Uno dei dodici apostoli; detto il cananeo (gr. ὁ καναναῖος), che non indica provenienza da Cana come ritennero gli antichi, ma, derivando dall'aramaico qan'ānā, significa "zelota" o "zelante" (in Luca [...] 6, 15 e Atti 1, 13 è chiamato infatti ὁ ζηλωτής). Della sua vita non si conosce nulla; da alcuni è identificato con Simone "fratello di Gesù". Nella liturgia latina, festa 28 ott.; nella greca, 10 maggio ...
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Sacerdote (Brescia 1542 - ivi 1594), della Congregazione del Ss. Salvatore, ebraista, interprete della Repubblica veneziana. Si specializzò, oltreché nell'ebraico, nell'arabo e nell'aramaico, traducendo [...] la corrispondenza che a Venezia perveniva dai paesi del Vicino e del Medio Oriente. Da Venezia fu chiamato a Roma per volontà del papa Gregorio XIII, che gli affidò la censura delle opere scritte da Ebrei ...
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Soprannome di Giuda, il traditore di Cristo, derivato dal nome del suo villaggio d’origine nella Palestina (īsh Qĕriyyōt «uomo di Q.») o, secondo altri, dall’aramaico palestinese išqaryā «ipocrita, traditore». ...
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Talmūd Titolo («studio») di due opere analoghe, che hanno per oggetto lo studio della dottrina tradizionale giudaica post-biblica (Mishnāh). Più importante è il T. babilonese (T. bablī o Talmūdā dĕ-Bābel [...] ); più ridotto e meno diffuso è il T. palestinese o gerosolimitano (T. ereṣ Yiśrā’ēl o Talmūdā dĕ-Ma‛arabā in aramaico; T. yĕrūshalmī).
Il T. rappresenta, accanto alla Bibbia, il testo fondamentale dell’ebraismo, sul quale si basa tutta la tradizione ...
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Semitista francese (Marnes-la-Coquette, Seine-et-Oise, 1900 - Parigi 1983). Professore al Collège de France (fino al 1971), membro dell'Istituto, ha dedicato la sua vasta e geniale attività specialmente [...] all'ebraico e all'aramaico. Tra le sue opere: Le quatrième livre des Machabées (1939); La doctrine gnostique de la lettre wâw (1946); Les Araméens (1949). Si è poi molto occupato dei manoscritti del Mar Morto: Aperçus préliminaires sur les manuscrits ...
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targūm Parola aramaica, poi entrata anche nell’ebraico post-biblico, che significa «traduzione» e con la quale si designano alcune versioni della Bibbia in lingua aramaica giudaica. Si ignora quando furono [...] eseguite: si cominciò a sentirne il bisogno nel periodo posteriore all’esilio, quando cioè l’ebraico fu sostituito dall’aramaico come lingua parlata in Palestina; all’epoca dei Maccabei erano già fissate, sia pure solo oralmente. Il carattere delle ...
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Ebraista e biblista tedesco (Reichenbach 1846 - Bonn 1936); prof. nelle università di Lipsia, Rostock e Bonn. Scrisse un'ampia grammatica storica della lingua ebraica, Historischkritisches Lehrgebäude [...] der hebräischen Sprache (3 voll., 1881-97), un dizionario ebraico e aramaico-tedesco (1910; 5a ed. 1931) e altre opere nel campo linguistico e letterario. Nella critica biblica combatté i risultati della scuola wellhauseniana, propugnando un'esegesi ...
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Uno dei dodici Apostoli. Secondo il Vangelo di Matteo (16, 17-19; cfr. Giovanni, 1, 42) il suo nome originario, reso in italiano come Simeone o, per lo più, come Simone (gr. Σίμων), figlio di Giona, fu [...] mutato in Pietro da Gesù stesso (Πέτρος, calco dell'aramaico Kēfā, Cefa nel Nuovo Testamento: cfr. Giovanni 1,42; I Corinzî 1,12; ecc.). Originario di Betsaida sulla riva nord-orientale del lago di Gennesaret, dimorava a Cafarnao esercitando il ...
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Esegeta cattolico (Stoccarda 1865 - Tubinga 1935). Parroco a Blaubeuren (1898), dal 1907 prof. di esegesi biblica all'univ. di Tubinga. Famosa, ma discussa, la sua teoria secondo cui i più antichi testi [...] Vecchio Testamento sarebbero stati scritti in tavolette accadiche in caratteri cuneiformi; attraverso successive traduzioni e aggiunte in aramaico e in greco, si sarebbe finalmente giunti alla ritraduzione in ebraico classico al tempo dei Maccabei ...
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Sacerdote semitista, nato a Vouvray (Indre-et-Loire) il 16 febbraio 1865, morto a Parigi il 7 gennaio 1948. La sua intensa attività scientifiea abbraccia il campo siriaco (si ricorda soprattutto la scoperta, [...] edizione e traduzione della Cronaca di Michele Siro, 14 voll., Parigi 1900-1910), aramaico, punico e libico; oltre che nella ricca produzione personale essa si esplicò nell'organizzazione e direzione di grandi lavori collettivi, come il Corpus ...
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aramaico
aramàico agg. e s. m. (pl. m. -ci). – Del popolo arameo, degli Aramei: lingua a. (o, come s. m., l’aramaico), lingua appartenente al gruppo occidentale delle lingue semitiche, parlata all’inizio dell’era volgare in Mesopotamia, Siria,...
midrascico
midràscico agg. [der. dell’ebr. midrāsh] (pl. m. -ci). – Relativo al midrāsh o ai midrāshīm: indagine, esegesi m.; stile m.; aramaico m., l’aramaico in cui sono scritti i midrāshīm.