MOHOLY-NAGY, Laszlo
Alessandro Cappabianca
Moholy-Nagy, László (propr. Ladislaus)
Pittore, scultore, fotografo, regista cinematografico ungherese, nato a Bácsborsod il 20 luglio 1895 e morto a Chicago [...] La sua attività di artista d'avanguardia si unì alla vocazione didattica, esplicata dal 1923 al 1928 nell'ambito del Bauhaus, e nel cinema si concretizzò mediante la realizzazione, negli anni Venti e Trenta, di alcuni corto e mediometraggi nei quali ...
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REGIA (XXIII, p. 9; App. II, 11, p. 678)
Luigi Squarzina
Paolo Puppa
Dai tardi anni Cinquanta ai tardi anni Settanta la r. teatrale, se sotto un aspetto ha visto la sua inarrestabile affermazione, sotto [...] strade dal Bread and Puppet creato dallo slesiano P. Schumann pantografando e politicizzando i pupi siciliani e richiamandosi d'altronde al Bauhaus e al dada; o come la clamorosa San Francisco Mime Troupe, formata nel 1963 da R. Davis che ha studiato ...
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Narrare con le immagini
Mauro Speraggi
Storie antichissime
Nella preistoria, quando la scrittura non esisteva, le immagini erano un modo di comunicare. L'artista incideva sulle pareti delle grotte le [...] ma anche pittori, musicisti, scultori, grafici, fotografi. Tra loro Johannes Itten, pittore espressionista, figura centrale della scuola del Bauhaus, Paul Klee e Vasilij Kandinskij.
L'oggetto d'arte e la pubblicità
Se provassimo a immaginare per un ...
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Gitai, Amos (propr. Gitai Weinraub, Amos)
Daniela Turco
Regista cinematografico israeliano, nato a Haifa l'11 ottobre 1950. Regista anomalo, inquieto, apolide per necessità e per vocazione, G. ha fatto [...] rinnovata di identità e utopia.
Di origini ucraine e russe ‒ suo padre, nato in Ucraina, fu uno degli architetti del Bauhaus; sua madre, insegnante di teologia ebraica e studiosa di psicoanalisi, era nata in Palestina da padre di origine russa ‒, G ...
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Wicki, Bernhard
Francesco Costa
Attore e regista cinematografico e teatrale, nato a St. Pölten (Austria) il 28 ottobre 1919, da padre svizzero e madre ungherese, e morto a Monaco di Baviera il 5 gennaio [...] per aver fatto parte di un'organizzazione comunista e per i suoi legami con la scuola di architettura del Bauhaus. Aveva debuttato giovanissimo come attore teatrale, e nel dopoguerra si esibì con successo nei teatri tedeschi, austriaci e svizzeri ...
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Neue Sachlichkeit
Giovanni Spagnoletti
Movimento artistico e cinematografico, la N. S. (Nuova Oggettività) ha caratterizzato la cultura tedesca della seconda metà degli anni Venti, a partire dalla Stabilisierungszeit, [...] e drammi dei reduci o dei disoccupati, all'architettura, in cui il funzionalismo tecnico era rappresentato dalla decisiva esperienza del Bauhaus, e, naturalmente, al cinema. Nel giro di pochi anni l'intera nazione tedesca sembrava d'improvviso voler ...
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Dreier, Hans
Alessandro Cappabianca
Scenografo cinematografico tedesco, nato a Brema il 21 agosto 1885 e morto a Bernards-ville (New Jersey) il 24 ottobre 1966. Come direttore dell'Art Department della [...] in un film in costume, sembrano ricollegarsi alla temperie modernista da cui era nata una scuola d'arte come quella del Bauhaus. Nel 1923 si trasferì negli Stati Uniti, dove si legò alla Famous Players-Lasky Corporation dopo una breve permanenza alla ...
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Metropolis
Paolo Bertetto
(Germania 1925-26, 1927, colorato, 166m a 22 fps, 128m a 22 fps nell'edizione restaurata); regia: Fritz Lang; produzione: Erich Pommer per UFA; sceneggiatura: Thea von Harbou; [...] sintesi di particolare suggestione con l'architettura e l'arte europea, da Bruegel al Jugendstil, dall'arte meccanomorfa al Bauhaus. Lo spazio di Lang, realizzato anche grazie a una tecnica di effetti speciali inventata da Schüfftan, costituisce una ...
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Sperimentale, cinema
Bruno Di Marino
L'espressione cinema sperimentale, inadeguata e ambigua, si riferisce a una vasta area di film, caratterizzati quasi sempre da: a) assenza di sceneggiatura, dialoghi [...] nello spazio dello schermo.
Basati sugli aspetti luministico-percettivi, furono invece gli esperimenti realizzati nell'ambito del Bauhaus: dalle partiture di Werner Graeff (filmate però solo negli anni Settanta) ai giochi di riflessi luminosi di ...
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Indipendente, cinema
Serafino Murri-Bruno Roberti
Caratteristiche del cinema indipendente
Con l'espressione cinema indipendente si definisce un insieme di modalità realizzative, produttive e distributive, [...] movimenti artistici come il Surrealismo (v.) in Francia (Luis Buñuel, Jean Cocteau) o vicini alle esperienze estetiche del Bauhaus in Germania (Walter Ruttmann, Hans Richter ecc.).
Negli anni Quaranta nel cinema europeo e, in particolare, in quello ...
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moderno
modèrno agg. e s. m. [dal lat. tardo modernus, der. dell’avv. modo «or ora, recentemente»]. – 1. a. Che appartiene o si riferisce al nostro tempo o ai tempi più vicini a noi: idee, usi, costumi m.; le m. istituzioni; i m. ritrovati...
deco
déco 〈dekò〉 agg. e s. m., fr., invar. – Forma abbreviata di décoratif («decorativo»), usata spesso in luogo della locuz. art déco 〈àar dekò〉, che designa lo stile diffusosi in Europa e in America a partire dagli anni ’20 del Novecento,...