percezione
Atto cognitivo mediato dai sensi con cui si avverte la realtà di un determinato oggetto, e che implica un processo di organizzazione e interpretazione. L’insieme dei processi organici e mentali [...] , opera una distinzione tra p. (intesa nel senso cartesiano di ‘idea’, ossia come «qualcosa che è nella mente») e «appercezione», intendendo quest’ultima come «coscienza, o conoscenza riflessa, di tale stato interno». Mentre ogni monade è dotata di p ...
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Concezione che considera l’uomo in possesso fin dalla nascita di determinate conoscenze, anteriori quindi all’esperienza. A questo signifi- cato se ne affianca talvolta un altro, che rinvia all’esistenza [...] accanto alle tradizionali funzioni della logica classica – una serie di funzioni logiche trascendentali di unificazione dei dati sensibili, ossia le categorie, considerate articolazioni di un’unica funzione, l’Io penso o appercezione trascendentale. ...
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È la consapevolezza che il soggetto ha del suo oggetto, e non può separarsi da quella che il soggetto ha di sé come oggetto. Il problema della sua interpretazione filosofica viene in primo piano nella [...] sorgente delle valutazioni morali. Bisogna forse giungere alle considerazioni di Leibniz sulla percezione e sull'appercezione per trovare l'inizio sistematico di quelle determinazioni di significato che prevalgono nel pensiero moderno. Gli ...
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. Termine filosofico, significante in generale tutto ciò che non ha bisogno, per essere conosciuto, di fondarsi sull'esperienza, non dipendendone, ma anzi costituendo un presupposto essenziale per la stessa [...] suoi aspetti formali, e soprattutto di quello su cui, in ultima analisi, ogni altro si basava: cioè l'appercezione trascendentale, altrimenti significata da Kant con la formula dell'"Io penso", come l'invalicabile soggettività della coscienza, a cui ...
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sintesi
In generale, ogni forma conoscitiva che, partendo da elementi singoli, giunga a una conclusione unitaria, in contrapposizione all’analisi, la quale studia un complesso unico di realtà scindendolo [...] trascendentali a priori costituiscono quindi la possibilità di qualunque tipo di conoscenza, e trovano il loro principio nell’appercezione pura dell’Io penso.
La nozione di sintesi dopo Kant
Alla concezione kantiana si sono ricollegati filosofi come ...
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Complesso dei miti di un popolo, cioè delle narrazioni fantastiche tradizionali di gesta compiute da figure divine o antenati (esseri mitici), diffuse, almeno in origine, oralmente.
La spiegazione classica
Il [...] ecc.), in quanto il mito non sorgerebbe che da un’alterazione del significato di certe parole, dovuta all’appercezione personificatrice (malattia del linguaggio): ciò che in origine era stato un aggettivo (per es. «luminoso», nella radice del ...
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PSICHIATRIA (XXVIII, p. 446)
Lucio BINI
La psichiatria non ha subìto, durante e dopo la seconda Guerra mondiale, sostanziali modifiche di indirizzi e di nosologia. Solo le nuove terapie: la leucotomia [...] di intelligenza. Per lo studio globale delle personalità normali e patologiche i più usati sono: 1) il test dell'appercezione tematica (TAT): il soggetto deve dar conto di quanto gli suggerisce una serie di vignette, opportunamente scelte in rapporto ...
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RAGIONE
Guido Calogero
. Il termine filosofico di "ragione" ha una storia assai complessa, tanto dal punto di vista linguistico quanto da quello concettuale. Etimologicamente, esso proviene dal latino [...] fonte della libertà e della moralità. L'idealismo dialettico dei postkantiani, non subordinando più la conoscenza all'appercezione di un reale esterno, e quindi eliminando il motivo della limitazione teoretica della ragione da parte dell'intelletto ...
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Complessità sociale
Niklas Luhmann
Storia del concetto di complessità
Il concetto di complessità designa la possibilità di descrivere l'unità (di un sistema, di un ambiente, del mondo, ecc.) ricorrendo [...] alla natura composita delle cose saranno risolte in fatti di coscienza e definite come "unità sintetica dell'appercezione".
Il tramonto della cosmologia medievale non aveva inizialmente coinvolto il concetto di complessità che sopravviveva come una ...
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PETTAZZONI, Raffaele
Natale Spineto
PETTAZZONI, Raffaele. – Nacque a San Giovanni in Persiceto (Bologna) il 3 febbraio 1883 da Cesare e Maria Luigia Minezzi.
Intorno ai diciott’anni abbandonò la fede [...] dagli studi psicologici di Wilhelm Wundt e impiegata tenendo conto della lezione di Giambattista Vico, è definita «appercezione personificatrice» del cielo.
Nel 1912 Pettazzoni partecipò, a Leida, al suo primo congresso internazionale di storia delle ...
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appercezione
appercezióne s. f. [dal fr. aperception, der. di apercevoir «percepire» (che a sua volta è der. di percevoir, dal lat. percipĕre «percepire»)]. – In filosofia, termine introdotto da Leibniz per indicare la percezione di una percezione,...