BENEDETTI, Alessandro
Mario Crespi
Nato a Legnago intorno al 1450, studiò medicina sotto la guida di A. Benivieni e di G. A. Merula, laureandosi a Padova nel 1475. L'educazione classicistica e il desiderio [...] merita poi l'ottima conoscenza che il B. mostrò di avere delle ferite daarmadafuoco (pregevole la descrizione della ferita da archibugio riportata dal conte Nicolò Orsini da Pitigliano, dal B. inserita nei suoi Diaria), e la sua cura di esaminare ...
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BURCI, Carlo
Ugo Stefanutti
Nacque in Firenze il 4 sett. 1813 da Federigo, orefice, e da Caterina Landi. Appassionatosi sin dalla giovinezza all'arte drammatica, volle iscriversi al corso di recitazione [...] 92-181. La grande reputazione di questa opera, che venne definita da D. Giordano "un prestigioso gioiello", sta nel fatto che l' specialistiche, come l'urologia e la chirurgia delle ferite daarmadafuoco.
Nel 1874 vide la luce in Firenze un altro ...
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Chirurgo (Bourget-Hersent, Mayenne, 1510 circa - Parigi 1590). È considerato il fondatore della chirurgia francese. P. fu un grandissimo chirurgo e un maestro insigne anche nel campo dell'ostetricia, della [...] che introdusse o che contribuì a introdurre nella tecnica chirurgica: ottenne buoni risultati sostituendo, nel trattamento delle ferite daarmadafuoco, l'applicazione di olio bollente di sambuco, secondo la tecnica di cauterizzazione sostenuta ...
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In medicina, interruzione improvvisa e circoscritta della continuità di un organo, o di formazioni anatomiche sovrapposte, per varie cause. Particolare importanza e interesse clinico hanno le p. degli [...] intestino) connesse a eventi traumatici (ferite da punta, colpi d’armadafuoco ecc.) o a lesioni patologiche preesistenti ( vomito. Tale complesso sintomatologico caratterizza la cosiddetta sindrome da p., cui si aggiungono, dopo qualche ora, ...
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Anatomista (n. Asti 1530 - m. 1587). Seguì, a Pavia, le lezioni di anatomia di G. Falloppio. Esercitò la chirurgia a Parigi, tornando però spesso in Italia. Fu medico di Elisabetta d'Austria, di Carlo [...] curandis vulneribus sclopettorum (1560) negò, così come aveva fatto pochi anni prima A. Paré, che le ferite daarmadafuoco fossero venefiche, come allora si sosteneva, e scrisse sulla trapanazione del cranio; escluse (Luis venereae curandae ratio ...
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Chirurgo (Bologna 1477 - ivi 1552). Insegnò ed esercitò la chirurgia a Bologna; fu quindi chiamato a Roma da Giulio III e come chirurgo militare delle truppe pontificie partecipò all'assedio di Parma e [...] (pubblicato postumo dal fratello, a Bologna) riguarda la chirurgia di guerra; in esso trattò diffusamente delle ferite d'armadafuoco, descrivendo anche un tipo di pinze per l'estrazione dei proiettili e un metodo di fasciatura solida per le ...
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Anatomico e chirurgo militare (Milano 1536 - Pavia 1606), allievo di G. Falloppia; professore di anatomia a Pavia, direttore dell'ospedale militare di Milano, autore di lavori sulle ferite d'armadafuoco [...] e sulle lesioni traumatiche del capo. Per primo descrisse nel cuore del feto il forame ovale e il dotto che va sotto il nome di Botallo; descrisse anche i muscoli dell'occhio e le ghiandole lacrimali ...
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Chirurgo (Padova 1589 - ivi 1673). Fu professore di chirurgia e di anatomia nell'università di Padova. È ricordato per aver curato felicemente l'ascesso epatico e per aver descritto i sequestri ossei tardivi [...] consecutivi a ferite d'armadafuoco; ma soprattutto gli si attribuisce il merito di aver curato alcuni casi di epilessia post-traumatica mediante interventi di trapanazione del cranio. ...
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Chirurgo tedesco (Gotha 1846 - Gottinga 1926); prof. di clinica chirurgica prima a Rostock, poi a Strasburgo. Si occupò di traumatologia (specie lussazioni e fratture) e di chirurgia intestinale; per primo, [...] studiando un caso di obesità insorta in seguito a una ferita d'armadafuoco del cranio, mise in rapporto l'adiposità con una lesione ipofisaria. ...
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Chirurgo (Hilden 1560 - Berna 1634), noto come Fabricius Hildanus. Riformatore della chirurgia nei paesi tedeschi, suggerì ragionevoli modifiche alla tecnica delle amputazioni degli arti. Notevoli i suoi [...] scritti sul trattamento delle ferite d'armadafuoco e sulla calcolosi vescicale. ...
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arma
(ant. e letter. arme) s. f. [lat. arma, neutro pl., nel lat. tardo femm. sing.] (pl. armi e ant. arme). – 1. a. Qualsiasi oggetto che può essere usato come mezzo materiale di offesa o di difesa; in senso stretto, ogni oggetto appositamente...
tiro2
tiro2 s. m. [der. di tirare]. – 1. a. L’azione di tirare, cioè di applicare una forza a un oggetto, per muoverlo: in questo senso si usa soltanto per indicare l’esercizio ginnico-sportivo del tiro della (o alla) fune (v. fune), e con...