mizrahim
(ebr. «orientali») Denominazione degli ebrei discendenti dalle comunità mediorientali, caucasiche e centro-asiatiche, di rito prevalentemente sefardita, molti dei quali si sono stabiliti in [...] la vittoria nella prima guerra arabo-israeliana. L’integrazione dei m. nella società israeliana, non priva di problemi, ha influito in modo sensibile sull’equilibrio sociologico e politico creato dalla precedente immigrazione ashkenazita e sefardita. ...
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Giudaismo
Rolf Rendtorff
Introduzione
Definizioni del concetto
Nella sua accezione più ampia il termine 'giudaismo' indica la storia complessiva del popolo ebraico, dai suoi inizi nell'epoca biblica [...] Qārō (Caro o Karo, 1488-1575), terminata nel 1554 a Ṣafed in Galilea; quest'opera venne rielaborata per l'area ashkenazita (ossia tedesca e polacca) da Mōsheh Isserles (1520-1572) nel Mappat ha-Shulḥān ('tovaglia'). Nel XIX secolo Shelōmōh Ganzfried ...
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Stato del Vicino Oriente, confinante a N con il Libano, a E con la Siria e la Giordania, a SO con l’Egitto.
Dal punto di vista morfologico il territorio può essere diviso in 4 aree (la pianura costiera; [...] tali sviluppi influirono anche il peggioramento della situazione economica e la crescita della componente sefardita, meno legata di quella ashkenazita alla tradizione laburista.
Nel 1977 la guida del governo passò al Likud guidato da M. Begin. Gli ...
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Shoah
Elena Loewenthal
Lo sterminio degli ebrei d’Europa
«Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomo. [...] (Polonia, Repubbliche baltiche, Russia Bianca) i nazisti incontrarono sulla propria strada milioni di ebrei che componevano il mondo ashkenazita fatto di piccoli borghi di campagna, di falegnami e portatori d’acqua, di piccoli bottegai e di tanta ...
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ghetto
Elena Loewenthal
Il luogo simbolo della segregazione
Il ghetto è un episodio della storia del popolo ebraico, un lungo episodio durato più di cinquecento anni. Ma è anche qualcosa di più: è la [...] stenti.
L'Europa nordorientale, quella che contava all'epoca grandi comunità ebraiche radicate nel territorio (il cosiddetto mondo ashkenazita), si riempì di nuovi-vecchi ghetti: Varsavia, Lodz, Vilnius e tanti altri. Gli ebrei venivano rinchiusi in ...
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Fondamentalismo
Francesco Scorza Barcellona
Anna Foa
François Burgat
Denominazione sorta in ambito cristiano negli Stati Uniti agli inizi del 20° secolo per indicare le correnti protestanti dichiaratamente [...] teorico. Essa trovò espressione nei primi anni del Novecento nel pensiero di rabbi A.I. Kook, il primo rabbino capo ashkenazita in Palestina, che fondò a Gerusalemme l'importante yeshivah di Merkaz ha-rav. Per Kook il ristabilimento degli ebrei in ...
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Lorenzo Cremonesi
Medio Oriente
L'inestricabile nodo della questione palestinese
Israeliani e palestinesi tra accordi di pace e conflitti incontrollati
di Lorenzo Cremonesi
28 settembre
Scoppia in Cisgiordania [...] area ex sovietica (oltre mezzo milione di persone nel 1990-93), che accrebbe nuovamente l'incidenza degli ebrei ashkenaziti sul totale della popolazione israeliana e contribuì alla ripresa laburista nelle elezioni del 1992. La situazione politica era ...
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ashkenazita
ashkenażita ‹aške-› (o aschenażita) s. m. e f. e agg. [dall’ebr. Ashkenaz, parola che nella Bibbia indica una nazione discendente da Iafet, stanziata a nord della Siria, identificata nel medioevo con la Germania] (pl. m. -i). –...
yiddishofono
s. m. e agg. Chi o che si esprime in yiddish, lingua propria delle comunità degli ebrei ashkenaziti, che si caratterizza per la fusione di elementi tedeschi, ebraico-aramaici, neolatini e slavi. ◆ Secondo le ultimissime rilevazioni,...