Girolamo (lat. Hieronlamus) Padre della Chiesa (Stridone, nei pressi di Aquileia, 347 ca
Betlemme 419), santo.
La formazione letteraria
Di un’agiata famiglia cristiana, G. si recò a Roma giovanissimo, [...] egli stesso a Eustochio, in una lettera famosa (XXII, 30) – un sogno in cui Cristo gli aveva rimproverato d’essere «ciceroniano, non cristiano». In effetti il sogno può avere risolto una crisi maturata fin dagli anni di Aquileia, e forse anche prima ...
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Governo, forme di
Nicola Matteucci
Premessa
Sin dal suo primo manifestarsi il pensiero politico ha costruito grandi tipologie per mezzo delle quali classificare le unità politiche esistenti: dato che [...] , consilio quodam regenda est, ut diuturna sit" (I, 26), dove si evince che la civitas è la costituzione del popolo, e che Cicerone fa un uso moderno del termine constitutio (I, 45; II, 21), da avvicinare a politéia, quando indica una legge più alta ...
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CASALI (Casale, Casalius, de Casalibus, Casalinus), Battista (Giovanni Battista)
Gianni Ballistreri
Nacque intorno al 1473 da un'antica famiglia romana; sono ignoti i nomi dei genitori, mentre si conoscono [...] -82; cfr. Seidel Menchi, p. 144 n. 169).
Intanto il C. si era conquistato, con la sua oratoria di stampo ciceroniano, una posizione di sicuro prestigio nell'Accademia Romana, cui è presumibile avesse partecipato fin dal tempo in cui era stato allievo ...
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nemico
Jean-Louis Fournel
Jean-Claude Zancarini
Fino al primo Cinquecento la questione del n. non aveva mai avuto uno spazio significativo nella riflessione politica, per quanto la narrazione delle [...] salvaguardia dell’individuo e, soprattutto, dello Stato. Non è più, come nella lunga tradizione del De amicitia ciceroniano, legato alla solitudine, alla lusinga o alla tirannide, le tre forme di alterazione delle relazioni sociali equilibrate.
La ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Umberto Eco
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Machiavelli nel De principatibus stigmatizza la trattatistica quattrocentesca sul principato, [...] dall’amore per la virtù”, e per delineare questa virtus principesca ricorre a tre fonti principali: il De officiis ciceroniano, la Politica di Aristotele e il diritto romano.
Firenze, per i primi tre decenni del Quattrocento, cioè prima di ...
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Terenzio Afro, Publio (Terrenzio)
Ettore Paratore
È nominalmente ricordato da D. (in Pg XXII 97): Dimmi dov'è Terrenzio nostro antico, / Cecilio e Plauto e Varro, se lo sai, domanda Stazio a Virgilio. [...] e nella terza redazione cita il Policraticus, il Renucci e A. Pézard sostennero che la vera fonte di D. non era stato neppure Cicerone, ma il Policraticus di Giovanni di Salisbury; e il Pézard aggiunse che D. non aveva neppure capito che Taide era un ...
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FLAMINIO, Marco Antonio
Bindo Chiurlo
Umanista nato nel 1498 a Serravalle (ora, con Ceneda, Vittorio Veneto), morto a Roma il 17 febbraio 1550. Ingegno precocissimo, fu accolto come "giovinetto prodigio", [...] cercando una sostanziale fusione tra le forme classiche e l'intimità fresca degl'inni della Chiesa. Il F., come è ciceroniano intransigente per la prosa, così - tranne che per quest'ultima poesia religiosa - ha quasi sempre dinnanzi Catullo e Orazio ...
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Storico, nato a Berlino il 22 giugno 1900; libero docente di storia medievale e moderna a Berlino dal 1929 al 1933, fu costretto a lasciare la Germania, al momento dellá campagna razziale; assistent-professor [...] Rylands Library, XXII (1938), pp. 72-97, che sottolinea il valore della riscoperta del più genuino pensiero ciceroniano, liberato da incrostazioni medievali, per la formazione di una nuova etica statale, attraverso una serie di articoli pubblicati ...
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BRUNI (Brunus, Bruno), Leonardo (Lionardo), detto Leonardo Aretino
VVasoli
Non è sicuramente documentata la data della sua nascita, avvenuta comunque in Arezzo, ove la famiglia del padre Francesco doveva [...] parte delle notizie. Tuttavia il suo lavoro storico è sempre cosa ben diversa dalla semplice trascrizione in stile liviano e ciceroniano delle vivaci e realistiche descrizioni dei cronisti; così come è del tutto estranea alla sua mentalità una pura e ...
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CARMELIANO, Pietro
Massimo Firpo
Nacque nel 1451 da Giovanni (Zanino) Fava di Valle Sabbia, in territorio bresciano, e solo più tardi mutò il suo cognome in quello più nobile e solenne di Carmeliano, [...] paupertas exiliumque premit". Contemporaneamente offriva allo stesso re Edoardo IV una copia a stampa del De oratore ciceroniano, accompagnandola con un carme latino. Le sue aspettative immediate non dovettero andare deluse, giacché a chiusura del ...
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ciceroniano
agg. e s. m. [der. del nome di Cicerone]. – 1. Dell’oratore Cicerone, o relativo al suo stile, alle sue opere, alle sue teorie: le orazioni c., le lettere c.; la teoria c. dello stile. 2. Sostenitore delle idee o imitatore dello...
cicerone
ciceróne s. m. [dal nome del filosofo e oratore romano Cicerone (106-43 a. C.), simbolo dell’eloquenza romana]. – 1. Chi, dietro pagamento, guida i visitatori di un museo, di una città, di scavi archeologici, ecc., illustrando loro...