Filosofo greco (n. prima del 328 - m. 270 o 268 a. C. circa). Precettore di Tolomeo Filadelfo, fu scolaro di Teofrasto e gli successe nella direzione del Peripato. Per la tendenza di tutta la sua attività [...] ). Le sue opere sono perdute, salvo frammenti. Caratteristica del suo pensiero è la decisa tendenza a interpretare Aristotele in senso empiristico e naturalistico, eliminando dalle sue dottrine ogni residuo platonico e avvicinandole a quelle di ...
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Filosofo e teologo scotista (seconda metà sec. 15º), rettore dell'univ. di Parigi (1490). Tra i primi grandi commentatori di Duns Scoto, esercitò notevole influsso sullo sviluppo della scuola scotista [...] sec. 15º. Scrisse un compendio di logica aristotelica (Commentationes in libros totius Logicae Aristotelis), che fu varie volte ristampato, una Expositio in Summulas Petri Hispani e commentarî a opere di Aristotele e di Duns Scoto, alle Sentenze di ...
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Nato a Seminara (Reggio di Calabria) circa l'anno 1290, ordinato sacerdote nel monastero basiliano di S. Elia di Galatro, si recò in Oriente, dove risiedette a Costantinopoli e a Salonicco, acquistandosi [...] popolarità con la sua eloquenza e dottrina. Per incarico del Cantacuzeno tenne lezioni sulla logica e dialettica d'Aristotele, sulla filosofia platonica e su Dionigi l'Areopagita nel monastero costantinopolitano di S. Salvatore, di cui divenne anche ...
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GOCLENIO, Rodolfo (Rudolph Göckel, latinizzato in Goclenius)
Guido Calogero
Filosofo tedesco, nato a Corbach (Waldeck) il i° marzo 1547, morto a Marburgo l'8 giugno 1628. Dal 1581 insegnò fisica, e poi [...] Marburgo.
All'immensa fama di cui godé in vita, e che attrasse, alla scuola de "Platone di Marburgo" e "Aristotele cristiano", gran numero di scolari, non corrispose il suo reale valore. Temperamento non originale, incline a un conciliante eclettismo ...
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. Parola greca (ἀπόδειξις), significante "dimostrazione", divenuta termine tecnico nella dottrina aristotelica della conoscenza, per indicare il rigoroso processo di prova della validità d'una singola [...] conclusione è dedotta necessariamente dalle premesse secondo uno dei varî modi validi dell'argomentazione scoperti e determinati da Aristotele nei Primi analitici. Tuttavia, perché l'apodissi acquisti il suo carattere più alto e tipico, occorre che ...
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CRITICA DELL'ARΤΕ (v. vol. Il, p. 946)
M. M. Sassi
A rigore, nell'antichità classica non esiste una c. intesa come «genere» autonomo, con testi suoi propri e una corrispondente definita figura professionale. [...] lettura/visione da lontano e da vicino che ritorna nel locus classicus di Hor., Ars, 361 ss.). L'elaborazione aristotelica non aveva trovato seguito sistematico, ma il nesso intanto si stabilizzava nell'elogio topico delle virtù descrittive di Omero ...
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DENORES (de Nores), Giason
Giorgio Patrizi
Nacque a Nicosia attorno al 1530, da Pietro, di potente e nobile famiglia probabilmente originaria della Normandia.
Nell'isola di Cipro possedeva terre e ricchezze; [...] , disciplina che ha per fine il vero, e dalla politica che ha per fine il bene; è destinata secondo i principî aristotelici, a far nascere la fede nei valori che propone. Con la consueta precisione tassonomica il D. distingue le varie parti della ...
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BERNARDI, Antonio
Paola Zambelli
Nato nel marzo 1502 alla Mirandola, da una famiglia originaria di Milano, ma già ammessa nella cittadinanza locale da Galeotto I Pico (1478), il B. studiò all'università [...] come oracoli ". Dopo aver seguito per qualche tempo questo metodo acritico, il B. aveva preferito rivolgersi ai testi stessi di Aristotele; così, quando a venticinque anni s'era accorto che tutti gli interpreti dissentivano egli era già in grado di ...
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intelletto agente (o attivo)
intelletto agente
(o attivo) In gr. νοῦς ποιητικός; in lat. intellectus agens; in arabo al-‛aql al-fa‛āl. Nella filosofia aristotelica e nella sua tradizione indica la [...] possibile che viene così attualizzato. Esso è dunque a un tempo il principio ultimo della conoscenza e la sua garanzia.
La teoria aristotelica
La discussione sulla natura e il ruolo dell’i. a. ha origine dalle pagine del terzo libro del De anima di ...
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Nel significato di attività rivolta alla realizzazione permanente di uno scopo, il termine corrisponde alla parola greca ἔργον, utilizzata da Platone per designare l’operazione propria di una cosa («ciò [...] altre», Repubblica, I, 352), secondo una caratterizzazione teleologica che trovò ampio sviluppo nella metafisica e nella filosofia della natura di Aristotele. Come attività diretta a un fine e capace di realizzarlo, la nozione di f. fu ricondotta da ...
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aristotelia
aristotèlia s. f. [lat. scient. Aristotelia, dal nome del filosofo Aristotele]. – Genere di piante della famiglia eleocarpacee, con una decina di specie dell’emisfero australe. La specie Aristotelia macqui, arbusto del Cile, dà...
aristotelico
aristotèlico agg. (pl. m. -ci). – Del filosofo greco Aristotele (384 o 383 - 322 a. C.), che si riferisce alla filosofia di Aristotele: le opere a.; la dottrina a.; l’etica, la politica a.; seguace della filosofia di Aristotele:...