In matematica, un polinomio, in una o più variabili, con coefficienti reali, si dice i. nel campo reale se esso non si può decomporre nel prodotto di due o più polinomi (non ridotti a delle costanti), [...] 0 si dice i. in un dato campo K se tale è il polinomio f(x); e analoga definizione vale per le equazioni algebriche in più variabili. Una curva algebrica piana si dice i. se tale è la sua equazione f(x, y)=0; ciò equivale al fatto che la curva non si ...
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Matematico russo (n. Simferopol´ 1937 - m. 2023). Ricercatore dell'istituto Steklov di Mosca (1960-91), professore nell'Università statale di Mosca (1965-91) e nel Max-Planck-Institut für Mathematik a [...] opere: Quantum groups and noncommutative geometry (1988); Elementary particles (in collab. con I. Y. Kobzarev, 1989); Linear algebra and geometry (in collab.con A. I. Kostrikin, 1989); Frobenius manifolds, quantum cohomology, and moduli spaces (1999 ...
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risultante
risultante in algebra, funzione dei coefficienti di due polinomi definiti su uno stesso campo K
e a valori nel campo di definizione, il cui annullarsi fornisce una condizione necessaria [...] comuni. Se α1, ..., αn sono le n radici di a(x) e se β1, ..., βm sono le m radici di b(x) nella chiusura algebrica di K, allora il risultante di a(x) e b(x) è definito come
Un’espressione del risultante in funzione dei coefficienti dei polinomi a(x ...
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Tits, Jacques
Tits, Jacques. – Matematico francese di origine belga (n. Uccle 1930). Professore alle università di Bruxelles (1962) e di Bonn (1964), e al Collège de France (1973-2000), ha dato importanti [...] il premio Abel nel 2008. Ha introdotto il concetto di edificio di T., che codifica in termini geometrici la struttura algebrica dei gruppi lineari, e ha formulato l’alternativa di T., teorema secondo il quale ogni gruppo lineare finitamente generato ...
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Matematico tedesco (Stoccarda 1859 - Lipsia 1937), prof. alle univ. di Gottinga, Tubinga, Königsberg e Lipsia. Insigne cultore della teoria dei gruppi finiti, completò un teorema di C. Jordan, dimostrando [...] serie di composizione (teorema di Jordan-H., 1889). Nella teoria delle funzioni dimostrò che la funzione Γ non soddisfa ad alcuna equazione differenziale algebrica. Sono legati al suo nome il coefficiente (o esponente) e la disuguaglianza di Hölder. ...
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In fisica delle particelle elementari, denominazione degli adroni (cioè delle particelle soggette all’interazione forte ➔ forti, interazioni) con spin semintero. Sono b. i protoni, i neutroni, gli iperoni [...] stesso, −1 a ogni antibarione (antiparticella dei b.), zero a ogni altra particella ed effettuando infine la somma algebrica. Il principio di conservazione del numero barionico afferma che in ogni reazione nucleare e in ogni interazione di particelle ...
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Plucker Julius
Plücker 〈plü´kër〉 Julius [STF] (Elberfeld 1801 - Bonn 1868) Prof. di matematica nell'univ. di Halle (1834), poi di matematica e fisica nell'univ. di Bonn (1837). ◆ [ALG] Formule di P.: [...] n, la classe m e i numeri δ dei nodi, k delle cuspidi, τ delle bitagenti, i dei flessi di una curva algebrica piana irriducibile, avente come punti multipli soltanto punti doppi e come tangenti multiple soltanto bitangenti e tangenti di flesso: m=n(n ...
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LETTERALE, CALCOLO
Giovanni LAMPARIELLO
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Si dice anche calcolo algebrico, ed è quell'insieme di convenzioni e di regole, con cui si estendono le operazioni dell'aritmetica ai numeri rappresentati [...] considerate.
Ogni scrittura, che indichi il risultato di una o più operazioni da eseguirsi su lettere, si dice espressione letterale o anche algebrica.
La somma di due numeri a, b s'indica con a + b, la differenza con a − b; e così il prodotto con ...
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Levi
Levi Beppo (Torino 1875 - Rosario, Santa Fe, 1961) matematico italiano. Laureatosi a Torino nel 1896 con C. Segre, lavorò poi con V. Volterra e approfondì i lavori di E. Noether estendendo alle [...] , che furono al centro dell’attività scientifica di Levi, la quale precorse e accompagnò l’impetuoso sviluppo della geometria algebrica. In analisi, definì in particolare la proprietà di convergenza monotona che porta il suo nome (si veda: → Lebesgue ...
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trasformata
trasformata [s.f. dall'agg. trasformato, part. pass. di trasformare, der. del lat. transformare "cambiare la forma", comp. di trans- "trans-" e formare "dare forma"] [ANM] Di una funzione [...] , e dotata di particolari proprietà, per es., quella di potere ridurre tramite essa un'equazione differenziale in un'equazione algebrica; per ogni t. è definibile una t. inversa, o antitrasformata, che riproduce la funzione dalla t. di essa. ◆ [ANM ...
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algebra
àlgebra s. f. [dal lat. mediev. algebra, e questo dall’arabo al-giabr, propr. «restaurazione», e quindi «riduzione» (dapprima nel sign. medico-chirurgico, e poi in quello matematico), che compare la prima volta in un trattato arabo...
algebraico
algebràico agg. [der. di algebra] (pl. m. -ci), ant. – Algebrico: più quantità complesse a. ammettono un comune divisore (Beccaria); gli uomini del dì d’oggi vogliono dappertutto analisi, dimostrazioni e ciffre a. (A. Verri).