Fascismo
Giovanni Gozzini
I rapporti tra fascismo e cinema
La questione dei rapporti tra f. e cinema si muove su un doppio terreno di analisi: quello dell'uso dei nuovi mezzi di comunicazione di massa [...] retrocessero nella considerazione internazionale a fronte delle opere coeve di Fritz Lang, Sergej M. Ejzenštejn, René Clair, CharlieChaplin. L'unico successo destinato in qualche modo a varcare i confini del pubblico nazionale fu Cirano di Bergerac ...
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Danza
Sergio Miceli
La danza nel cinema
Eventi, temi e modelli coreutici nel cinema subentrano alla gestualità 'naturale' ‒ così definita per necessità di distinzione, benché frutto essa stessa di un [...] 'aspirazione è elevata, tendente all'angelicazione. Gli esempi più significativi, pur nella loro diversità, possono essere ricondotti a CharlieChaplin (ovunque, ma soprattutto in The gold rush, 1925, La febbre dell'oro; City lights, 1931, Luci della ...
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Venezia, mostra del cinema di
Ettore Zocaro
Primo tra i festival cinematografici di prestigio, la Mostra nacque nel 1932 nell'ambito della XVIII Biennale d'arte (diventata ente autonomo nel 1930) con [...] cultura cinematografica istituendo i Leoni d'oro alla carriera, assegnati nel 1971 a John Ford e l'anno seguente a CharlieChaplin, entrambi simboli di un cinema che proprio in quei giorni veniva messo in discussione. Nonostante ciò, nel 1972 l'ANAC ...
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Comico
Augusto Sainati
Etimologicamente il termine comico deriva dal greco komos, che in epoca classica indicava un genere di festino chiassoso e sregolato con il quale si festeggiava il dio del vino. [...] le potenzialità comiche del racconto, in particolare nelle forme della gag. Il cinema di Roscoe Arbuckle, Buster Keaton, CharlieChaplin, Harold Lloyd ecc., della seconda metà del periodo muto, trovò nelle geometrie narrative e/o visive della gag la ...
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Letteratura
Tullio Kezich
Il rapporto tra letteratura e cinema
Sui rapporti fra l. e cinema esistono da sempre due modi opposti di considerare il problema. Per alcuni il cinema, sotto l'aspetto narrativo, [...] generale e dei suoi artisti maggiori da parte di grandi firme della l.: G. Ungaretti paragonò CharlieChaplin al drammaturgo G. Rovetta (in G. Viazzi, Chaplin e la critica, 1955), R. Bazlen (in Scritti, 1984) scrisse che Ladri di biciclette (1948, di ...
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Renoir, Jean
Giorgio De Vincenti
Regista cinematografico francese, nato a Parigi il 15 settembre 1894 e morto a Los Angeles il 12 febbraio 1979. Maestro dell'arte cinematografica, fu considerato un [...] di Le crime de Monsieur Lange il secondo (ma senza l'utopia di quello e con un significativo omaggio a CharlieChaplin nel finale, quasi a voler ricondurre la speranza all'affabulazione cinematografica).
R. era ormai maturo per i suoi capolavori. Nel ...
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Bambini
Giovanni Grazzini
I bambini attori
Le origini
Sin dalle origini il cinema fece ricorso ai b. come interpreti. Si può addirittura affermare che la nascita del b. attore coincide con la nascita [...] le sue propensioni ludiche.
Nascita e forme del divismo
Probabilmente fu il film The kid (1921; Il monello) di CharlieChaplin, dato il grande successo ottenuto anche in virtù del suo piccolo coprotagonista, Jackie Coogan che interpreta il 'monello ...
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Norvegia
Stefano Boni
Cinematografia
Il cinema norvegese si sviluppò con notevole ritardo rispetto a quello degli altri Paesi nordici e soltanto negli anni Venti iniziò a ottenere una certa visibilità. [...] francesi e italiane, presto superate in popolarità dai western statunitensi, dai drammi danesi e dai primi lavori di CharlieChaplin. Ampio interesse suscitarono anche i film d'attualità, soprattutto quelli girati in N. (i primi realizzati a Bergen ...
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Allen, Woody
Guido Fink
Nome d'arte di Allen Stewart Konigsberg, regista, attore e sceneggiatore cinematografico statunitense, nato a New York il 1° dicembre 1935. Appartenente all'esigua schiera degli [...] autori di cinema veramente completi, come CharlieChaplin, Erich von Stroheim e Orson Welles, in lui il genio titanico dei grandi classici lascia il posto alla malinconica timidezza dello shlemiel (tradizionale figura del malaccorto perdente di tanta ...
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Kubrick, Stanley
Sandro Bernardi
Regista cinematografico statunitense, di origine ebraica, nato a New York il 26 luglio 1928 e morto a Harpenden (Gran Bretagna) il 7 marzo 1999. Cineasta-filosofo, grande [...] di una concezione del cinema come veicolo di pensiero. Tutta la sua opera, che si è ispirata a cineasti differenti come CharlieChaplin, Sergej M. Ejzenštejn e Max Ophuls, prendendo dal primo il senso della comicità, dal secondo l'atteggiamento di ...
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(pop. pantomina) s. f. [dal fr. pantomime (s. f.), diversificatosi nel genere da pantomime (s. m.) «pantomimo», che è dal lat. pantomimus (v. pantomimo)]. – 1. Rappresentazione scenica muta, in cui l’azione è affidata unicamente al gesto, all’espressione...