Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte [...] lingua dell’uso pratico ufficiale; l’altra nasceva dall’ambito politico, militare e dal costume celebrativo funebre.
Dopo AppioClaudioCieco (censore nel 312 a.C.), poeta, oratore e giurista, con Livio Andronico (prima metà del 3° sec.) comincia ...
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Venticinquesima e ultima lettera dell’alfabeto latino. linguistica Nell’alfabeto greco primitivo la z aveva una forma simile a un I con i due tratti orizzontali piuttosto lunghi, ma prese per tempo la [...] latino, perché qui la Z, usata in un primo tempo come doppione dell’S e poi soppressa in quanto inutile da AppioClaudioCieco, fu introdotta di nuovo nel 1° sec. a.C. per trascrivere la sibilante sonora che ricorreva nei grecismi sempre più numerosi ...
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L’arte del dire, cioè del parlare in pubblico, a un’adunanza, a un’assemblea, soprattutto in quanto è studiata nella sua attuazione pratica, nelle sue manifestazioni storiche, nella sua evoluzione, nei [...] ne fa nel Brutus. La prima orazione pubblicata sembra sia stata quella di AppioClaudio il Cieco contro le proposte di Pirro al Senato (280 a.C.); AppioClaudio, Fabio Massimo, Cecilio Metello, Marco Cornelio Cetego sono i precursori del primo ...
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Appio
Àppio agg. [dal lat. Appius]. – Di opera dell’Italia antica fatta costruire dal censore Appio Claudio Cieco (4°-3° sec. a. C.): via A., strada romana con percorso in origine da Roma a Capua, successivamente prolungata fino a Benevento...
faber est suae quisque fortunae
⟨... sùe ku̯ìskue fortùne⟩ (lat. «ciascuno è artefice della propria sorte»). – Antica massima, che Sallustio attribuisce ad Appio Claudio Cieco, e che si suole citare per affermare che nella vita dell’uomo conta...