aritmetica
aritmètica [Der. del lat arithmetìca, dal gr. arithmós "numero"]. Parte della matematica concernente lo studio dei numeri, soprattutto dei numeri interi; il termine, per la prima volta usato [...] dai pitagorici per indicare la scienza astratta dei numeri, in contrapp. a logistica (la parte pratica del calcolonumerico), designa nell'uso moderno sia la scienza astratta dei numeri, sia le regole pratiche di calcolo su essi; in partic.: (a) a. ...
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rettangolo
rettàngolo [agg. e s.m. Der. del lat. rectangulus o rectiangulus, comp. di rectus "retto" e angulus "angolo"] [ALG] Di ogni figura geometrica piana dotata di uno o più angoli retti: triangolo [...] negli m rettangolini di ciascuna colonna. ◆ [ANM] Formula dei r.: formula che permette il calcolo approssimato di un integrale definito di una funzione continua: v. calcolonumerico: I 408 b. ◆ [ALG] Parallelepipedo r.: quello nel quale i tre spigoli ...
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simplesso
simplèsso [Der. dell'ingl. simplex, che è dal lat. simplex -icis "semplice"] [ALG] Nella geometria, generalizzazione dei concetti di segmento, triangolo, tetraedro; precis., dati in uno spazio [...] un s. euclideo. ◆ [ANM] Criterio, o metodo, del s.: uno dei metodi usati nella programmazione lineare per passare, con un numero finito di passi di calcolonumerico, da una soluzione ammissibile (cioè che rispetta i vincoli) a una soluzione ottimale. ...
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Simpson Thomas
Simpson 〈sìmson〉 Thomas [STF] (Market Bosworth 1710 - ivi 1761) Prof. di matematica nella Reale accademia di Woolwich (1743). ◆ [ALG] Formula di S., o di Cavalieri-S.: formula relativa [...] a un procedimento per eseguire la quadratura approssimata di una superficie piana sostituendo agli archi del contorno archi di parabola che li approssimino: v. calcolonumerico: I 408 d. ...
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Eulero
Eulèro [STF] Forma italianizz. assai frequente del cognome di L. Euler. ◆ [ALG] [MCC] Angoli di E.: terna di angoli con cui s'individua l'orientamento di un solido intorno a un punto o, che è [...] ordinarie nel campo reale: II 458 d. ◆ [ANM] Metodo di E., semplice e modificato: per la risoluzione numerica di equazioni differenziali ordinarie: v. calcolonumerico: I 409 e. ◆ [MCC] Modello di asta elastica di E.: v. analisi non lineare: I 135 f ...
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massimo
màssimo [agg. e s.m. Der. del lat. maximus, superlativo di magnus "grande" e quindi "il più grande" e, sostantivato, "cosa la più grande possibile"] [ALG] M. comune divisore di ideali di un anello: [...] G e l'u-guaglianza vale solo se f(x)=M, ∀x∈G, cioè se f(x) è costante. ◆ [ANM] Principio discreto di m.: v. calcolonumerico: I 411 e. ◆ [ANM] Problema dei m. e minimi: la ricerca dei massimi e minimi valori che una data grandezza può assumere in un ...
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differenza
differènza [Der. del lat. differentia, da differens -entis "differente", part. pres. di differre "essere differente"] [ALG] Il risultato dell'operazione di sottrazione. ◆ [EMG] D. di potenziale [...] le proprietà delle d. finite si richiamano a proprietà del calcolo differenziale. ◆ [ALG] D. media logaritmica: il , ..., Δny)=0, dove y è una funzione di x, Δy=y(x+Δx)-y(x) e Δiy=Δ(Δi-1y). ◆ [ANM] Metodo alle d. finite: v. calcolonumerico: I 410 d. ...
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errore
erróre [Der. del lat. error -oris, da errare "sbagliare"] [ALG] Nel calcolonumerico, la differenza (positiva o negativa) tra il valore calcolato di un numero e il suo valore esatto, che si riscontra [...] .) ritenuto soddisfacente per un determinato fine, oppure quando un'approssimazione sia resa necessaria dalla natura stessa del calcolo. ◆ [MTR] Dato sperimentale che non corrisponde a quello vero e anche, con signif. quantitativo, lo scarto di ...
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Jacobi Karl Gustav Jacob
Jacobi 〈iakóbi〉 Karl Gustav Jacob [STF] (Potsdam 1805 - Berlino 1851) Prof. di matematica nell'univ. di Königsberg (1827). ◆ [MCC] Condizione di J.: v. moto, costanti del: IV [...] Hamilton-J.: è un metodo d'integrazione delle equazioni di Hamilton: v. meccanica analitica: III 656 b. ◆ [ANM] Metodo iterativo di J.: v. calcolonumerico: I 409 a. ◆ [ANM] Parentesi di J.: date due funzioni F(x,u,p) e G(x,u,p), dove x=(x₁,...,xn) e ...
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medio
mèdio [agg. Der. del lat. medius "che sta nel mezzo"] [LSF] Relativ. a una grandezza capace di assumere valori differenti nel tempo o nello spazio o in relazione a variabili condizioni ambientali [...] utilizzatori; per correnti continue, è considerata m. una tensione non maggiore di 600 V. ◆ [ANM] Formula dei punti m.: v. calcolonumerico: I 408 d. ◆ [ELT] Onde m.: onde radio con lunghezza d'onda tra 100 e 1000 m (onde ettometriche) e con ...
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numerico
numèrico agg. [der. di numero] (pl. m. -ci). – 1. a. Di numero, di numeri, costituito da numeri: segni n., i numeri stessi; caratteri n., i caratteri tipografici che rappresentano numeri, e, in informatica, i simboli (diversi da quelli...
numero
nùmero s. m. [dal lat. numĕrus; cfr. novero]. – 1. Ciascuno degli enti astratti che rappresentano insiemi di unità, ordinati in una successione infinita (serie naturale dei n.) nella quale ogni elemento conta un’unità in più rispetto...