(o selmino) Moneta mantovana d’argento del valore di una lira, dei duchi Vincenzo I, Francesco IV e Ferdinando; portava al dritto lo stemma dei Gonzaga, al rovescio la figura di s. Anselmo di Lucca con [...] il pastorale e in atto di benedire. Fu imitata dai signori di Bozzolo e di Guastalla, che posero però nel rovescio la figura di s. Pietro ...
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Le forme dello scambio e i sistemi premonetali e monetali
Carmen Martinelli
Renata Cantilena
Lorenza-Ilia Manfredi
Maria Cristina Molinari
Daniele Castrizio
Richard Hodges
Maria Giovanna Stasolla
Fabrizio [...] di una moneta d'oro a 1/60 di libbra, il solidus, come viene designata nell'Editto sui prezzi del 301, un nuovo nominale d'argento di 1/96 di libbra e tre moduli di biglione (il nummus e le sue frazioni). Si trattava di un tentativo volto a mantenere ...
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. Moneta d'argento del valore di dieci lire toscane, ordinata dalla regina reggente Maria Luigia nel 1803 coi busti accollati di lei e di Carlo Lodovico di Borbone, lavoro di Luigi Siries, peso gr. 39,40. [...] Si coniò anche la mezza dena da lire cinque.
Bibl.: E. Martinori, La moneta ecc., Roma 1915, p. 95 ...
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GABELLA
Giuseppe Castellani
. Moneta d'argento del valore di 26 quattrini, che si cominciò a coniare nella zecca di Bologna sotto il pontificato di Giulio III (1550-1555); venne chiamata così perché [...] forse rispondeva alla misura di una delle gabelle allora imposte; si fece anche la mezza gabella di 13 quattrini. Si continuò ad emetterla fino al tempo di Sisto V (1585-1590) e se ne creò un'altra più ...
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. Moneta d'argento fatta coniare in Aquila dalla regina di Napoli Giovanna II (1414-1435), corrispondente al quarto del carlino del valore di 30 denari e che però ebbe anche i nomi di quartarolo e di irentina [...] o trentino; portava da un lato S. Pietro seduto e dall'altro un'aquila ad ali spiegate che le procacciò il nomignolo di uccello (aucella nel latino cancelleresco, cella nel linguaggio volgare). Questa ...
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Dall’originario significato di dischetto di metallo coniato per le necessità degli scambi, avente lega, titolo, peso e valore stabiliti, per estensione tutto ciò che, nei vari periodi e paesi, funge da [...] Carlo I d’Angiò, re di Napoli, coniò il carlino d’argento e con il carlino d’oro o saluto completò la riforma del degli Arabi, vigeva la m. aurea. La scoperta di nuove miniere d’argento in Europa e l’inizio dei traffici con il Nuovo Mondo portarono a ...
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Malattia procurata dall'uso prolungato dei sali di argento; è caratterizzata da colorazione persistente grigio-sporca della congiuntiva per deposizione di ossido e di albuminato d'argento (v. argento e [...] collirio) ...
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. L'abbondanza dell'argento, venuto dalle Americhe nel sec. XVI, produsse una fioritura di grosse monete d'argento, alle quali venne dato il nome di ducatone. Si vuole che la prima fosse quella coniata [...] dato anche al ducato, allo scudo, al filippo e alla piastra; a Venezia p. es. fu detto ducatone il vecchio ducato d'argento e la giustina minore.
Bibl.: Corpus Nummorum Italicorum, V, Roma 1914, passim, trav; xiv 1, 4, 5; E. Martinori, La moneta ecc ...
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Denominazione comune di varie monete d’argento toscane del periodo lorenese. Ebbe origine dal fatto che i granduchi di Toscana, per ragguagliare le monete d’argento coniate dalla zecca di Firenze al cresciuto [...] valore del metallo, dovettero diminuirne l’intrinseco e, per non danneggiare il credito della zecca di Firenze, prima le fecero coniare in quella di Pisa e poi, quando questa fu chiusa, in quella di Firenze, ...
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argento
argènto (ant. ariènto) s. m. [lat. argĕntum, da una radice indoeur. che significa «brillare»]. – 1. Elemento chimico, metallo monovalente, di simbolo Ag, numero atomico 47, peso atomico 107,88, appartenente al primo gruppo del sistema...
argentare
v. tr. [der. di argento] (io argènto, ecc.). – Rivestire di un sottile strato d’argento (per le accezioni specifiche, v. argentatura). ◆ Part. pass. argentato, anche come agg. (v. la voce).