ALGAROTTI, Francesco
Ettore Bonora
Nacque a Venezia l'11 dic. 1712 da Rocco, facoltoso mercante, e da Maria Mercati. Dopo aver fatto i primi studi nella città nativa, fu per un anno a Roma al Collegio [...] ,XIV (1953), pp. 8-10; A. Scaglione, L'A. e la crisi letteraria del Settecento e Il pensiero dell'A.: I "Saggi" sul Cartesio, sul Triumvirato e sugl'Incas,in Convivium,n.s., IV (1956), pp. 176-196 e 404-426; M. Fubini, Dall'Arcadia all'Illuminismo: F ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Umberto Eco
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Il secolo dell’inquietudine
La filosofia medievale era fondata sulla certezza della fede.
Umanesimo [...] cosa per vera, se non possa essere riconosciuta evidentemente per tale.
Il metodo può essere “razionale”, come per lo stesso Cartesio o per Spinoza e Leibniz (e allora si cercano nei meccanismi stessi del pensiero umano le leggi che permettano di ...
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ragione
Anna Lisa Schino
Guida della conoscenza e della condotta dell’uomo
La ragione è la facoltà di ragionare, ossia di mettere in rapporto i concetti. È quindi la facoltà di giudicare, cioè di [...] la valutazione data da Tommaso d’Aquino si inverte e la ragione guadagna il primo posto come attività conoscitiva superiore. Cartesio definisce la ragione come «capacità di ben giudicare e di distinguere il vero dal falso» e la identifica con il ...
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numero
Per numeri (ἀριϑμόι) i Greci intendono esclusivamente i n. naturali (interi positivi), ossia i n. che rispondono alla domanda: «quanti?». Per i pitagorici i n. non possiedono un’esistenza fuori [...] ogni elemento materiale: «il matematico studia oggetti ottenuti per sottrazione» (Fisica, 248 b 19-21). A partire da Cartesio il n. fu essenzialmente legato a un’operazione di astrazione, con una sua esistenza puramente soggettiva, un’esistenza, cioè ...
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senso
Termine che presenta una complessa stratificazione semantica, potendo indicare, volta a volta: (1) la facoltà di ricevere impressioni da stimoli esterni o interni, ossia la sensibilità; (2) ciascuna [...] per sottolineare, coerentemente con la propria impostazione razionalista, l’irriducibilità dell’intelletto stesso alla sensibilità. A Cartesio va fatta invece risalire la tradizione semantica che assume il buon s. quale sinonimo di ragione, ossia ...
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Uno dei rami fondamentali delle scienze matematiche: in senso lato l’a. studia le operazioni, definite in un insieme, che godono di proprietà analoghe a quelle delle ordinarie operazioni dell’aritmetica. [...] francesi, che introducono le notazioni moderne (uso dei coefficienti indeterminati ecc.) e, con la Géométrie (1637) di Cartesio, introducono una nuova concezione dell’a.: non più subordinata alla geometria (come nella concezione greca), ma anzi mezzo ...
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(A. T., 22-23, 24-25-26, 24-25-26 bis, 27-28-29, 29 bis).
Il nome. - Secondo Antioco di Siracusa (Dion. Halic., I, 35), il nome d' Italia derivava da quello di un potente principe di stirpe enotrica, Italo, [...] po' delle stesse armi dei novatori: quella che ebbe in Vico il suo maggiore rappresentante. E col Vico abbiamo la critica di Cartesio, che è la critica anticipata dell'illuminismo. La sua voce allora non destò grande eco. Solo in seguito l'Italia l ...
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STORIA (fr. histoire; sp. historia; ted. Geschichte; ingl. history)
Goffredo COPPOLA
Guido CALOGERO
Arnaldo MOMIGLIANO
Carlo ANTONI
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Il concetto di storia, che nel pensiero antico e medievale ha [...] 'uomo s'inquadra e si arricchisce nell'esaltazione della natura: e tutti i grandi sistemi gnoseologici e metafisici che, da Cartesio a Kant, si pongono il problema della natura della soggettività e della sua situazione teoretica e pratica in seno all ...
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Nel termine concetto sono originariamente compresi due sensi: l'attività della concezione (che si contrappone alla passività del senso) e il risultato di quest'atto, il concepito. Attribuendo a Socrate [...] ad esser messo in evidenza l'aspetto della concezione. Il cogito e non il cogitatum è il punto di partenza di Cartesio. Spinoza chiama concetto quod mens format, propterea quod res est cogitans (Eth., II, def. 3), e aggiunge che la percezione ...
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Filosofo, scienziato, scrittore. Nacque in Arbe sull'isola omonima, nel 1560 da nobile famiglia dalmata. Fatti i suoi studî nel seminario di Loreto e all'università di Padova, fu accolto nell'ordine dei [...] cose nuove, non diede tutto quello che i suoi esordî avevano promesso. Tuttavia il De D., predecessore di Newton e di Cartesio, è una delle più cospicue figure tra gli uomini illustri della Dalmazia.
Bibl.: R. A. Micheli-Vitturi, Saggio sopra M. de ...
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cartesiano
carteṡiano agg. [dal fr. cartésien]. – 1. a. Relativo alle dottrine, ai principî, agli indirizzi del filosofo e matematico francese (1596-1650) René Descartes (latinizz. Cartesius, ital. Cartèsio): il pensiero, il metodo, il dualismo,...
razionalismo
s. m. [der. di razionale1]. – 1. Atteggiamento o movimento che riconosce come fondamento della conoscenza, del giudizio e dell’operare pratico, la ragione e la razionalità: un individuo, uno scienziato, uno scrittore di un lucido...