Ellenista (Milano 1786 - ivi 1858). Fu amico di V. Monti e dei principali studiosi e letterati del suo tempo. Compose una tragedia d'argomento biblico, La figlia di Jefte; ma fu soprattutto traduttore, [...] specialmente dal greco (tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide) ...
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Poeta francese (n. Vendôme 1140 circa - m. 1209); canonico regolare a Reims, è autore di un poemetto, Passio sanctae Agnetis, e di un poema biblico di circa 15.000 versi, Aurora, che si diffuse nelle scuole [...] come testo didattico, e di cui compilò egli stesso una specie di antologia, Floridus aspectus ...
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(ebr. Shĕkem) Antica città palestinese (od. Tell Balatah) nelle montagne di Efraim, menzionata già all’inizio del 2° millennio a.C. Secondo il racconto biblico, vi fece sosta Abramo (Genesi 12, 6-7) e [...] Giacobbe vi comprò un campo (ibid. 33, 18-20), erigendovi un altare. Le testimonianze archeologiche sono databili a partire dal 19° sec. a.C. (muro ciclopico, palazzo, porta, edificio sacro, cinta muraria) ...
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purìm Festa ebraica («le sorti»), che si celebra nei giorni 14 e 15 del mese di ădār. Trae origine, secondo la narrazione del libro biblico di Ester, dal pericolo corso dagli Ebrei in Persia: il ministro [...] Aman ne decretò lo sterminio, fissandone la data per mezzo delle «sorti»; ma l’intervento di Mardocheo valse a liberarli. Secondo alcuni studiosi, il motivo storico della salvezza sarebbe stato inserito ...
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Esegeta e filologo (Achern, Baden, 1869 - Roma 1945); gesuita (1888), prof. (1907) di teologia fondamentale poi di esegesi neotestamentaria a Valkenburg, quindi all'Istituto Biblico di Roma. Autore di [...] molti studî filologici ed esegetici, ha legato il suo nome all'edizione critica del Nuovo Testamento greco alla quale ha atteso per tutta la sua vita di studioso: Novum Testamentum graece et latine (1a ...
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Nome con cui, nella patristica greca e latina, sono indicati il periodo di sei giorni della creazione del mondo (ἡ ἑξαήμερος [περίοδος]) e il racconto biblico della creazione.
È titolo frequente di commenti [...] alla Genesi ...
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Teologo e giurista (Croft 1635 circa - Londra 1715). La sua Telluris theoria sacra (1681) tende a conciliare, attraverso l'interpretazione allegorica del testo, il racconto biblico della creazione con [...] le nuove teorie fisiche: sull'argomento tornò nelle Archeologiae philosophicae (1692), che destarono però aspre polemiche ...
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Assiriologo tedesco (Olpe, Vestfalia, 1865 - Roma 1954). Gesuita, fu allievo di F. Strassmaier a Londra e dal 1909 al 1945 fu prof. nel Pontificio istituto biblico di Roma. Tra le sue pubblicazioni: Šumerische [...] Grammatik (1939), Šumerisches Lexicon (1928-33), Pantheon Babylonicum (1950) ...
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Scrittore cristiano (m. 548-49), quaestor sacri palatii di Giustiniano e autore di due libri di Instituta regularia divinae Legis, specie di introduzione o manuale biblico, in cui applica dottrine, non [...] tanto di Teodoro di Mopsuestia quanto della scuola di Nisibi ...
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Il complesso delle Scritture sacre dell’ebraismo e del cristianesimo (dal lat. tardo Biblia, gr. τὰ βιβλία «i libri»).
Religione
Nelle comunioni e confessioni religiose che riconoscono il carattere sacro [...] da ebrei in concorrenza con la LXX (Aquila, Teodozione, Simmaco, sec. 2° d.C.), con le versioni aramaiche, o targūmīm, e con i testi biblici del Mar Morto assicura dell’esistenza, già verso il sec. 2° d.C. (e forse anche un secolo o due prima), di un ...
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biblico
bìblico agg. [der. del lat. tardo Biblia «Bibbia»] (pl. m. -ci). – 1. a. Della Bibbia, contenuto nella Bibbia; testo b.; racconti, soggetti biblici. b. Attinente alla Bibbia, utile all’intelligenza, alla conoscenza, alla diffusione...
biblicismo
s. m. [dal ted. Biblicismus]. – 1. In teologia, stretta aderenza alla Bibbia. 2. Tendenza di alcuni teologi luterani a interpretare la Bibbia in senso realistico o letterale, soprattutto relativamente all’escatologia.