Stato soggettivo d’incertezza, da cui risulta un’incapacità di scelte, essendo gli elementi oggettivi considerati insufficienti a determinarle in un senso piuttosto che in quello opposto.
Filosofia
Il [...] ben altra ampiezza ha l’impostazione fenomenologica di E. Husserl, che pur si richiama, sotto certi aspetti, al d. cartesiano.
Psicologia
Il d. che raggiunge una certa persistenza e che allo stesso tempo viene autocriticato per la sua infondatezza è ...
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diritto Nel diritto romano, «una parte limitata del mondo esterno... concepita come una entità economica a sé stante» (P. Bonfante); ed è uno degli oggetti fondamentali della triplice partizione (persone, [...] rem, in re, post rem) che esprimono le varie soluzioni date al problema degli universali (➔ universale). Nella filosofia di Cartesio, res cogitans («realtà pensante») è l’ente consapevole di sé, il soggetto pensante, che così si contrappone alla res ...
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Nella gnoseologia, il criterio della verità intermedio tra quello oggettivistico dell’adeguazione dell’intelletto al reale e quello soggettivistico della certezza: l’e. tende perciò a persuadere della [...] e tutto la scolastica fanno dell’e. il criterio universale della certezza di cui essa è condizione necessaria e sufficiente; Cartesio, che pure aveva superato la critica scettica intorno al criterio della verità sul piano della conoscenza di sé, fece ...
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idealismo
Stefano De Luca
Il ruolo cruciale delle idee
Per idealismo, nel linguaggio corrente, si intende un modo di pensare e di agire basato sulle convinzioni ideali e non sulle convenienze pratiche. [...] a esse corrisponda, fuori di noi, qualcosa di reale? Più in generale, chi ci garantisce che la realtà esterna esista? Cartesio dichiarò che l'esistenza delle cose esterne era dubbia, ma risolse tale problema dimostrando l'esistenza di Dio, che faceva ...
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Filosofo italiano (Molfetta 1877 - Genova 1948). Prof. nelle univ. di Palermo (dal 1923) e Roma (dal 1930); socio nazionale dei Lincei (1935). In polemica con l'interpretazione soggettivistica del kantismo [...] teologico come filosofia (1931), L'idealismo italiano (1938; 2a ed. 1946), Che cosa è la filosofia? (1942), Da Cartesio a Rosmini (1946), Le obiezioni al cartesianesimo (3 voll., 1946-47), Disegno storico della filosofia come oggettiva riflessione ...
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Moderno e postmoderno
Valerio Verra
Paolo Portoghesi
Modernità, di Valerio Verra
Postmoderno, di Paolo Portoghesi
Modernità di Valerio Verra
SOMMARIO: 1. Introduzione. 2. La rivoluzione scientifica. [...] ) qualsiasi ente in modo che l'‟uomo calcolante" se ne possa rendere certo. Ora, questo è avvenuto precisamente con Cartesio e con l'affermarsi della correlatività dell'oggettivazione al soggetto, ossia a una nuova concezione dell'essenza dell'uomo e ...
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Erudito, filosofo e fisico francese (Champtercier, Provenza, 1592 - Parigi 1655). Prof. di filosofia a Aix-en-Provence (1616-22), poi prevosto della cattedrale di Digne, dal 1645 prof. di matematica al [...] N. Copernico, di T. Brahe), in polemiche filosofiche (contro gli aristotelici, contro R. Fludd, Herbert di Cherbury e R. Cartesio), egli è tra i massimi rappresentanti della nuova scienza e in generale della nuova cultura che si andava affermando nel ...
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ZANOTTI, Francesco Maria
Giulio Natali
Letterato e filosofo, nato a Bologna il 6 gennaio 1692, morto ivi il 25 dicembre 1777. Professore di filosofia, dal 1718, nella patria università, fu ivi dei primi [...] (Della forza attrattiva delle idee, Napoli 1747). Prese parte a una questione di fisica allora dibattuta fra i seguaci di Cartesio e quelli di Leibniz, scrivendo tre dialoghi Della forza dei corpi che chiamano vita (Bologna 1752). Scrisse anche la ...
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In filosofia, concezione che considera l’uomo in possesso fin dalla nascita di determinate conoscenze, anteriori quindi all’esperienza. A questo significato se ne affianca talvolta un altro che rinvia [...] principio e fondamento della conoscenza vera.
Nel pensiero moderno, accanto alle riformulazioni di un i. contenutistico proprie di Cartesio e dei platonici inglesi del 17° sec., che ammettono la preesistenza di ben precise idee, prevale la tendenza ...
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Filosofo (Tropea 1770 - Napoli 1846). Fece i suoi studî prima nel seminario di S. Lucia del Mela (Messina), poi in Tropea, sotto la direzione di G. A. Ruffa e di I. Barone; dal 1831 prof. all'univ. di [...] critica della conoscenza (1819); Lettere filosofiche sulle vicende della filosofia, relativamente a' principi delle conoscenze umane da Cartesio sino a Kant inclusivamente (1827, opera che è considerata come il primo degno saggio di storia della ...
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cartesiano
carteṡiano agg. [dal fr. cartésien]. – 1. a. Relativo alle dottrine, ai principî, agli indirizzi del filosofo e matematico francese (1596-1650) René Descartes (latinizz. Cartesius, ital. Cartèsio): il pensiero, il metodo, il dualismo,...
razionalismo
s. m. [der. di razionale1]. – 1. Atteggiamento o movimento che riconosce come fondamento della conoscenza, del giudizio e dell’operare pratico, la ragione e la razionalità: un individuo, uno scienziato, uno scrittore di un lucido...