GIOVAGNOLI, Raffaello
Raffaella Di Castro
Nacque a Roma, il 13 maggio 1838, da Francesco e Clotilde Staderini.
Il padre, Francesco, nato a Monterotondo nel 1810, magistrato, dopo aver preso parte attiva [...] 'elemento nazionale, continuatore dell'elemento latino, propugnatore della supremazia romana, conquistatore morale dell'occidente" (I latini, i barbari e la Chiesa, Firenze 1893, p. 489). Pochi anni dopo arrivò persino ad auspicare "di veder composto ...
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Poiché il Risorgimento ebbe come esito l’Unità nazionale, la connessione con i fatti linguistici risulta immediata, in quanto gli eventi politici, conclusi con la formazione del Regno nel 1861 e con lo [...] non più per il francese, ma, riesumando un topos umanistico arricchito di storiografia recente, per i «barbari» germanici che prefigurano ogni servitù italiana agli stranieri: il passaggio al sentimento prerisorgimentale è così compiuto.
Non ...
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La storiografia tra passato e futuro
Pietro Rossi
Per tutto l’Ottocento, e ancora nella prima metà del Novecento, la storiografia è stata in prevalenza storiografia nazionale, nel senso che gli storici [...] in base alle sue «sopravvivenze»; e poneva altresì in luce come i costumi e le istituzioni dei popoli selvaggi o barbari fossero, nelle loro caratteristiche fondamentali, i medesimi dei popoli antichi, greci o italici, in quanto appartenenti a uno ...
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CESI, Federico
Agostino Borromeo
Figlio di Angelo, avvocato concistoriale, e di Franceschina Cardoli, nipote del celebre condottiero Gattamelata, nacque, probabilmente a Roma, il 1ºluglio 1500.
Questa [...] avesse lodato come una delle più belle statue antiche esistenti a Roma, il gruppo della Roma trionfante con i due re barbari, collocato poi da Clemente IX nel cortile del palazzo dei Conservatori, il Sileno di cui si conserva un mirabile disegno di ...
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Mesopotamia
Pietro Mander
La terra fra due fiumi dove iniziò la storia
Se si prende la nascita della scrittura come punto di riferimento per separare la storia dalla preistoria, allora i popoli che [...] un grande Stato in cui i Semiti erano in maggioranza (23°-22° sec. a.C.). Dopo l’invasione degli altrimenti ignoti barbari Gutei, scesi dai monti iranici, l’elemento sumerico riprende il sopravvento con l’impero della III dinastia di Ur (21° secolo ...
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CHIESA, Francesco
Paolo Petroni
Discendente di una famiglia di artisti, nacque a Sagno, presso Chiasso, nel Mendrisiotto (Canton Ticino), il 5 luglio 1871 da Innocente e da Maddalena Bagutti.
Il nonno, [...] è poeta vero" a liberarsi dello scrittore.
Verrà poi, dopo la guerra, il periodo carducciano, legato alla scoperta dei "ritmi barbari", e alle poesie, accolte con minori riserve, seguiranno vari volumi di racconti, in cui soggetti psicologici e un po ...
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CORNIANI, Giambattista
Paolo Preto
Nato a Orzinuovi (Brescia) il 28 febbr. 1742 da Giovanni Francesco e Ortensia Peri, studiò lettere nel collegio di S. Bartolomeo di Brescia, dove ebbe come maestri [...] . XI perché in quest'epoca si può realmente rintracciare l'origine della letteratura italiana, dopo che la "scure dei barbari invasori ha troncato il grande albero della letteratura latina". Non manca un accenno al clima politico che rende possibile ...
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Le province europee dell'Impero romano. Le province galliche. Aquitania
Sergio Rinaldi Tufi
aquitania
Anche questa provincia, come le altre due delle Tres Galliae, venne a far parte dello Stato romano [...] di un noto monumento tropaico: sculture (intere e frammentarie) che raffiguravano trofei antropomorfi, Vittorie, personificazioni e barbari prigionieri. Il foro occidentale si estende in senso ovest-est; all’estremità orientale è un tempio dedicato ...
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FAPANNI, Agostino
Paolo Preto
Nato il 25 ag. 1778 ad Albaredo (od. frazione di Vedelago, provincia di Treviso), da Francesco, avvocato bresciano, e Augusta Tosetti, dopo i primi studi nel collegio comunale [...] storici francesi, si pronunciò decisamente per l'abolizione del pensionatico, "una servitù rustica, introdotta fra noi ne' secoli barbari dai popoli settentrionali", che provocava, a suo avviso, danni alle coltivazioni arboree e ai terreni arativi e ...
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donna
Margherita Zizi
L'altra metà del cielo
"Errore della natura" (Aristotele), "uomo mancato" (Tommaso d'Aquino), "sesso debole": queste definizioni dimostrano come quasi sempre la donna sia stata [...] dell'uomo, al quale la donna deve obbedienza. Nei secoli successivi si avrà una mescolanza delle usanze dei barbari con la tradizione cristiana e quella greco-latina. Grazie al sopravvivere di antichi diritti consuetudinari tipici delle tribù ...
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barbariato
s. m. [der. di Barbarìa, per Barberìa (v.)]. – Coltura mista, di grano e segale seminati assieme sullo stesso terreno (o anche, talora, di grano, orzo e vecce); è in uso, per es., in Piemonte.
barbarico
barbàrico agg. [dal lat. barbarĭcus, gr. βαρβαρικός] (pl. m. -ci). – Dei barbari, di popolo barbaro: usanze b.; costumi b.; le orde b.; spesso con riferimento alle popolazioni germaniche della fine dell’evo antico e dell’alto medioevo,...