«Il racconto della realtà ha un cuore antichissimo. […] Il metodo è la cronaca, il fine è la letteratura». Con queste parole Roberto Saviano illumina la narrativa non fiction: «un genere letterario che [...] le forme, gli esiti e il linguaggio di un Provenzano scrivente, la sua κοινή διάλεκτος (una lingua comune), mostra gli strumenti del mestiere di scrittore e la sua visione letteraria. Di antropologia mafiosaVoi non sapete si presenta come un ...
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Sino a una quindicina di anni fa, la lingua della stand-up comedy era, anche in Italia, l’inglese. Ora, però, non è più così: da importatori di prodotti sottotitolati – pur conservando la dicitura anglosassone [...] come uno sciamano] forza i confini del dicibile […], traffica con tutte le zone dellinguaggio circondate dall’aura della reverenza, si , esponendosi a un possibile rifiuto: tornando all’antropologia, «per propiziare questa evocazione degli spiriti e ...
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Della pubblicità, in genere, si parla male. Non esiste settore di attività professionale più bistrattato. Per farsene un’idea si apra un qualsiasi saggio di sociologia, di estetica, di filosofia politica. [...] riscattare con il giusto prodotto. Di questa sofisticata antropologia culturale, che si compiace di dissimularsi nell’uso stesso modo. Problema di linguaggio? Una soluzione troppo rapida di questa formulazione del problema porta allo slogan ...
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«È enorme la vita. Ti ci perdi dappertutto».Questa l’epigrafe di Louis-Ferdinand Céline posta in testa a Parthenope, decimo film del regista premio Oscar Paolo Sorrentino, dedicato alla “città nuova”, [...] facendosi afoni. Un linguaggio per dialogareIl linguaggio di Sorrentino è invece del tutto originale, cos’è l’antropologia?». Ed è rincorsa da domanda altra, in un gioco di specchi, lungo la schiena dello spettatore e del regista stesso, mai ...
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Siamo abituatissimi a digitare sulle tastiere di computer e smartphone. Non siamo più abituati a scrivere a mano: tanti non ci riescono più o quasi. Cosa stiamo perdendo? Per capirlo, può aiutarci questa [...] quello orale».La "semplificazione” della struttura dellinguaggio, che caratterizza la comunicazione sui social, è meglio di no, Lingua italiana,Treccani.itCardona, G. R., Antropologia della scrittura, Torino, UTET, 2009.Carozzi, I., I sei fascicoli ...
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Per la stesura di questo breve articolo, mi sono aggrappato a due specifiche frasi che mi hanno fatto da guida nell’elaborazione del mio pensiero e che hanno definito anche il titolo dello stesso. Cercherò [...] “esame di realtà”.Il pensiero concreto, sia nell’antropologia che negli studi di Piaget e di Jaspers, rappresenta di adottare e di richiamare alla mente un senso simbolico dellinguaggio, preferendo forme che risultassero sempre più rigide e, appunto ...
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Per Cesare Pavese, nato e cresciuto nelle Langhe, tra colline e vigneti, il mare non costituisce un’immagine-simbolo scaturita dalle esperienze dell’infanzia, come lo sono invece il prato, la casa, la [...] meglio il Po. Ma a parte il nuotare, che del resto è già finito, trovo indegno della gravità di uno di qualcosa di grosso. È un nuovo linguaggio. Al dialettale e al calligrafico colto, aggiunge nonché di testi di antropologia e psicanalisi), ma anche ...
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Fabio MoliterniFinzioni meridionali. Il Sud e la letteratura italiana contemporaneaRoma, Carocci, 2024 All’alba zio Pino si aggravò, allora l’ex colonnello prese il coraggio a due mani, si avvicinò per [...] del rifiuto della «tomba di famiglia», poi, evoca un’antropologia o un’etnografia deldel rimorso, Milano, il Saggiatore, 2013 (presentazione di C. Gallini).De Mauro, T., Pasolini: dalla stratificazione delle lingue all’unità dellinguaggio, ...
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antropologia
antropologìa s. f. [comp. di antropo- e -logia]. – In senso ampio, scienza dell’uomo, che si concreta come concezione, teoria, programma di ricerche sull’uomo, visto come soggetto o individuo, oppure in aggregati, comunità, situazioni....
stòria (ant. o letter. istòria) s. f. [dal lat. historia, gr. ἱστορία, propr. «ricerca, indagine, cognizione» da una radice indoeur. da cui il gr. οἶδα «sapere» (e ἴστωρ «colui che sa») e il lat. vid- da cui vĭdēre «vedere»]. – 1. Esposizione...
La pragmatica è il settore degli studi linguistici e semiotici che si occupa del rapporto fra i segni e i loro utenti, ovvero dell’uso dei segni, che ha sempre luogo in un contesto. Preannunciata dal filosofo americano Charles Morris negli anni...
Antropologia e linguistica
Modo di rappresentare visivamente, attraverso tracce grafiche, i segni linguistici o le loro sequenze.
Nei segni linguistici si distinguono un significante e un significato; le forme più primitive di s. si fondano...