BARTOLOMEO, Santo
M. Mihályi
Apostolo il cui nome compare nei Vangeli sinottici (Mt. 10, 3; Mc. 3, 18; Lc. 6, 14; inoltre At. 1, 13) associato a quello di Filippo, suo amico, che lo presentò a Cristo; [...] è comunemente identificato con il Natanaele di Gv. 1, 45-51; 21, 2. Il nome B. infatti, derivato dall'aramaico Bar-Talmaj (figlio di Talmaj), doveva essere il patronimico dell'apostolo. B. era originario della Galilea (Gv. 1, 47; 21, 2) e compì ...
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Nome di molti santi, beati e venerabili tra i quali:
1. Bartolomeo degli Amidei, santo (m. Montesenario 1265), uno dei sette fondatori (1240) dell'ordine dei Serviti; festa con gli altri, 17 febbraio.
2. [...] sinottici, ma forse da identificarsi con Natanaele di cui parla s. Giovanni. Natanaele sarebbe il nome personale, B. (aramaico bar Thalmay, o Tholmay, "figlio di Tolmai") il patronimico. Varie e incerte le notizie sulla sua attività missionaria ...
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Apostolo. Negli elenchi di Luca (6, 16) e Atti (1, 13) è ricordato all'undicesimo posto come G. di Giacomo: designazione che va intesa nel senso proprio di "figlio di" (come spiegano certe recensioni del [...] (invertito con quello di Simone nelle altre due liste) Taddeo; ma alcuni codici, anziché θαδδαῖος (significante in aramaico "dal largo petto; magnanimo"), hanno Lebbeo (Λεββαῖος "coraggioso"). Altri manoscritti fondono le due designazioni: "Lebbeo ...
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Apostolo e autore del Vangelo che nelle edizioni della Bibbia precede sempre gli altri tre. Circa la personalità di M. abbiamo notizie molto scarse. Dal Nuovo Testamento si desume solo che egli aveva un [...] cfr. Giovanni 5, 2; 19, 13.17.20; 20, 16; Atti 21, 40; 26,14), con ogni probabilità va inteso nel senso di "aramaico", che era la lingua volgare di quel tempo in Palestina. Gli antichi scrittori ecclesiastici sono concordi nell'affermare che M. fu il ...
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Giudaismo
Rolf Rendtorff
Introduzione
Definizioni del concetto
Nella sua accezione più ampia il termine 'giudaismo' indica la storia complessiva del popolo ebraico, dai suoi inizi nell'epoca biblica [...] titolo di nāsī' divenne parte integrante del nome. In Babilonia il capo della comunità ebraica era invece l'esilarca (in aramaico Rēsh gālūtā), carica di cui si hanno testimonianze storiche a partire dal II secolo. A differenza del nāsī' l'esilarca ...
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CHIESA
G. Arnaldi
Quando Gesù (Mt. 16, 18) disse a Simone figlio di Giona: "Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam, et portae inferi non praevalebunt adversus eam", dichiarò solennemente [...] di parole molto innocente e molto chiaro, chi riceve tale consegna è contestualmente soprannominato da Gesù 'Roccia', che in aramaico è maschile, come maschile è il nome comune 'roccia', mediante il quale viene evidenziata la solidità del fondamento ...
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nestoriani
Seguaci di Nestorio. Perseguitati nell’impero bizantino dopo il Concilio di Efeso (431) e fino alla condanna dei «Tre capitoli» (553), che segnò l’estirpazione definitiva del movimento in [...] noi ignoti), nonché fra turchi e mongoli. Propria dei n. fu anche una particolare forma di scrittura derivata dall’antico aramaico (➔ ). Sotto Qubilai Khan (1257-1294) il nestorianesimo rientrò in Cina, ove durò fino alla dinastia Ming (1368), mentre ...
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Il complesso delle discipline linguistiche, filologiche, archeologiche, storiche e religiose, rivolte allo studio scientifico delle antiche e moderne civiltà dell’Oriente, includendo in questo termine [...] nazionali sviluppatesi nel Vicino Oriente fin dai primi secoli del cristianesimo. Rientrano nella denominazione la cultura e la letteratura aramaica (in primo luogo la siriaca), l’egiziana o copta, l’etiopica, l’armena, la georgiana, nonché, data la ...
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Il complesso delle Scritture sacre dell’ebraismo e del cristianesimo (dal lat. tardo Biblia, gr. τὰ βιβλία «i libri»).
Religione
Nelle comunioni e confessioni religiose che riconoscono il carattere sacro [...] designato dalle parole iniziali (per es., bĕrē’shīt «in principio»: la Genesi, e così via).
Testo. - Il testo ebraico, con le poche parti in aramaico (Daniele 2, 4-7, 8; Esdra 4, 8-6, 18; 7, 12-26; Geremia 10, 11), ci è giunto (tranne il Papiro Nash ...
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Apostolo (n. Tarso in Cilicia inizio sec. 1° - m. Roma tra il 58 e il 68), massimo propagatore del messaggio cristiano nel mondo ellenistico-romano (perciò chiamato l'Apostolo). La ricostruzione della [...] alcuni anni di silenzio: egli si ritira in Arabia, poi ritorna a Gerusalemme, dove s'incontra con Cefa (nome aramaico di Pietro): qui la sua predicazione evangelica è fortemente contrastata dai giudei, così da essere costretto a rifugiarsi nella ...
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aramaico
aramàico agg. e s. m. (pl. m. -ci). – Del popolo arameo, degli Aramei: lingua a. (o, come s. m., l’aramaico), lingua appartenente al gruppo occidentale delle lingue semitiche, parlata all’inizio dell’era volgare in Mesopotamia, Siria,...
midrascico
midràscico agg. [der. dell’ebr. midrāsh] (pl. m. -ci). – Relativo al midrāsh o ai midrāshīm: indagine, esegesi m.; stile m.; aramaico m., l’aramaico in cui sono scritti i midrāshīm.