Denominazione complessiva (ted. Plattdeutsch o Niederdeutsch) dei dialetti parlati nella Germania settentrionale. Dai dialetti del territorio medio-tedesco e alto-tedesco questi si staccano per la conservazione [...] della Germania settentrionale usarono nei rapporti con gli altri Stati l’alto-tedesco, e l’impiego di questo come lingua letteraria venne sostenuto dalla Bibbia di Lutero; cosicché il b. resta solo come lingua di una ricca letteratura dialettale. ...
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Scienziato e scrittore (Arezzo 1626 - Pisa 1698). Fu tra i primi ad applicare il metodo sperimentale alle scienze naturali; dimostrò la falsità della generazione spontanea negli Insetti (1668) e fu inoltre [...] », ne indagò le etimologie. Raccolse una preziosa biblioteca, ora alla Laurenziana, che annovera manoscritti preziosi, quali la Bibbia volgare trecentesca e l'autografo dell'autobiografia di B. Cellini. In età giovanile R. visitò Roma, Napoli ...
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FRANCESCHINI, Ezio
Claudio Leonardi
Nacque a Villa (dal 1926 Villa Agnedo), in Valsugana nel Trentino, il 25 luglio 1906 da Mario e da Maria Martinelli. Nel corso della prima guerra mondiale, nel 1915 [...] nell'Alto Medioevo, in Il passaggio dall'antichità al Medio Evo, Spoleto 1962, pp. 296-328; e La Bibbia nell'Alto Medio Evo, in La Bibbia nell'Alto Medio Evo, ibid. 1963), ma soprattutto a personaggi-scrittori di primo piano. Tra questi Benedetto da ...
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L’Italia può vantare il maggior trattato di linguistica dell’Europa medievale, il De vulgari eloquentia di ➔ Dante Alighieri, scritto in latino per definire i caratteri del volgare illustre, in cui, per [...] estremi opposti, non ne abbisognano. Il linguaggio nacque con Adamo (non con la prima donna, come si potrebbe credere leggendo la Bibbia), che si rivolse per la prima volta a Dio dicendo El (termine ebraico per «Dio»). La lingua adamitica era unica e ...
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Dottore ebreo (n. nel distretto di el-Fayyūm 882 d.C. - m. Sūrā, Babilonia, 942). Fu il maggiore dei gĕōnīm e il fondatore della filosofia ebraica medievale. A lui si deve da un lato l'affermazione dell'ebraismo [...] ebraico e una monografia sugli hapax legomena dell'Antico Testamento. Infine, S. è autore di una traduzione in arabo della Bibbia accompagnata da un commento, che divenne testo classico per tutti gli Ebrei di lingua araba, e anche fuori dell'ambiente ...
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Con la metafora dell’immagine di una lingua ci si riferisce ai giudizi e alle opinioni che su questa lingua sono prodotti da parlanti di altre lingue. Si tratta di giudizi intuitivi, non fondati su fatti [...] , il primo giudizio sulla lingua italiana pervenutoci è inglese e si trova citato nel prologo alla seconda edizione della Bibbia di Wycliffe, del 1388 circa, attribuita al suo allievo John Purvey, il quale scrive che ai viaggiatori stranieri in ...
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Storico della lingua e saggista italiano (n. Castigliole Saluzzo, Cuneo, 1936); dal 1976 prof. di storia della lingua italiana all'univ. di Torino. Oltre a studi su diversi aspetti della lingua, letteraria [...] patrimonio di forme linguistiche legate a miti e credenze della civiltà contadina; Sicuterat. Il latino di chi non lo sa: Bibbia e liturgia nell'italiano e nei dialetti (1999; nuova ed. ampl. 2001), una sorta di catalogo ragionato delle espressioni ...
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Giudeo-italiano è un’etichetta ambigua perché può designare due fatti linguistici e culturali diversi, qualunque sia il rapporto ‘genetico’ tra loro, di continuità o di indipendenza. Da una parte c’è la [...] tombale», pesklu «chiavistello» (Cuomo 1977);
(b) glossari biblici e di altra natura, a volte ordinati per argomento;
(c) traduzioni della Bibbia, dal XIII al XVII secolo, in cui il volgare assume le caratteristiche di una vera e propria lingua-calco ...
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(XV, p. 338)
Filologia classica. - Nell'ultimo sessantennio la f. classica − intesa come disciplina rivolta allo studio dei testi greci e latini antichi con particolare attenzione alla loro trasmissione, [...] the Bible in the Middle Ages, Oxford 1952 (19833); si basa sulla seconda edizione (London 1962) la trad. it., Lo studio della Bibbia nel Medioevo, Bologna 1972 (Introduzione di C. Leonardi, pp. vii-xxvi). Dopo il volume di de Lubac si veda, oltre ai ...
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Alfabeto
A. Petrucci
G. Tamani
A.M. Piemontese
H. Gustavson
PARTE INTRODUTTIVA
di A. Petrucci
Ogni a. è un sistema di segni dotato, in quanto tale, di una forte valenza simbolico-figurativa, e quindi [...] a. d'apparato furono raggiunti più tardi nel corso del sec. 9° e precisamente nei grandi codici commissionati da Carlo il Calvo, quali la Bibbia di S. Paolo f.l.m. a Roma, opera di Ingoberto, e il c.d. Codex Aureus di Monaco (Bayer. Staatsbibl., Clm ...
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bibbia
bìbbia s. f. [dal lat. tardo Biblia, gr. τὰ βιβλία «i libri»]. – 1. Il complesso delle Scritture sacre dell’ebraismo e del cristianesimo comprendente cioè i libri dell’Antico e del Nuovo Testamento (scritto in genere con iniziale maiuscola):...
bibbio
bìbbio s. m. [lat. vipio (-onis), la gru minore]. – 1. Uccello della famiglia delle anatre, più noto col nome di fischione. 2. Nome dato nell’Italia centr. al gabbiano comune.