CALCAGNINI, Celio
Valerio Marchetti
Nato a Ferrara il 17 sett. 1479 da una facoltosa famiglia dell'aristocrazia di servizio presso la corte estense, era figlio naturale del protonotario apostolico Calcagnino [...] principio d'autorità, pur non esagerandone il valore, anche se talvolta si trova in polemica con i commentatori di Aristotele e l'Accademia platonica di Firenze sulla pretesa di trarre dagli scrittori pagani argomenti filosofici per spiegare i dogmi ...
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Diritto
Si chiama c. fortuito qualunque accadimento che renda inevitabile il verificarsi di un evento, costituendo l’unica causa efficiente di esso. Non ha valore concreto la distinzione tra c. fortuito [...] (se riferito a eventi che sono privi di cause o sono frutto di serie causali intrecciate e indipendenti). Aristotele distingue tra τύχη (fortuna) e αὐτόματον (c. in senso proprio): entrambi sono effetti accidentali di cause finali esterne ...
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(XIV, p. 243; App. IV, i, p. 720)
Filosofia
di Valerio Verra
Negli ultimi anni l'e. è stata indubbiamente una delle correnti filosofiche che ha avuto maggiore diffusione e risonanza, fino al punto che [...] avere scienza allo stesso modo delle altre idee e, al tempo stesso, attribuisce una posizione centrale nel pensiero aristotelico alla phrónesis, come forma di sapere pratico, distinto da quello della logica e della metafisica che pure hanno garantito ...
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Ente dotato di potestà territoriale, che esercita tale potestà a titolo originario, in modo stabile ed effettivo e in piena indipendenza da altri enti.
Lo S. può definirsi come organizzazione di una comunità, [...] i principi informatori di tutta la vita della pòlis, spetta il compito di una superiore generale sorveglianza. Anche per Aristotele la pòlis è luogo naturale della vita etica del cittadino, e in sostanza politica ed etica per lui coincidono ...
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CERVONI, Giovanni
Nicola Longo
Nacque a Colle Val d'Elsa nel 1508. In base alle poche notizie rimasteci di lui, si può dedurre che la sua famiglia ebbe la possibilità di avviarlo, con profitto, allo [...] suo lavoro consisteva nell'aiutare materialmente il Segni nella composizione delle sue opere di storiografo e soprattutto nella traduzione da Aristotele che egli veniva pubblicando: il notevole contributo che il C. seppe dare in questa impresa gli fu ...
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ALIGHIERI La vita. - Condizione sociale e prima educazione. - Nacque in Firenze nel maggio del 1265, di famiglia che si teneva derivata dal gentil seme dei Romani fondatori della città (Inf., XV, 73-78) [...] Seneca, a Orosio, a Boezio; conosce, forse più per riferimenti altrui che direttamente, i più diffusi commenti arabi alle opere di Aristotele; allega di S. Agostino le Confessioni, e d'Alberto Magno il De meteoris, il De coelo et mundo e altre opere ...
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Nicola di Autrecourt
Filosofo e teologo (Autrecourt tra 1295 e 1298 - Metz 1369). Formatosi a Parigi, intorno al 1318 divenne magister artium, nel 1325 conseguì il baccelierato in diritto civile e quindi [...] nell’ambito della dottrina teologica e metafisica. La possibilità di dimostrare l’esistenza dell’anima così come intesa da Aristotele, la sua immortalità una volta separata dal corpo, come pure l’esistenza di Dio, risalendo la catena delle cause ...
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Stato dell’Europa meridionale, comprendente la parte inferiore della Penisola Balcanica, gli arcipelaghi delle Ionie e dell’Egeo e l’isola di Creta. Confina a NO con l’Albania, a N con Repubblica della [...] a forme più antiche, esso può darci ragione del modo in cui dal ditirambo avrebbe potuto – secondo la teoria di Aristotele – prendere origine la tragedia.
La tragedia è forse la più alta creazione dello spirito greco, compiutasi ad Atene dove ebbe ...
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Diritto
1. Diritto civile
Nel diritto civile l’e. costituisce una ipotesi di anormalità nella esplicazione dell’autonomia privata e nei relativi regolamenti d’interessi, i quali conseguentemente si presentano [...] quale l’e. e una combinazione di forme (generi e specie) effettuata in deroga alle leggi della dialettica. Anche per Aristotele l’e. si dà solo là dove elementi diversi vanno combinati e quindi può verificarsi quando l’intelletto, che deve effettuare ...
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L'etimologia della parola italiana (dal lat. civitas) ci fa risalire solo a uno dei due concetti fondamentali che tale parola racchiude. La città infatti può essere considerata e studiata o dal lato materiale, [...] città (Polit., X, 11).
Premesso qualche accenno sull'opportunità che la città abbia "contatto col continente e col mare", Aristotele passa all'altra, che la sua posizione sia "alta e scoscesa avendo riguardo a quattro scopi essenziali: primo tra essi ...
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aristotelia
aristotèlia s. f. [lat. scient. Aristotelia, dal nome del filosofo Aristotele]. – Genere di piante della famiglia eleocarpacee, con una decina di specie dell’emisfero australe. La specie Aristotelia macqui, arbusto del Cile, dà...
aristotelico
aristotèlico agg. (pl. m. -ci). – Del filosofo greco Aristotele (384 o 383 - 322 a. C.), che si riferisce alla filosofia di Aristotele: le opere a.; la dottrina a.; l’etica, la politica a.; seguace della filosofia di Aristotele:...