Prima di tutto altrettanto nel testo in questione è un avverbio con l'accezione di 'ugualmente, nella stessa quantità o misura'. Se mettiamo un avverbio tra un articolo e il nome col quale l’articolo si deve accordare, riconosciamo per l'appunto il ...
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La prima regola, intanto, è che qual è si scrive senza apostrofo, anche se ci sarebbero fondati motivi per ammetterne l'uso: ma tant'è, oggi funziona così ed è meglio non sottoporsi alla sanzione sociale, [...] che sarebbe severa. Anche la faccenda del pl ...
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L'aggettivo e sostantivo ermafrodita è di genere grammaticale maschile. Quindi, scriveremo un ermafrodita senza apostrofo. La forma ermafrodita con la -a finale si spiega per analogia con i numerosi nomi [...] uscenti in -ita riferiti a persona, come cosm ...
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Francamente, qual'è è analogicamente - e in modo comprensibile - attratto nella sfera dei preponderanti fenomeni dell'elisione, nonostante si sia in presenza di un'apocope non segnalata con l'apostrofo. [...] Fino a quando, però, prevarrà la sanzione soci ...
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Punto primo: non bisogna lasciare spazi tra l'apostrofo e la parola successiva. Punto secondo: citiamo dalla Grammatica italiana on line della Treccani: «Devono essere sempre tre e, nella maggior parte [...] dei casi, si attaccano alla parola che li prece ...
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Troppi dubbi amletici. Basta mettere l'apostrofo: poiché chi parla è una donna, l'articolo indeterminativo è una, che davanti a parola cominciante per vocale normalmente si elide (un'incivile). Una incivile [...] è variante comunque corretta. ...
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Suggeriamo proprio questo, cioè di non creare nella grafia qualcosa che non corrisponde alla realtà dei suoni. Pronunciamo articolo e nome come un'unità fonica in cui non ha luogo alcuna separazione tra gli estremi vocalici ai confini delle parole, ...
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L'osservazione del nostro lettore è interessante per due motivi: 1) Perché pone la questione della qualità degli standard di formattazione dei dispositivi multimediali che incorporano programmi di scrittura; 2) perché, a partire dall'esempio concret ...
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Si tratta di due questioni diverse ma connesse.Prima questione. Sul sostantivo di uso ormai letterario dì 'giorno', vivo probabilmente nella lingua comune soltanto nella locuzione avverbiale di tono scherzoso da quel dì 'da molto tempo', l'accento g ...
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To' si scrive in effetti con l'apostrofo, che segnala l'apocope (o troncamento), cioè la caduta, in questo caso, della sillaba finale. Non sempre, però, in italiano, l'apocope è segnalata dall'apostrofo, [...] ahinoi (si pensi a quale e buono in qual buon ...
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apostrofo
apòstrofo s. m. [dal lat. tardo apostrŏphus, gr. ἀπόστροϕος, propr. «vòlto indietro», der. di ἀποστρέϕω «volgere altrove»]. – Segno grafico in forma di virgoletta (’), che nell’ortografia italiana si adopera normalmente per indicare...
apostrofare1
apostrofare1 v. intr. e tr. [dal lat. tardo apostrophare, der. di apostrŏphe «apostrofe»] (io apòstrofo, ecc.). – 1. intr. (aus. avere), letter. Fare un’apostrofe, rivolgere un’apostrofe a qualcuno. 2. tr. Rivolgere animatamente...
Segno grafico in forma di virgoletta (’), che nell’ortografia italiana si adopera normalmente per indicare: a) l’elisione di una vocale finale, per es. l’arte; b) l’aferesi di una vocale iniziale seguita da consonante della stessa sillaba, per...
Il termine deriva dal gr. apóstrophos «rivolto altrove, indietro», da apostrépho «volgo indietro o in senso contrario». Apóstrophos (o -us) compare nel latino tardo, con significato unicamente grammaticale. Si tratta di un segno grafico diacritico...