Atteggiamento o movimento che riconosce come fondamento della conoscenza, del giudizio e dell’operare pratico la ragione e la razionalità.
Architettura
Corrente di pensiero e di ricerca che si delineò [...] un’altra accezione il termine si è storicamente consolidato nella storiografia filosofica per designare principalmente le filosofie di Cartesio, B. Spinoza e G.W. Leibniz, caratterizzate dalla tesi che la ragione, intesa come speculazione puramente ...
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Etica
Carlo Augusto Viano
Il termine e le origini
'Etica' è parola di derivazione greca (da ἔθοϚ, che significa 'costume', 'carattere') equivalente al termine di derivazione latina 'morale' (da mores, [...] si viene a contatto, e soprattutto rivelerà che l'anima non è messa in pericolo dalle cose che minacciano il corpo. Il saggio cartesiano perciò non ritiene che le cose rientrino in un ordine buono, che mira a un fine, ma piuttosto che esse non hanno ...
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Filosofo (Firenze 1894 - Pisa 1957), prof. di filosofia teoretica all'università di Pisa dal 1951 alla morte. Il suo pensiero ha teso a un approfondimento critico dell'idealismo e di alcuni problemi della [...] sulla categoria kantiana della realtà (1947); Lezioni sulla Critica della ragion pura (1950); La prima Meditazione di Cartesio (1951); Osservazioni sulla Critica del giudizio (1955), tutte esemplificazioni di quel metodo storico-critico, teorizzato ...
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Filosofo e diplomatico (Gayhurst, Buckinghamshire, 1603 - Londra 1665), figlio di Everard. Nato cattolico, passato al protestantesimo (1630), tornò (1635) al cattolicesimo che difese in varî scritti (A [...] . Tornato in Inghilterra con la Restaurazione, fu uno dei fondatori della Royal Society (1663). Estimatore di Galileo, Cartesio e Gassendi, si occupò di alchimia, di medicina e in genere di filosofia naturale, inserendo nella tradizione peripatetica ...
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Filosofo neoscolastico (Busto Arsizio 1886 - Milano 1962); prof. di storia della filosofia (dal 1930) e di filosofia (dal 1933) all'univ. Cattolica di Milano. Contro le dottrine di derivazione kantiana [...] significato storico di Leibniz (1930); La riduzione del concetto filosofico del diritto al concetto di giustizia (1932); Cartesio (1933); Neoscolastica, idealismo, spiritualismo (1933; in polemica con A. Carlini); Il realismo (1937; in polemica con F ...
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Filosofo statunitense (New York 1931 - ivi 2007). Di formazione analitica, ha accolto temi della filosofia del linguaggio, del pragmatismo e dell'ermeneutica, proponendo una filosofia basata sul dialogo [...] i limiti e l'esaurimento, mettendone in evidenza soprattutto la continuità con la tradizione filosofica che, almeno, a partire da Cartesio e Kant, ha preteso di individuare i fondamenti della conoscenza, dell'etica e della politica. Sostenitore di un ...
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Locke, John
Stefano De Luca
Il padre dell’empirismo e del liberalismo moderni
L’inglese John Locke è uno dei più grandi pensatori del Seicento. La sua filosofia empiristica, tesa a individuare i limiti [...] e nella logica.
Ma vi è anche la conoscenza che riguarda il mondo esterno. Qui si apre, come era già accaduto con Cartesio, un grosso problema (idealismo). Se è vero che conosciamo le rappresentazioni delle cose (cioè le idee) e non le cose in sé ...
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Filosofo e matematico (Trapani 1650 - Napoli 1718). Francescano, fondamentale nella sua formazione fu l'incontro, a Messina, con G. A. Borelli, che lo introdusse alla filosofia sperimentale. Lasciata la [...] Sicilia, soggiornò e insegnò in varie città: Roma, Parigi, ove entrò in contatto con l'ambiente cartesiano, Modena, Capo d'Istria, Venezia, Padova, Barcellona e Napoli. Nel 1689 l'Inquisizione veneta avviò contro di lui, senza peraltro portarlo a ...
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Concezione epistemologica che tende a formulare concetti e linguaggio di una teoria scientifica nei termini di un’altra teoria considerata più fondamentale. Anche, la tesi secondo cui ogni asserto scientifico [...] ’ (e spiegata) in termini di particelle materiali e dei loro movimenti. Il modello meccanicistico è esteso già con Cartesio (ma più ancora, nel Settecento, con La Mettrie) alle forme viventi, concepite come macchine complesse. Un’analoga prospettiva ...
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MARTINETTI, Piero
G. Emanuele BARIE'
Filosofo, nato a Pont-Canavese (prov. Aosta) il 21 agosto 1872, laureato in filosofia a Torino nel 1893. Studiò quindi per un anno all'università di Lipsia; nel [...] della coscienza. Estrema quindi importanza dell'aforisma in cui si esprime l'intuizione di Cartesio, senza che perciò siano da accettare le conclusioni che credette di dedume Cartesio: e prima di tutto il concetto di una res extensa. La kantiana ...
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cartesiano
carteṡiano agg. [dal fr. cartésien]. – 1. a. Relativo alle dottrine, ai principî, agli indirizzi del filosofo e matematico francese (1596-1650) René Descartes (latinizz. Cartesius, ital. Cartèsio): il pensiero, il metodo, il dualismo,...
razionalismo
s. m. [der. di razionale1]. – 1. Atteggiamento o movimento che riconosce come fondamento della conoscenza, del giudizio e dell’operare pratico, la ragione e la razionalità: un individuo, uno scienziato, uno scrittore di un lucido...