Arcivescovo melchita (Damasco 1648 - ivi 1723) di Sidone e Tiro (1683), fu anche amministratore (1701) dei cattolici melchiti nel patriarcato di Antiochia. Favorevole all'unione con Roma, intraprese riforme [...] liturgiche eccessive nel senso del rito latino, poi non approvate da Roma. Scrisse, oltre lettere e trattati, un'opera ispirata dal suo maestro gesuita, J. Queyrot, sugli elementi comuni nelle chiese occidentale ...
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Scultore greco figlio di Diogene, da Docimio in Frigia, attivo nel periodo romano, autore di una statua frammentaria di Zeus in trono da Antiochia in Pisidia, ora nel museo di Konya. Un altro scultore [...] di questo nome, da Atene, figlio di Mela, era attivo a Delo alla fine del sec. 2º a. C ...
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Monaco (n. Pretorio, presso Agrigento, metà del 6º sec.); dopo essere stato a Cartagine, in Palestina (qui in un monastero di sabaiti), ad Antiochia e Costantinopoli, fu a Roma nel monastero di S. Saba. [...] Nominato vescovo di Agrigento prima del 591, lo era ancora nel 603. Delle sue opere resta soltanto un commento in greco all'Ecclesiaste. Venerato nella Chiesa orientale, è ricordato nel Sinassario costantinopolitano ...
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Scultore, scolaro di Lisippo, nato a Sicione: Plinio lo nomina fra gli artisti della 121a Olimpiade (296-292 a. C.). Eseguì infatti per Antiochia sull'Oronte, fondata nel 300 a. C., la colossale statua [...] in bronzo della Tyche (personificazione della città), che conosciamo dalle monete locali, da una statuetta di Budapest e da quella dei Musei Vaticani. Questa siede sulla roccia e poggia un piede sulla ...
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1. Venerato con Filadelfio e Cirino a Lentini, il 10 maggio. 2. A. o Alfeo (Alphaeus) con Mario, Alessandro, Nicone e altri, venerato ad Antiochia di Pisidia, il 28 sett. Gli atti di entrambi sono poco [...] attendibili ...
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Vescovo di Colonia (1a metà sec. 4º). Per incarico del concilio di Sardica (343-44) si recò (344), con Vincenzo vescovo di Capua, in Antiochia a perorare presso Costanzo la causa di Atanasio. Secondo tardivi [...] atti (sec. 10º) di un presunto concilio di Colonia (12 maggio 346), qui sarebbe stato deposto sotto accusa di arianesimo ...
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1. Vescovo (m. 330 circa) di Treviri presente al concilio di Arles del 314. Una leggenda del secolo 11º ne fa un patriarca d'Antiochia, trasferito, da papa Silvestro, su domanda di s. Elena, a Treviri, [...] ove avrebbe edificato chiese, portato i corpi di s. Lazzaro e s. Marta e reliquie della vera Croce e dell'ultima Cena, ottenendo privilegi per la sua chiesa; tale leggenda è probabilmente da collegare ...
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Uno dei primi compagni di Maometto (m. 639 d. C.); comandante in capo del corpo di spedizione musulmano, sotto il califfo ῾Omar, conquistò Damasco, Ḥimṣ, Antiochia, Aleppo, ecc.; in questa campagna morì [...] di peste ...
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Martire (sec. 3º-4º), ricordato dallo storico Eusebio di Cesarea come diacono di una chiesa di Cesarea. All'inizio della persecuzione dioclezianea (303), trasferitosi ad Antiochia, fu arrestato mentre [...] distoglieva i cristiani dal recarsi al tempio pagano per sacrificare agli idoli. Trascinato al cospetto dello stesso Diocleziano, allora in città, ebbe mozza la lingua e fu ucciso in carcere fra tormenti. ...
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Vescovo (378) di Berea di Siria (m. centenario o più, 433 circa). Combatté Apollinare di Laodicea, partecipò al concilio di Costantinopoli (381), sostenne Flaviano di Antiochia, per cui papa Damaso lo [...] escluse dalla comunione; vi fu riammesso da Innocenzo I, che gl'impose di ristabilire nei dittici il nome di S. Giovanni Crisostomo, da A. fieramente avversato nel sinodo della Quercia (403) ...
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antiocheno
antiochèno agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Antiochenus]. – Di una delle città denominate Antiochia, abitante di Antiochia; spec. con riferimento ad Antiochia di Siria e alle sue vicende nella storia cristiana: il cristianesimo a.;...
patriarca
patrïarca s. m. [dal lat. tardo patriarcha, gr. πατριάρχης, comp. di πατριά «stirpe, tribù, famiglia» e -άρχης «-arca»] (pl. -chi). – 1. In senso ampio e generico, e con riferimento al più antico ordinamento sociale, il capo di una...