α e β la stringa αβ ottenuta giustapponendo [...] (cioè concatenando) la seconda alla prima. Si consideri per esempio l’alfabeto che ha come simboli i numeri naturali minori di 10: A = {1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9}; concatenando la stringa 2468 dei numeri pari con la stringa 13579 dei dispari, si ...
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Storico armeno (sec. 5º), autore di una biografia del suo maestro Maštoch, inventore dell'alfabeto armeno; lo scritto di K. ha una notevole importanza per la narrazione di tale invenzione. ...
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csi
csi (o xi) [s.m. o f.] [LSF] Nome della 14a lettera dell'alfabeto greco: minusc. ξ, maiusc. Ξ. ◆ [FSN] (a) Ξ è il simb. di una classe di barioni, detti anche iperoni, con stranezza S=-2 e spin isotopico [...] I=1/2 (v. adroni: I 54 d e particelle strane: IV 490 c), comprendente, come capostipite, il doppietto Ξ0, Ξ- e poi risonanze adroniche di massa maggiore, come la Ξ(1530), ecc. (il numero tra parentesi ...
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alfabeto
alfabèto s. m. [dal lat. tardo alphabetum, gr. tardo ἀλϕάβητος, comp. dei nomi delle due prime lettere ἄλϕα e βῆτα]. – Complesso di segni, ciascuno dei quali indica un suono consonantico o vocalico di una lingua determinata o di un...
alfabeta
alfabèta agg. e s. m. e f. [tratto da analfabeta, cui è contrapposto] (pl. m. -i), burocr. o letter. – Chi sa leggere e scrivere, chi non è analfabeta: o tribù di lettori fino a un certo segno alfabeti, ascolta (Carducci).