Martire, la cui tomba era venerata dal 6º sec. in Cesarea di Cappadocia. La sua biografia è ignota; secondo una leggenda sarebbe stato un soldato, martire sotto Decio (250) per non avere voluto sacrificare [...] agli dèi. Forse da identificare con M. di Eclano (ant. Aeclanum, presso Mirabella Eclano). Festa, 25 novembre ...
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Fiume dell’Italia centro-meridionale (circa 120 km); nasce in Abruzzo, presso Cappadocia, si sviluppa attraverso il Lazio e, al confine con la Campania, si unisce al Rapido-Gari formando il Garigliano.
Nella [...] Valle del L., a Pignataro Interamna (Frosinone), sono venute in luce amigdale acheuleane, associate a resti di Elephas antiquus. All’Eneolitico è riconducibile la stazione all’aperto di Sora. In tutta ...
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SEBASTOPOLI nel Ponto
Roberto Paribeni
Antica città ascritta alla provincia romana di Cappadocia, poi a quella che nel riordinamento giustinianeo si disse Armenia Prima. Il nome le fu dato certo in [...] onore di Augusto, come pare assodato dal fatto ch'essa adottò una sua era che comincia con l'anno 3 a. C. Importanti vie la congiungevano a Cesarea Mazaca, a Sebastia, a Troia. Divinità principale della ...
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Uomo politico romano (1º-2º sec. d. C.). Console suffetto (110), governatore della Cappadocia e dell'Armenia, poi della Siria (117-119); di nuovo console (120), poi governatore dell'Africa (125), infine [...] praefectus urbi, nel 138 fu dimesso da questa carica poiché, aspirando alla successione di Adriano, si dimostrò contrario all'adozione di Antonino Pio. Proavo di Marco Aurelio ...
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Goto ariano (n. 311 circa - m. Costantinopoli 383). Nato da genitori cristiani provenienti dalla Cappadocia, fu consacrato vescovo (341 circa) da Eusebio di Nicomedia; esercitò il suo vescovato prima in [...] terra gotica a nord del Danubio, poi con i cosiddetti Goti minori in territorio romano, nella Mesia, convertendo al cristianesimo ariano i Visigoti. Scrisse trattati e commenti in greco e latino, inventò ...
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ARIARATE V Eusebe Filopatore (᾿Αριαρά-ϑης Εὐσεβής Φιλοπάτωρ)
M. Borda
L. Rocchetti
Re di Cappadocia, figlio di Ariarate IV. Cominciò il suo regno nel 162 a. C. Rifiutò aiuto a Demetrio I di Siria che [...] era salito al trono contro la volontà dei Romani e fu perciò da questi, alleatosi col fratello Oroferne, cacciato dal regno. Caduto Demetrio (150), collaborò con Roma nella guerra contro Aristonico e vi ...
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città sotterranee
Fabrizio Di Marco
Vivere sotto la terra
Nell'antichità si viveva anche sottoterra: in Cappadocia vennero costruite molte città sotterranee e rupestri, cioè scavate nelle rocce. Sono [...] romane o le necropoli etrusche sono vere e proprie città dei morti scavate nel terreno.
Nella regione turca della Cappadocia esistono una decina di misteriose città sotterranee, risalenti all'era ittita. La più grande è quella di Derinkuyu: si ...
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MANCINI, Italo
Raffaella Catini
Nacque il 13 apr. 1897 a Petrella Liri, frazione di Cappadocia, in provincia dell'Aquila, da Olindo, medico, e da Margherita Basile.
Compì gli studi a Roma, dove nel [...] 1917 conseguì il diploma di disegno architettonico presso l'istituto di belle arti. Congedato dal servizio militare al termine del primo conflitto mondiale, dal 1920 intraprese l'attività professionale ...
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Teologo bizantino (n. Patrasso 850 circa - m. dopo il 933); metropolita (907) di Cesarea di Cappadocia, avverso, come Nicola il Mistico, alle quarte nozze dell'imperatore Leone VI il Sapiente, avversò [...] poi il ritorno di Nicola al patriarcato (912), onde fu espulso dalla sede, che riebbe alla riconciliazione tra i seguaci dei due patriarchi rivali Eutimio e Nicola (921). Fu amico di Romano Lecapeno, sicché ...
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cappadoce
cappàdoce agg. e s. m. e f. [dal lat. Cappadox -ŏcis, gr. Καππάδοξ -οκος]. – Della Cappadocia, regione storica dell’Asia Minore. Padri c.: sono così denominati talora, per la comune provenienza, alcune delle maggiori figure del cristianesimo...
nazianzeno
nażianżèno agg. e s. m. (f. -a). – Di Nazianzo, antica città dell’Asia Minore, in Cappadocia, nota soprattutto come patria di s. Gregorio, padre e dottore della Chiesa (c. 330 - c. 390), soprannominato perciò s. Gregorio Nazianzeno.