CITTADINI, Antonio
Cesare Vasoli
Nacque a Faenza da Girolamo; le prime notizie documentate su di lui risalgono probabilmente all'anno 1465-66, se è esatta l'indicazione del Sorbelli che segnala nei [...] risulta che il C. ebbe, sicuramente, una buona cultura di medico e filosofo scolastico, conoscitore dei testi di Averroè, di Avicenna, di Aristotele e di alcuni maestri della scolastica duecentesca e trecentesca, non esclusi i maggiori rappresentanti ...
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privazione
Alfonso Maierù
Il termine, sia nel linguaggio comune che in quello filosofico, denota la mancanza o il venir meno di qualità o proprietà, o di una forma. Occorre solo nel Convivio tra le [...] formas, necesse est ut sit in potentia omnes formas, et ut non habeat in sua substantia formam propriam, qua est materia ". Secondo Averroè, la p. non è principio allo stesso modo in cui lo sono materia e forma: cfr.. I comm. 66 (f. 19rb): " privatio ...
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De Partibus animalium
Enrico Berti
. - Opera di Aristotele, in quattro libri, collocata dagli editori al secondo posto della serie degli scritti zoologici, tra la Historia animalium e il De Motu animalium, [...] anche l'Abbreviatio di Avicenna e il compendio di Averroè. Quest'ultimo fu tradotto parzialmente anche dal francescano precedente. L'opera, oltre che compendiata da Avicenna e Averroè, fu parafrasata da Alberto Magno e commentata da Pietro Ispano ...
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Il Rinascimento. Il metodo e l'ordine del sapere
Cesare Vasoli
Il metodo e l'ordine del sapere
Prodromi di un dibattito
La ricostruzione del lungo dibattito cinquecentesco sui criteri fondamentali [...] 'esegesi dei testi di Aristotele risalente a Simplicio, ad Alessandro di Afrodisia e a taluni commentatori arabi, in primo luogo Averroè.
In ogni caso, non si può negare che Jacopo Zabarella fosse consapevole dei problemi reali della cultura del suo ...
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GENTILE da Cingoli
Sonia Gentili
Ignoriamo l'anno di nascita, che potrebbe essere collocato intorno alla seconda metà del XIII secolo, mentre la città d'origine di G. è unanimemente espressa, in sintagma [...] per l'epoca di G.; anzi, egli dà, nella sua questione inedita, un grande spazio all'esposizione di quanto scrisse Averroè "de mixtione elementorum" nel commento al De coelo et mundo. Tommaso espone in maniera sintetica l'idea averroistica secondo cui ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Luigi Catalani
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Nel Quattrocento si assiste a una vera e propria “rinascita” dell’aristotelismo. Infatti [...] pensare a quello celebre di Benozzo Gozzoli. Per altri, fra cui si annoverano umanisti illustri come Ermolao Barbaro, Averroè aveva dato una lettura di Aristotele del tutto inaffidabile, perché si era fondato su scorrette versioni arabe, “rubando ...
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Filosofo e teologo scolastico, detto il "dottor risoluto", morto probabilmente nel 1348. Entrato da giovine nell'ordine carmelitano, insegnò a Cambridge e, molto probabilmente, a Oxford. Fu provinciale [...] dei singolari. Attaccato a tutte le verità dommatiche anche quando pensava di potere senza disaccordo seguire opinioni di Averroè, è stato non del tutto giustamente detto negli ultimi secoli il "principe degli averroisti" titolo attribuitogli da ...
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De Sensu et sensato
Enrico Berti
Titolo con cui viene talora indicata l'opera di Aristotele De Sensu et sensibilibus, in un libro, collocata dagli editori subito dopo il De Anima, all'inizio della serie [...] da Guglielmo di Moerbeke, il quale ne tradusse anche il commento di Alessandro di Afrodisia. L'opera fu inoltre compendiata da Averroè e commentata da Adamo di Buckfield, Alberto Magno, Tommaso d'Aquino, Pietro d'Alvernia ed Egidio Romano. La sua ...
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intenzione
Tullio Gregory
Nella sua accezione più generale D. usa il termine i., sia nella forma volgare che latina (intentio), nel senso di " orientamento del pensiero o della volontà verso un fine [...] eccezione, il termine occorre sempre in quest'uso; da confrontare anche la traduzione di Gilson, pp. 126-141; cfr. inoltre Averroè Comm. magnum in Aristotelis de anima, rec. F.S. Crawford, Cambridge Mass. 1953, II t.c. 49 " Cum descripsit [Aristotele ...
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eternità del mondo
Gennaro Sasso
In quanto la si tratti in questa sede, la questione dell’e. del m. richiede che siano in breve richiamati il modo e la ragione per i quali M. esplicitamente la affrontò [...] con alcuni versi del lucreziano De rerum natura. Lo stesso deve ripetersi per i due maggiori commentatori dei testi aristotelici, per Averroè e la tradizione esegetica che ne dipende, da una parte, per Tommaso d’Aquino, da un’altra. Lo stesso per la ...
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averroismo
s. m. [der. di Averroè, adattam. occidentale del nome arabo (Abū l-Walīd Muḥammad) Ibn Rushd]. – La dottrina del filosofo e scienziato arabo di Spagna Averroè (1126-1198) e dei suoi seguaci. Più in partic., corrente della filosofia...
metafisica
metafìṡica s. f. [dal lat. mediev. metaphysica, e questo dal gr. μετὰ τὰ ϕυσικά (v. oltre)]. – 1. a. In Aristotele, è la dottrina, da lui chiamata «filosofia prima» (πρώτη ϕιλοσοϕία) e definita come teoria dell’«ente in quanto ente»...