aperto
Fernando Salsano
. Usato come aggettivo e come avverbio.
1. Come aggettivo, ricore nel senso più comune di " non chiuso ", riferito a ‛ occhi ', ‛ bocca ', ecc., è attestato in If XXX 55 faceva [...] 9 Il fatto a' secolari è troppo aperto. Cfr. Pacino Cortesemente 10 " tra la gente n'è aperta fama ".
2. Come avverbio, ricorre solo in poesia, e al pari di ‛ apertamente ' (v.), vale " chiaramente ", in Pg XVII 88 Ma perché più aperto intendi ...
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liberalmente
Con il valore di " generosamente ", " largamente ", l'avverbio ricorre soltanto in Cv I I 9 E acciò che misericordia è madre di beneficio, sempre liberalmente coloro che sanno porgono de [...] la loro buona ricchezza a li veri poveri ...
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quando
Ugo Vignuzzi
Congiunzione (e, introducendo proposizioni interrogative, avverbio interrogativo) temporale di frequenza alquanto elevata nell'opera dantesca, in particolare nel Convivio (quasi [...] fa chi fa obediendo non averebbe fatto sanza comandamento.
9. Nelle proposizioni interrogative che introduce, q. ha la funzione di avverbio interrogativo: Pg XIV 100 e 101 Quando in Bologna un Fabbro si ralligna? / quando in Faenza un Bernardin di ...
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QUI O QUI?
La grafia corretta di questo avverbio di ➔luogo è qui, senza accento. Tranne nei pochi casi in cui è necessario distinguerli da forme omofone (➔monosillabi accentati e non accentati), i monosillabi [...] vanno scritti senza l’accento grafico.
Storia
Fino alla fine dell’Ottocento e ai primi del Novecento era diffusa anche la forma accentata
Quì la bramata pace, ed il riposo / lieto godrai (G. Leopardi, ...
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QUA O QUA?
La grafia corretta di questo avverbio di ➔luogo è qua, senza accento. Tranne nei pochi casi in cui è necessario distinguerli da forme omofone (➔monosillabi accentati e non accentati), i monosillabi [...] vanno scritti senza l’accento grafico.
Storia
Fino alla fine dell’Ottocento e ai primi del Novecento era diffusa anche la forma accentata
Quà una batteria di parole amorose, là una batteria di sospiri ...
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intollerabilemente
Riferito all'intensità di un dolore fisico, l'avverbio compare soltanto in Vn XXIII 2 sentendome dolere quasi intollerabilemente (cfr. al § 1 soffersi continuamente per nove dì amarissima [...] pena) ...
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STOICHEDON
Margherita GUARDUCCI
. Questo termine (στοιχηδόν), che è un avverbio significante "a file, a schiere" e propriamente relativo all'ordine dei soldati nella disposizione della battaglia, fu [...] usato dai grammatici antichi per indicare un sistema di scrittura seguito nell'età classica della Grecia. Esso consisteva nell'incidere le lettere di una epigrafe esattamente una sotto l'altra, in modo ...
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PERALTRO O PER ALTRO?
Entrambe le grafie di questo avverbio sono accettabili, anche se quella più diffusa nell’italiano contemporaneo è peraltro, con ➔univerbazione
L’incidenza delle spese del personale [...] sul totale del costi, peraltro, si è ridotta progressivamente («La Repubblica»)
L’accordo prevede per altro termini stringenti («La Repubblica») ...
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necessariamente
Michele Rak
In Cv III XI 16 questo avverbio, un hapax nel lessico di D., costituisce una semplice articolazione di ‛ necessario ' (v.) priva di particolari gradazioni di significato: [...] la Metafisica, la quale, perché più necessariamente in quella termina lo suo viso e con più fervore, [Prima] Filosofia è chiamata: la Metafisica-scienza è chiamata secondamente (§ 17) Filosofia, ed è detta ...
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meglio (mei; me')
Lucia Onder
È il comparativo dell'avverbio ‛ bene ', e significa perciò " in modo migliore ", pur assumendo connotazioni diverse secondo il verbo a cui si unisce.
Si vedano i seguenti [...] luoghi: Vn XIX 15 Questa canzone, acciò che sia meglio intesa, la dividerò più artificiosamente che l'altre di sopra; Rime CII 12 quei che me' intagliasse in petra; Cv II I 13 la natura vuole che ordinatamente ...
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avverbio
avvèrbio s. m. [dal lat. adverbium, comp. di ad- «accanto a» e verbum «parola, verbo»]. – Parte invariabile del discorso che determina il verbo (per es., dorme saporitamente) e anche l’aggettivo o un altro avverbio (molto buono, troppo...
modo
mòdo s. m. [lat. mŏdus «misura», e quindi anche «norma, regola, modo»]. – 1. La forma particolare di essere, di presentarsi di una cosa, o di operare, procedere e sim. In questo sign. generico (e in qualche altro), è sinon. di maniera,...