già (già mai)
Riccardo Ambrosini
1. Alla scarsa frequenza dell'avverbio che si riscontra nella Vita Nuova e nel Convivio (20 e 21 attestazioni rispettive), nelle cui prose manca il nesso ‛ g. mai ' (nella [...] , nascendo, ancor paura / ... Non avea case di famiglia vòte / ... Non era vinto ancora), inquadra il così dolce ostello (XV 132) in cui Cacciaguida nacque (XVI 40) e vide (vv. 87-93 Io vidi... e vidi... / e vidi) gli alti Fiorentini (v. 86), il cui ...
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anafora
Francesco Tateo
. Figura retorica appartenente al genere della repetitio, e designata appunto in latino col nome di repetitio, o anche di iteratio e relatio: consiste nel ripetere la medesima [...] . Si vedano in special modo i canti XV e XIX del Paradiso, che affidano alla forza oratoria dell'a. gli eloquenti discorsi di Cacciaguida e dell'Aquila in riprovazione della decadenza morale e politica. In Pd XV, a parte l'a. dei vv. 55-61 (Tu credi ...
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DELLA SCALA, Bartolomeo
Gian Maria Varanini
Secondo signore di Verona, era figlio primogenito di Alberto e di Verde da Salizzole. Nacque al più tardi - ignoriamo la data esatta - durante il settimo [...] del suo primo soggiorno veronese. Tra i dolori e le amarezze dell'esilio - profetizza infatti al poeta fiorentino l'avo Cacciaguida - "lo primo tuo refugio, il primo ostello / sarà la cortesia del gran Lombardo / che 'n su la scala porta il ...
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tacere [imperf. ind. III plur. anche taciensi; pass. rem. I e III singol. anche tacetti e tacette; imperf. cong. i singol. tacesse]
Alessandro Niccoli
Per quanto sia presente in tutte le opere, compresi [...] " dignitoso " o non piuttosto, come sembra plausibile, " opportuno " (per la questione, v. Barbi, Problemi I 288), la reticenza di Cacciaguida, e per lui di D., a diffondersi sui propri ascendenti ha la sua motivazione poetica nel senso di equilibrio ...
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latino
Bruno Basile
Giorgio Brugnoli
In funzione sostantivale o aggettivale, la voce ricorre con alta frequenza (specie nel Convivio) e con interessanti variazioni di significato.
Il riferimento alla [...] una Firenze sobria e pudica (Pd XV 99) e della naturale nobiltà della favella di quell'esemplare mitico di cui Cacciaguida è la figurazione politica intorno alla quale gira l'intera struttura del grande carmen laicum. Nel quadro della grande difesa ...
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tempo
Cesare Vasoli
D. usa questo termine in molte occorrenze e diversi sensi, alcuni dei quali propri del linguaggio comune e privi d'intenzioni filosofiche e dottrinali. Ma propone anche una definizione [...] ' data da stelle propinque; ancora, in Pd XVII 45 (da Dio mi viene / a vista il tempo che ti s'apparecchia), Cacciaguida scorge in Dio, causa prima, il ‛ futuro ' del suo discendente, che sarà attuato tramite le cause seconde, i cieli (e così ...
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Farinata
Mario Sansone
Appellativo di Manente degli Uberti, capopartito ghibellino, personaggio del C. X dell'Inferno.
Appartenente a nobile, ricca e antica famiglia ghibellina, figlio di Iacopo, nacque [...] " affatto esterna ", ma aggiunge l'osservazione notevole che qui D. se non proprio la piccola Firenze dell'età pura di Cacciaguida, vagheggia la Firenze delle generazioni di Montaperti e di Benevento, " non scevra di colpe per l'ardore delle sue ...
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amico
Emilio Pasquini
1. Come sostantivo, nel valore fondamentale di " persona legata a un'altra da vincoli d'amicizia ", si riconnette all'excursus e alle digressioni del Convivio, che esaminano il [...] , e l'uno è la verità, a la verità è da consentire "; ma troverà la sua più vera celebrazione nel terzo canto di Cacciaguida: s'io al vero son timido amico, / temo di perder viver tra coloro / che questo tempo chiameranno antico (Pd XVII 118). In uso ...
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Orosio, Paolo
Antonio Martina
L'autore degli Historiarum adversus paganos libri VII (nato a Tarragona, Spagna, verso la fine del sec. IV, e morto in data sconosciuta nell'Africa del nord), opera che [...] Cic. Tusc. V XXXV 101), infine, ci riconduce, sebbene non come a fonte principale, il ricordo di Sardanapalo, fatto da Cacciaguida in Pd XV 107-108, che contrappone all'innocenza dei costumi della Firenze di un tempo la depravazione che corrode la ...
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dare
Beatrice Guidi
Verbo che ricorre frequentemente in tutta l'opera di D., sia nella prosa che nella poesia. Dal suo significato proprio, che è quello del latino dare, l'uso è esteso a una ricchissima [...] voces "); If III 133 La terra lagrimosa diede vento. Ha il valore particolare di " far nascere ", in Pd XV 133, dove Cacciaguida ricorda come la Madonna, invocata dalla madre nei dolori del parto, lo diè al dolce ostello, cioè alla virtuosa e sobria ...
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verbo
vèrbo s. m. [dal lat. verbum «parola», e nei grammatici «verbo»]. – 1. a. Parola. Con questo sign., è com. ormai soltanto in alcune espressioni (per es., ripetere a verbo a verbo, parola per parola), e soprattutto in alcune frasi negative...
paterno
patèrno agg. [dal lat. paternus, der. di pater «padre»]. – 1. a. Del padre, che appartiene al padre o da lui proviene: l’amore p.; i consigli, i rimproveri p.; l’autorità p.; la casa p.; beni p. (e analogam. eredità p., quella costituita...