Pittore (Cagli 1706 - Roma 1776 circa). Si formò alla scuola di S. Conca e risentì di C. Maratta. Lavorò, volgendo in forme classicheggianti ed accademiche il retaggio del barocco romano, per chiese (SS. [...] Celso e Giuliano, S. Apollinare, ecc.) e palazzi di Roma (palazzo e villa Borghese, ecc.); altre opere a Cagli ...
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Comune della prov. di Lecce (di 7,9 km2 con 3672 ab. nel 2008). Frutticoltura e lavorazione del tabacco.
La parrocchiale dell’Assunta è una tipica costruzione del barocco pugliese (17°-18° sec.) con facciata [...] a due ordini e fastigio, modulata da lesene, nicchie e stucchi ...
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Pittore (Milano 1680 circa - ivi prima del 1738). Allievo e poi collaboratore di F. Abbiati (affresco della cupola, 1707, Milano, San Nazaro), fu tra gli esponenti del tardo-barocco lombardo. Tra le sue [...] opere: l'affresco con Madonna e s. Giuseppe (1713, Varallo, San Gaudenzio); i dipinti dell'Assunzione (Milano, Santa Maria dei Crociferi) e della Resurrezione (Pavia, Santa Maria di Canepanova) ...
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Architetto (Palermo 1643 - ivi 1732). Religioso dei Ministri degli Infermi, a Roma (1671-84) progettò la casa madre della Maddalena e si formò allo studio delle forme del Barocco romano che elaborò con [...] estro scenografico a Palermo nelle facciate delle chiese di S. Teresa alla Kalsa (1686) e della Pietà (1689). Disegni di palazzi presso il Museo naz. di Palermo ...
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Architetto (Capiatone, Rota d'Imagna, 1744 - Pietroburgo 1817). In tempo neoclassico Q. fu il maggiore interprete del Palladio; non cercò in lui il pittorico, germe sviluppato dal barocco, bensì l'armonia [...] spaziale delle masse, la scanditura degli elementi tettonici. Tale interpretazione riuscì semplice e grandiosa nel tempo stesso, sempre legata al concetto di severe masse murarie (dove spesso le finestre ...
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Architetto (Napoli 1619 - ivi 1694). Figlio di Bartolomeo (n. Ferrara - m. Napoli 1643), anch'egli architetto e (dal 1623) ingegnere maggiore del Regno di Napoli. Noto esponente del Barocco; ricordiamo [...] tra le sue opere principali a Napoli: il palazzo del Monte dei poveri vergognosi (1657), la guglia di piazza S. Domenico (1658), la chiesa e il palazzo del Monte della misericordia (1658-78), il convento ...
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Scultore (Wiesensteig, Württemberg, 1704 - Monaco di Baviera 1784). Studiò con J. E. Fischer von Erlach e con G. Galli Bibiena. Con I. Günther fu il maggiore esponente del tardo barocco bavarese: realizzò [...] altari e pulpiti soprattutto per conventi e abbazie (Ettal, Diessen, Fürstenzell, ecc.) ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Ezio Raimondi e Giuseppe Ledda
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La letteratura di un’epoca è una pluralità di modi o di lingue che non [...] il suo strumento fondamentale, il suo principio dinamico, con una radicalità e un’ampiezza ignote al Rinascimento.
Introduzione
Il termine di “barocco” con cui oggi si designa la cultura del Seicento o una sua parte può avere una doppia origine: vi è ...
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Architetto e pittore russo, di origine ucraina (m. 1727). Autore della chiesa dell'Arcangelo Gabriele, nota come torre Menšikova (1701-07) a Mosca, una delle più significative espressioni del barocco russo. [...] Z. fu anche a capo di una scuola di pittori e decoratori di icone e iconostasi (iconostasi della cattedrale dei SS. Pietro e Paolo a San Pietroburgo) ...
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Architetto e poeta (Padova 1653 - Modena 1732), custode (dal 1691) della Bibl. univ. di Padova. Come architetto, riprese con vivacità le forme del Palladio fondendole con elementi tratti dal barocco romano; [...] diede i disegni per la chiesa di S. Maria del Pianto, detta del Torresino, a Padova (1718-26); costruì a Venezia la chiesa di S. Gaetano; si devono inoltre a lui la villa Pisani a Stra e alcuni edifici ...
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barocco2
baròcco2 s. m. e agg. [prob. incrocio del fr. baroque (dal port. barroco «perla scaramazza») e di baroco, nome scolastico d’un tipo di sillogismo] (pl. m. -chi). – 1. a. Termine che, usato dapprima (fin dal sec. 16°) per significare...
barocchio
baròcchio (o baròcco o baròccolo) s. m. [forse der. di baro], ant. – Usura, dissimulata col vendere una cosa facendosi dare o promettere per corrispettivo un prezzo esagerato: l’inverso di scrocchio.