Generale romano d'origine siriaca (2º sec. d. C.). Nel 164 vinse Vologese III, re dei Parti, a Europo sull'Eufrate, invase la Mesopotamia, incendiò Seleucia e distrusse la reggia di Ctesifonte. Ebbe successivamente il comando di tutte le province d'Oriente. Nel 175, diffusasi la falsa notizia della morte di Marco Aurelio, assunse l'impero ma fu ucciso dai suoi ufficiali, che ne portarono la testa a ...
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Imperatore romano (Roma 121 d. C. - Vindobona o Sirmio 180). Figlio di Marco Annio Vero e di Domizia Lucilla, alla morte del padre fu adottato dall'avo paterno Marco Annio Vero, che si occupò della sua [...] contro i Marcomanni; nel 174 furono vinti gli Iazigi, nel 175 M. A. concluse la pace a causa dell'inaspettata usurpazione di AvidioCassio, che fu subito risolta con l'uccisione di questo. Nel 175 e nel 176 fu in Oriente, dove gli morì la moglie ...
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Figlia (n. 130 circa - m. 176 d. C.) di Antonino Pio e Faustina Maggiore; il padre la dette in sposa (145) a Marco Aurelio, suo cugino, e le conferì (146?) il titolo di Augusta. È lodata per il suo sollecito [...] successivamente chiamata Faustinopoli) in Cappadocia, dove aveva seguito il marito là recatosi per reprimere la ribellione di AvidioCassio. Fu divinizzata, e in suo onore furono istituite sacerdotesse e furono create le nuove puellae Faustinianae ...
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Giurista romano, nato da famiglia di rango equestre forse poco prima del 110 d. C. Fu nel consilium di Antonino Pio; maestro di Marco Aurelio, per il quale scrisse un trattatello sull'assis distributio; [...] consilium di Marco Aurelio e Lucio Vero: da non confondersi col Meciano che fu ucciso nel 175 per aver preso parte alla rivolta di AvidioCassio. Fu autore di Quaestiones de fideicommissis in 16 libri e di un'opera De iudiciis publicis in 14 libri. ...
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moneta
monéta s. f. [lat. monēta, propr. attributo di Giunone, che secondo gli antichi (come der. di monere «avvertire») significherebbe «l’avvertitrice», per i buoni avvertimenti dati dalla dea ai Romani nei pericoli; l’estensione di sign....
fisco
s. m. [dal lat. fiscus, propr. «cesta», poi «cassa dello stato, tesoro»] (pl., raro, -chi). – 1. Nel linguaggio corrente, indica lo stato nella sua attività finanziaria e in partic. nei suoi rapporti con i contribuenti: avidità, esosità...