relazione
In generale, ogni rapporto che collega, in maniera essenziale o accidentale, due contenuti di pensiero. È un concetto filosofico tra i più problematici e ricchi di storia. Il problema della [...] problematica delle relazioni nella filosofia antica e medievale
Il concetto specifico di r. si può dire sorga con Aristotele; la locuz. πρός τι (letteralmente «rispetto a qualcosa»), che già era venuta assumendo un valore tecnico nella terminologia ...
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triangolo (triangulo)
Il termine ricorre in D. nel senso proprio di " figura che ha tre angoli ", sia nella forma volgare (apocopata in poesia) che in quella latina.
In Cv IV VII 14, parafrasando un luogo [...] pentangulo... sta sopra lo quadrangulo: e così la sensitiva sta sopra la vegetativa, e la intellettiva sta sopra la sensitiva.
Il passo di Aristotele a cui D. rimanda è quello di An. II 3, 414b 28-32 " Similiter autem se habet ei quod de figuris est ...
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alterare
L'atto del " mutare le qualità sensibili " di un corpo, secondo il linguaggio aristotelico scolastico (latino alterare, greco ἀλλοιοῦν). Nei quattro luoghi del Convivio in cui è presente, la [...] dell' ἀλλοίωσις (v. ALTERAZIONE): cfr. Tommaso Gener. et corrupt. I 2 a. Ad Aristotele D. si richiama esplicitamente in Cv IV X 9 ogni cosa che è alterata conviene essere congiunta con l'alter[ante cagi]one, sì come vuole lo Filosofo nel settimo ...
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ignoratio elenchi
Locuz. lat. («ignoranza dell’argomentazione») corrispondente al gr. ἄγνοια ἐλέγχου. Venne usata nella logica formale per designare l’errore nel quale si incorre quando si crede falsamente [...] che la tesi avversaria sia contraddittoria rispetto a quella che si vuole dimostrare, o che la tesi che si dimostra basti a contraddire quella avversaria. Nell’i. e. Aristotele individuò la causa di tutti i sofismi. ...
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Letteratura
Discorso di tono solenne, tenuto in pubblico o in un’adunanza, oppure scritto a tale scopo, anche come esercitazione retorica; soprattutto con riferimento all’epoca classica.
L’o. nell’antichità [...] che prese il nome di retorica. Grazie all’opera di Protagora di Abdera, Gorgia da Lentini, Platone, Isocrate, Zenone e soprattutto Aristotele e, più tardi, Ermagora di Temno, la civiltà greca lasciò in eredità a quella romana un tesoro di analisi, di ...
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Medico (Coutances 1644 - Parigi 1682). Scarse le notizie sulla sua vita. Quando, nel 1672, ricevette la laurea in medicina a Parigi, aveva già pubblicato un De principiis rerum (1669) in cui, rinviando [...] di un radicale atomismo e di un rigoroso antifinalismo (inutilità delle cause finali nella ricerca naturale), prendendo posizione contro Aristotele e contro lo stesso Descartes, del quale, se accettava la messa al bando delle cause finali, criticava ...
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In origine, l’istruzione dell’antico coro lirico greco per opera del ‘didascalo’; poi la rappresentazione drammatica, di cui il coro costituiva la parte essenziale, compreso anche l’apparato scenico; quindi, [...] agoni drammatici; infine, la lista cronologica delle rappresentazioni drammatiche. Il primo a raccogliere questo materiale storico fu Aristotele (Didascalie). L’uso delle d. in iscrizioni coregiche si diffuse da Atene in altre città della Grecia ...
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Filosofo (Berlino 1801 - ivi 1893). Discepolo di Hegel ed esponente della destra hegeliana (fu professore a Berlino dal 1829), tentò di fornire un'interpretazione religiosa della filosofia hegeliana, sottolineandone [...] sua attività nel campo della storia della filosofia; soprattutto nota la sua edizione, con commento, dell'Etica Nicomachea di Aristotele (2a ed. 1848). Tra le sue opere: Geschichte der letzten Systeme der Philosophie in Deutschland von Kant bis Hegel ...
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Nella teologia cattolica, una delle quattro virtù cardinali, quella capace di dirigere l’intelletto nelle singole attività in modo da discernere ciò che è giusto e che conduce al fine ultimo dell’uomo. [...] Questo concetto morale della p. corrisponde a quello greco della ϕρόνησις che, considerata già da Platone la virtù propria dei capi della polis, fu definita da Aristotele come il retto discernimento intorno al bene e al male. ...
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Studioso tedesco di filosofia, nato il 13 febbraio 1790 a Hildesheim, morto il 24 luglio 1867 a Bonn, nella cui università era professore. La sua attività filosofica (nella quale subì soprattutto l'influsso [...] di Schleiermacher) fu rivolta principalmente allo studio della storia del pensiero antico. Collaborò col Bekker all'edizione di Aristotele promossa dall'Accademia delle scienze di Berlino, specialmente con la cura del volume contenente gli Scholia, e ...
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aristotelia
aristotèlia s. f. [lat. scient. Aristotelia, dal nome del filosofo Aristotele]. – Genere di piante della famiglia eleocarpacee, con una decina di specie dell’emisfero australe. La specie Aristotelia macqui, arbusto del Cile, dà...
aristotelico
aristotèlico agg. (pl. m. -ci). – Del filosofo greco Aristotele (384 o 383 - 322 a. C.), che si riferisce alla filosofia di Aristotele: le opere a.; la dottrina a.; l’etica, la politica a.; seguace della filosofia di Aristotele:...