Filosofo accademico, scolaro di Clitomaco di Cartagine, a cui successe nel 110-09 a. C. nella direzione dell'Accademia. Nell'88, a Roma, ebbe come scolaro Cicerone. Pur muovendo dallo scetticismo di Carneade, [...] F. accentuò gli aspetti positivi del suo probabilismo, riavvicinando la filosofia accademica all'antico "dogmatismo" platonico. Fondò la cosiddetta Quarta Accademia, e aprì la via alla più decisa e conseguente ...
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Editore e tipografo (San Severo 1450 - Milano 1522); attivo a Milano dal 1491, pubblicò numerose edizioni soprattutto di classici, valendosi dell'opera dei fratelli Le Signerre (Cicerone, 1498-99), di [...] U. Scinzenzeler (Livio, 1495), di Ambrogio di Caponago dal 1498 al 1500 (Statuti di Milano, Terenzio, Claudiano), dei fratelli De Lignano (Patria historia, figurata, di Bernardino Corio, 1503). Tra le ...
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Canonista (m. Roma 1381), appartenente a un ramo dei signori di Quona, nel Valdarno fiorentino. Amico di F. Petrarca, al quale fece conoscere varie orazioni di Cicerone e l'Institutio di Quintiliano, lasciò [...] gli studî letterarî per darsi al diritto canonico: fu per vent'anni lettore di decretali a Firenze. Bandito da Firenze con il tumulto dei Ciompi (1378), passò a insegnare a Padova. A Roma ebbe da Urbano ...
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Stampatore (n. Ratisbona, sec. 15º), attivo in Italia. Nel 1470 a Venezia, tra i primi a esercitarvi l'arte della stampa, diede il De oratore di Cicerone, cui seguirono diverse edizioni di classici e il [...] Decamerone (1471). Nel 1473 V. era a Milano, associato con lo stampatore Filippo Lavagna e l'umanista Cola Montano (prima opera con la sottoscrizione di V. il De officiis di s. Ambrogio, 1474). A Milano, ...
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Uomo politico romano, pretore nel 70 a. C., propose una Lex Aurelia iudiciaria, che stabiliva la composizione delle liste dei giurati; fu console nel 65, amico di Cicerone, più tardi seguace di Cesare. ...
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Giurista e scrittore latino (sec. 1º d. C.), ricordato da Plinio il Vecchio come legatus pro praetore ad ius dicendum in Spagna; secondo Aulo Gellio, scrisse un libello Ciceromastix "sferzatore di Cicerone", [...] in cui sosteneva che Cicerone aveva poca proprietà di linguaggio. ...
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Filologo classico (Fenestrelle 1855 - Roma 1930); prof. a Messina e a Torino, diresse la collezione dei classici Loescher, per la quale curò buoni commenti di Orazio, Virgilio, Cicerone; autore di studî [...] su Lucrezio, Catullo e sulla metrica barbara ...
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Tipografo tedesco (sec. 15º); lavorò anche a Napoli. Il suo primo prodotto è il Sacramentale Neapolitanum di Stefano da Gaeta (1475); nel 1476 pubblicò la Rhetorica di Cicerone e il De rebus ecclesiae [...] non alienandis di A. Barbazza. Altre cinque sue opere sono senza data; a Gaeta stampò (1488) i Dialoghi di s. Gregorio ...
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Letterato (S. Marcello Pistoiese 1807 - Prato 1855), sacerdote. Collaborò attivamente a una collezione di classici latini commentati, curandovi l'edizione di Virgilio e di alcune opere di Cicerone; tradusse [...] gli inni di Callimaco e, fra l'altro, la Lucrèce di F. Ponsard. Negli anni 1847-48 scrisse, con lo pseudonimo di Lorenzo Selva, su varî giornali e riviste di tendenza liberal-moderata. Fu accademico della ...
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Filosofo peripatetico (sec. 1º a. C.), insegnò a Mitilene, poi ad Atene, dove forse successe nello scolarcato ad Andronico di Rodi. Unica fonte delle sue concezioni è Cicerone, che fu suo amico, e che [...] nel De divinatione riferisce la difesa compiuta da C. del valore profetico dei sogni, i quali sono prodotti dall'intelletto (νοῦς) nel momento in cui più si stacca dal corpo e quindi è più vicino alla ...
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cicerone
ciceróne s. m. [dal nome del filosofo e oratore romano Cicerone (106-43 a. C.), simbolo dell’eloquenza romana]. – 1. Chi, dietro pagamento, guida i visitatori di un museo, di una città, di scavi archeologici, ecc., illustrando loro...
ciceroniano
agg. e s. m. [der. del nome di Cicerone]. – 1. Dell’oratore Cicerone, o relativo al suo stile, alle sue opere, alle sue teorie: le orazioni c., le lettere c.; la teoria c. dello stile. 2. Sostenitore delle idee o imitatore dello...