FACINO, Galeazzo, detto il Pontico
Gino Pistilli
Nacque a Padova da Conte intorno al 1458, come si desume da un carme latino scritto nel 1478-80, in cui dice di aver appena raggiunto i vent'anni.
Il [...] nel 1474 e in utroque iure nel 1477, e aveva cominciato a tenere corsi di lettura e interpretazione dei testi aristotelici.
La posizione del patrizio veneziano era rigorosamente antiaverroista, come quella dell'amico Girolamo Donà: essi erano i più ...
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DE BALMES, Abramo
Raffaella Zaccaria
Scarse e frammentarie le notizie sulla vita e sulla famiglia. Del D. sappiamo che nacque forse nel 1440; sicura è invece la località, Lecce, come egli stesso ricorda [...] del D. per correggere quelle di Iacopo Mantino.
La traduzione dell'ampio Commento di Averroè sugli Analitici posteriori di Aristotele, pubblicata a Venezia intorno al 1526, sembra che facesse parte di un più ambizioso progetto del D., comprendente ...
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Borghini, Vincenzo
Giancarlo Mazzacurati
, L'esperienza critica del B. (1515-1580) segna forse l'epilogo più significativo di una vasta operazione di restauro filologico e di recupero dottrinario, che [...] del modello unico ormai tradizionale nella cultura fiorentina. E in questa avversione restano coinvolti, con gli schemi aristotelici, quelli bembeschi, mentre altrove avevano finito per fondersi in comuni canoni di educazione critica e letteraria. C ...
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PICCOLOMINI, Francesco
Laura Carotti
PICCOLOMINI, Francesco. – Nacque a Siena il 25 gennaio 1523, da Niccolò, dottore in diritto civile e canonico, ed Emilia Saracini. Laureatosi nello Studio senese [...] con il trasferimento di Pendasio a Bologna: fulcro dello scontro era l’interpretazione del terzo libro del De anima aristotelico, del quale Pendasio forniva un’esegesi improntata a quella di Alessandro d’Afrodisia, mentre Piccolomini dava una lettura ...
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VIERI, Francesco de', detto Verino secondo
Laura Carotti
VIERI, Francesco de’, detto Verino secondo. – Nacque a Firenze nel 1524 da Giambattista, figlio di Francesco, Verino primo (v. la voce in questo [...] di Platone tendono a rimanere sullo sfondo, mentre a essere valorizzati sono i tratti in comune con il pensiero aristotelico; un cambiamento netto, registrato in un lasso di tempo brevissimo, che, con ogni probabilità, fu dovuto alla notizia dell ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Introduzione alla filosofia dell'Alto Medioevo
Umberto Eco
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
A sfidare le periodizzazioni convenzionali, [...] dire) fisseranno l’agenda ai filosofi del millennio successivo.
Il primo tra essi è Boezio, che con le sue traduzioni aristoteliche, i suoi commenti logici, le sue speculazioni musicali dà l’avvio a una serie di riflessioni che animeranno tutta la ...
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emanatismo
Dottrina filosofica e religiosa (detta anche, meno comunemente, emanazionismo), secondo la quale il molteplice trae origine da un principio, l’Uno, o da altra realtà prima che esprime da sé [...] dell’ultima intelligenza della serie, l’intelletto agente separato. Nel dare ragione dell’atto emanativo, l’immagine della luce, già aristotelica (De anima, III, 5, 430 a 15-20), si affianca infatti a quella dell’acqua veicolata dai termini che in ...
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pseudo-Aristotele arabo
Autore non noto del più importante nucleo di scritti filosofici che circolò (forse in epoca successiva rispetto a quella delle traduzioni) sotto il nome di Aristotele (Arisṭūṭālīs [...] , ispirato al Fedone di Platone e noto in latino come Liber de pomo sive de morte Aristotelis. La lista delle opere pseudo-aristoteliche in arabo è molto lunga e comprende fra l’altro: un trattato De plantis, un altro De lapidibus e uno De anima ...
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nous
Traslitt. dal gr. νοῦς «intelletto, mente, ragione». Anassagora chiamò n. la divina ragione ordinatrice del mondo, il quale è il risultato del processo originato dal moto vorticoso prodotto nel [...] in qualche modo estrinseco e accessorio il ricorso al n. da parte di Anassagora. Nella Metafisica (➔) (XII, 7, 1072 b) Aristotele individua nel n. divino il primo motore delle cose, che muove il tutto in qualità di causa finale, capace di attrarre a ...
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L'Alfarabi o Alpharabius o Avennasar, ecc. degli scritti latini medievali, uno dei più famosi filosofi musulmani, soprannominato in arabo al-mu‛allim ath-thānī "il secondo maestro" (il primo essendo Aristotele), [...] di considerare la divinità e la divina provvidenza sono manifesti gl'influssi neoplatonici e del Corano; fra l'altro non è più aristotelico il concetto che Dio sia non soltanto il primo amato (o desiderato) ma anche il primo amante. Dio, senza essere ...
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aristotelia
aristotèlia s. f. [lat. scient. Aristotelia, dal nome del filosofo Aristotele]. – Genere di piante della famiglia eleocarpacee, con una decina di specie dell’emisfero australe. La specie Aristotelia macqui, arbusto del Cile, dà...
aristotelico
aristotèlico agg. (pl. m. -ci). – Del filosofo greco Aristotele (384 o 383 - 322 a. C.), che si riferisce alla filosofia di Aristotele: le opere a.; la dottrina a.; l’etica, la politica a.; seguace della filosofia di Aristotele:...