Erudito romano (n. prima del 98 - m. in esilio 45 a. C.), che Cicerone dice iniziatore del movimento neopitagorico in Roma. Alleato politico di Cicerone al tempo della congiura di Catilina (63), pretore [...] nel 58, durante la guerra civile parteggiò per Pompeo, e rimase perciò in esilio dopo Farsalo. Scrisse opere di grammatica, astrologia, antichità religiose (De dis), scienze naturali. Ebbe fama di uomo ...
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Filologo classico (Zurigo 1801 - ivi 1877). Collaborò alla grande edizione critica di Cicerone (1860-69), pubblicò gli oratori attici (con H. Sauppe, 1839-1850) e i dialoghi di Platone (in collaborazione [...] con l'Orelli, 1839-1842) ...
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Trattato latino di retorica, che fino al 16° sec. fu attribuito a Cicerone, mentre fu scritto, non si sa da chi, fra l’86 e l’82 a.C. È rielaborazione di una fonte greca, ignota. Il trattato ha i pregi [...] della brevità e chiarezza e ha avuto larghissima fortuna nel Medioevo. Nulla sappiamo dell’Erennio a cui il libro è dedicato ...
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Giurista romano (sec. 1º a. C.), nato forse a Velia, amico di Cicerone, dal quale ebbe dedicati i Topica. Nulla ci è rimasto delle sue opere, che trattavano (non sappiamo se in un'opera sola o in varie [...] monografie) il diritto civile e le religiones (in nove libri). I giuristi posteriori citano spesso le sue opinioni ...
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Questore in Sicilia al tempo di Verre (72 a. C.); per impedire che Cicerone assumesse l'accusa contro Verre, cercò di assumerla egli stesso; ma il tentativo fu frustrato da Cicerone, che pronunciò contro [...] di lui la divinatio in Q. Caecilium ...
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Letterato spagnolo (Santander 1856 - ivi 1912). Insigne umanista, tradusse da Eschilo, Orazio, Cicerone; fu bibliografo ricco di dottrina e accuratissimo, come appare dal suo più antico lavoro, La novela [...] entre los latinos (1875), e dall'opera della sua maturità, Bibliografía hispanolatina clásica (1902), che contribuì a restaurare la tradizione scientifica spagnola. Alla storia della cultura apportò validi ...
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Oratore latino (n. 114 a. C. - m. 50 a. C.), il più grande, dopo Cicerone, della tarda età repubblicana. Fu edile nel 75 e pretore nel 72; dotato di grande vivacità di temperamento, rappresentò a Roma [...] perdute; il suo stile, fiorito e abbondante, si fondava molto sulla recitazione e, scritti, i suoi discorsi perdevano vigore. Cicerone ne tesse l'elogio nel Brutus, dove lo mette accanto a sé stesso, come ultimo grande rappresentante dell'eloquenza ...
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Abate (Venezia 1736 - ivi 1821) autore di tragedie e di sciatte traduzioni da Cicerone e da Corneille; continuò gli Annali d'Italia del Muratori dal 1750 al 1805. ...
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Tribuno della plebe nel 57 a. C., promosse, con la lex de revocando Cicerone, il ritorno dell'oratore dall'esilio. Fu partigiano prima di Pompeo, poi di Cesare. ...
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FOLIGNO (XV, p. 604)
Arte della stampa (p. 606).
Una ristampa delle Epistole di Cicerone nel 1474 in realtà non è avvenuta: l'esemplare esistente a Firenze (Bibl. Riccardiana) e descritto da D. Reichling [...] (Appendices ad Hainii Copingerii Repertorium bibliogr., Monaco 1905-14, n. 1177) non è che una copia incompleta del primo Cicerone folignate senza data, che nel secolo XIX v-nne truccata con l'aggiunta di un colophon immaginario. ...
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cicerone
ciceróne s. m. [dal nome del filosofo e oratore romano Cicerone (106-43 a. C.), simbolo dell’eloquenza romana]. – 1. Chi, dietro pagamento, guida i visitatori di un museo, di una città, di scavi archeologici, ecc., illustrando loro...
ciceroniano
agg. e s. m. [der. del nome di Cicerone]. – 1. Dell’oratore Cicerone, o relativo al suo stile, alle sue opere, alle sue teorie: le orazioni c., le lettere c.; la teoria c. dello stile. 2. Sostenitore delle idee o imitatore dello...