La coesione di un testo è la proprietà che si manifesta precipuamente nella forma di un sistema di reti di collegamenti linguistici tra le frasi, che indicano dipendenze e sintonie interpretative di particolari [...] segnalando l’unità e la continuità delle entità e degli eventi via via evocati, sono chiamati anafore (o espressioni anaforiche). Dal punto di vista grammaticale, appartengono alla classe dei sintagmi nominali, dei sintagmi aggettivali, dei sintagmi ...
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Rettorica [sempre -tt- secondo la grafia medievale, con etimo sentito da rector, non da rhetor; francese, infatti, rect]
Francesco Tateo
Ricordata da D. fra le sette scienze del Trivio e del Quadrivio [...] poema, vedremo che alla ricerca vigile e costante dell'ornatus, in cui predominano le ripetizioni, le paronomasie, i parallelismi, le anafore, e in cui la transumptio e la perifrasi (v.) rendono sempre complessa la frase e difficile il discorso, fa ...
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canzone
Ignazio Baldelli
Raffaello Monterosso
La teorizzazione dantesca della c. nel De vulg. Eloq. appare essere la sublimazione teorica della fase lirica che va dall'ideale retorico di fusione linguistica [...] due precedenti è Quantunque volte, lasso!, mi rimembra (AbC, AbC, CDEeDFF; XXXIII 5 ss.); e anche qui sono reperibili significative anafore, dolente, dolore, dolorosa, vv. 3, 4, 5 (con l'allitterazione donna: dolente), e fin rime ricche nei due versi ...
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Gregorio I, santo
Sofia Boesch Gajano
Nacque a Roma poco prima della metà del sec. VI, da famiglia appartenente all'élite sociale romana - "de senatoribus primis" lo definisce Gregorio di Tours -, quell'aristocrazia [...] opere di G. - frequenti riferimenti alla Sacra Scrittura e uso di figure retoriche, come metafore, antitesi, anafore, rime, parallelismi -; e lettere amministrative, relative cioè al governo della Chiesa, all'amministrazione dei suoi possedimenti ...
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rima
Ignazio Baldelli
1. Nel De vulg. Eloq., D. rimanda la trattazione sistematica sulla r. al quarto libro dell'opera, non più portata a termine. Tuttavia alcune cose afferma nella parte che tratta [...] morti e i vivi parean vivi / non vide mei di me chi vide il vero, Pg XII 67-68.
Rilevante la risposta di Catalano, con l'anafora della parola tronca in r.: E 'l frate: " Io udi' già dire a Bologna / del diavol vizi assai, tra' quali udi' / ch'elli è ...
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Romanzo
Philippe Hamon
Jean-Pierre Morel
di Philippe Hamon, Jean-Pierre Morel
Romanzo
sommario: 1. Introduzione: racconto fantastico, letteratura, romanzo. 2. Il romanzo come enunciato. a) Il romanzo [...] di personaggi omonimi (i Quentin nel romanzo The sound and the fury di W. Faulkner), o le perturbazioni del sistema anaforico in certi nouveaux romans (Robbe-Grillet), in cui pronomi maschili (egli/a lui/quello lì, ecc.) seguono la menzione di ...
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anafora
anàfora s. f. [dal lat. tardo anaphŏra, gr. ἀναϕορά «offerta» e «ripetizione»]. – 1. In origine, il pane offerto per la celebrazione eucaristica; quindi, nelle liturgie orientali, la parte principale della celebrazione stessa, cui...
anaforico
anafòrico agg. [dal lat. tardo anaphorĭcus, gr. ἀναϕορικός, der. di ἀναϕορά «anafora»] (pl. m. -ci). – 1. Di anafora, come termine della retorica: costrutto a., quello in cui le proposizioni o i versi incominciano con una o più parole...