Quarto figlio (Cracovia 1461 - Vilna 1506) di Casimiro Iagellone, salì al trono nel 1492. Subito dovette affrontare l'ostilità di Ivan III, granduca di Moscovia, col quale concluse una pace nel febbraio [...] costituzionale che spostò l'equilibrio del potere a favore della nobiltà, portando la Polonia-Lituania da un regime di assolutismomonarchico a quello di Respublica nobiliaris: con le diete di Piotrókw (1504) e di Radom (1505) furono riformate le ...
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Il supremo magistrato (Justicia Mayor de Aragón) del Regno spagnolo di Aragona fino all’età moderna. In origine (12° sec.) non aveva funzioni di giudice, limitandosi a promulgare sentenze della curia regis; [...] . Filippo II, mandando a morte il j. Juan de Lanuza (1591), soppresse le libertà aragonesi, dando inizio all’assolutismomonarchico; quando l’Aragona parteggiò per l’arciduca Carlo e i Francesi nella guerra di successione spagnola, Filippo V abolì ...
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Uomo politico ed erudito spagnolo (Pamplona 1806 - Genova 1870). Liberale, combatté (1823) contro le truppe francesi inviate in Spagna a restaurare l'assolutismomonarchico e poco dopo fu costretto all'esilio. [...] Ritornato in patria per l'amnistia di Maria Cristina, fu per alcuni mesi (1835) direttore del giornale El Catalán e partecipò al fronte progressista, contro i carlisti e l'Espartero; dopo la rivoluzione ...
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Assemblee nazionali di Spagna, Portogallo, di alcuni paesi dell’America Latina e della Sardegna nel periodo della dominazione spagnola. La loro convocazione dipendeva dal potere discrezionale del sovrano; [...] esse decidevano in caso di questioni di successione dinastica.
In Spagna le C. perdettero autorità con il costituirsi dell’assolutismomonarchico di Carlo V e Filippo II e risorsero nel 1812 (C. di Cadice), con funzione di assemblea costituente. Dopo ...
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l’état c’est moi Espressione («lo Stato sono io») attribuita a Luigi XIV re di Francia, poi comunemente assunta a esprimere l’assolutismomonarchico. Secondo la tradizione, la frase sarebbe stata pronunciata [...] il 13 aprile 1655 da Luigi allorché, comparso in tenuta da caccia nel parlamento di Parigi, intimò la sospensione della discussione in corso sugli édits bursaux, i decreti della corona che istituivano ...
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Atto solenne della Corona francese caratterizzato dalla presenza del re nel Parlamento, dove il sovrano era seduto su un’ampia poltrona a baldacchino (lit, nell’antico francese). Nel Medioevo tali sedute [...] reali avevano per fine la decisione su importanti questioni di politica generale. Con l’assolutismomonarchico il l. divenne un mezzo per obbligare il Parlamento a registrare gli editti decisi dal re. ...
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Commerciante danese (Flensburg 1598 - Copenaghen 1667), assai in vista nella sua città, per le ricchezze accumulate nei suoi commerci. Borgomastro di Copenaghen (1644) e deputato agli Stati, partecipò [...] attivamente alla guerra dano-svedese (1658-60), ottenendo per Copenaghen la qualifica di città libera. Fautore dell'assolutismomonarchico, ne fu compensato, fra l'altro, con la nomina a presidente della capitale. ...
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Ecclesiastico e uomo politico danese (Horsens 1606 - Copenaghen 1668); il suo vero nome era H. Ribev, ma adottò il nome di uno zio materno, H. Svaning. Prof. di lingue orientali nell'univ. di Copenaghen, [...] vescovo del Seeland (1655), contribuì (1660) attivamente alla trasformazione della monarchia danese in monarchia ereditaria, e fu fautore dell'assolutismomonarchico. ...
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Sommario: Il nome (p. 581); Storia della conoscenza (p. 581); Confini e area (p. 582); Situazione (p. 583); Geologia (p. 584); Le grandi regioni morfologicotettoniche (p. 586); Coste (p. 589); Clima (p. [...] chiesa, negl'interessi dei cardinali e nella loro tendenza, rivelatasi da tempo, a limitare a loro favore l'assolutismomonarchico del papato. La questione divenne in sempre maggior misura oggetto di trattativa e di discussione da parte dei sovrani ...
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LUIGI XIV il Grande, re di Francia
Carlo Morandi
Nacque a Saint-Germain-en-Laye il 5 settembre 1638 da Luigi XIII e Anna d'Austria, dopo ventitré anni di matrimonio infecondo, e fu battezzato coi nomi [...] ma lavorano sotto i suoi occhi e sotto il suo controllo. In tal senso L. proseguiva e perfezionava la tradizione dell'assolutismomonarchico. Egli d'altronde non aveva bisogno di far appello a una dottrina politica: vinta la Fronda, ormai la regalità ...
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monarchico
monàrchico agg. e s. m. [dal gr. μοναρχικός] (pl. m. -ci). – 1. agg. a. Di istituzione retta da una sola persona: il reggimento m. della Chiesa. In senso stretto, della monarchia, relativo alla monarchia: l’istituto m.; ordinamento,...
assolutismo
s. m. [der. di assoluto2, sul modello del fr. absolutisme, ingl. absolutism]. – 1. Regime politico in cui chi regna o chi governa ha potere assoluto, illimitato, e non è quindi soggetto al controllo delle leggi o di altri organismi...