Pittore (Cosenza 1503 - ivi 1565), attivo a Napoli dal 1539 al 1549. Sensibile ai modi di Polidoro da Caravaggio, dipinse opere dai vivaci toni narrativi, fra le quali: Madonna col Bambino e santi (1545, [...] Napoli, S. Aniello); Ascensione della Vergine (1551, Cosenza, S. Francesco di Paola) ...
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Pittore (Siena 1571 circa - Roma 1626). Formatosi nell'ambito della cultura tardo-manierista, fu poi diretto seguace del Caravaggio, di cui imitò spesso anche i soggetti (Gioco della morra, pinacoteca [...] di Siena), pur attenuando il realismo drammatico della rappresentazione. Tra le opere più notevoli: S. Romualdo (chiesa dei camaldolesi, Frascati), Adorazione dei pastori (S. Giacomo degli Incurabili, ...
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Pittore (Napoli 1616 - ivi 1656). Varie influenze, dirette e mediate, di Tiziano, di Rubens, di van Dyck e soprattutto del Caravaggio e dei caravaggeschi napoletani, affiorano nel suo stile, ricco di un [...] delicato senso della luce, colta nei suoi passaggi più raffinati e preziosi, e di una grande eleganza compositiva. L'unica opera firmata e datata, la Santa Cecilia (Firenze, Palazzo Vecchio), è del 1645; ...
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Pittore (n. in Calabria 1486 circa - m. Napoli 1542), attivo a Napoli dal 1508, forse allievo a Roma di Polidoro da Caravaggio. Una sua Disputa di s. Agostino (1530) è nella pinacoteca di Napoli. ...
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Pittore, nacque in Roma nel 1585, morì nel 1652. Studiò pittura da principio seguendo le orme del Caravaggio, ma con l'eclettismo proprio del suo tempo, che lo volgeva ora verso Raffaello, ora verso Tiziano. [...] Lavorò a lungo col perugino Agostino Tassi. Dei due fratelli della moglie, entrambi pittori e nati in Roma, ebbe discepolo e aiuto il minore, Filippo Lauri. Opere del C. si vedono nella chiesa di Montecalvario ...
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VERMIGLIO, Giuseppe
Maria Cristina Terzaghi
– Figlio di Pietro (Archivio di Stato di Roma, ASR, Tribunale del governatore, Costituti, 1606, reg. 563, c. 25v; Terzaghi, in Percorsi caravaggeschi..., [...] ; M.C. Terzaghi, Roma vista da Milano. Per una rilettura degli esordi dei pittori lombardi e piemontesi a Roma, in Roma al tempo di Caravaggio (catal., Roma), II, Saggi, a cura di R. Vodret, Milano 2012, pp. 189-207; F.M. Ferro, G. V. a Novara e nel ...
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Pittore (Viterbo 1590 circa - Roma 1625). Protetto a Roma del marchese Crescenzi (per cui fu chiamato Bartolomeo del Crescenzi), fu sensibile soprattutto al Caravaggio e al Gentileschi (Visitazione, Viterbo, [...] Pal. Pretorio; Sacra Famiglia, Torino, Pinacoteca). Fu in Spagna nel 1617 ...
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MENNITI (o Minniti), Mario
Pittore, nato a Siracusa nel 1577, morto ivi il 1 dicembre 1640. Sembra che, giovane, fosse a Roma amico e discepolo del Caravaggio. Sin dal 1624 risulta residente a Messina, [...] un folto stuolo di aiuti, svolse un'attività intensissima spesso a scapito della qualità delle sue opere, dominate dall'arte del Caravaggio, in parte perdutesi nel terremoto del 1908. La Vedova di Naim, nel Museo nazionale di Messina, considerato il ...
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Pittore (Amsterdam 1583 - ivi 1633). Completò la sua formazione in Italia: a Roma, intorno al 1603, ebbe modo di conoscere le opere di Caravaggio e dei Carracci e fu probabilmente in contatto con la cerchia [...] di A. Elsheimer di cui sentì fortemente l'influsso (Fuga in Egitto, 1608, Rotterdam, mus. Boymans-van Beuningen). Trattò con opulenta ricchezza temi biblici e mitologici, organizzati teatralmente in gruppi ...
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Pittore e scrittore (Roma 1573 circa - ivi 1644). Come pittore, dopo un inizio manieristico, fu tra i primi a tentare di accostarsi ai modi del Caravaggio, ma con alcune alterazioni accademiche (per es. [...] Trastevere e nell'Amor sacro nei Musei statali di Berlino) che provocarono derisione e ingiurie nei suoi riguardi da parte del Caravaggio stesso e dei suoi allievi; di qui una querela del B. e il celebre processo del 1603, cui seguì l'allontanamento ...
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caravaggesco
caravaggésco agg. e s. m. (pl. m. -chi). – Del pittore Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610), con riferimento al suo stile, al suo modo di dipingere: maniera c.; stile c.; scuola caravaggesca. Come s. m., seguace...
deposizione
depoṡizióne s. f. [dal lat. depositio -onis, der. di deponĕre «deporre», part. pass. deposĭtus]. – L’atto di deporre, ma solo in alcuni dei sign. del verbo: 1. Il depositare o depositarsi, al fondo del recipiente, delle parti solide...