ROMANICA, ARTE
Pietro Toesca
. Nella continuità dell'arte dal sec. X al XIII per tutta l'Europa occidentale ammettiamo la consueta divisione in due periodi - arte romanica, arte gotica - perché, sebbene [...] S. Maria in Trastevere (sec. XII), ma a trasfigurarle con la policromia e con nuovi ritmi: nell'atrio della cattedrale di Civita Castellana, nei chiostri (sec. XIII) del Laterano e di S. Paolo fuori le mura, per non ricordarne che i capolavori. Nell ...
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PITTURA ALTOMEDIEVALE (secoli 6°-10°)
C. Davis-Weyer
La p. altomedievale, e in particolar modo la p. murale, è profondamente radicata nella tradizione classica, specie a Roma e in Italia, in parte perché [...] altomedievali era così ben consolidata in Lombardia che alcuni dei suoi elementi si sono conservati in S. Pietro al Monte a Civate (prov. Como; Demus, 1968) e in esempi affini della Spagna, come la decorazione romanica di Sant Quirze a Pedret (Demus ...
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CRIPTA
M.T. Gigliozzi
Il termine c. deriva dal gr. ϰϱύπτη e, più direttamente, dal lat. crypta, impiegato nell'Antichità a indicare un ambiente naturale o artificiale, sotterraneo o semisotterraneo [...] settentrionali della penisola nei primi decenni del sec. 11° (S. Vincenzo in Prato a Milano, S. Michele a Oleggio, S. Pietro a Civate, S. Vincenzo a Galliano, S. Secondo ad Asti e S. Orso ad Aosta; Magni, 1979), con l'aggiunta di campate verso O ...
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LANDOLFO Iuniore (Landolfo di S. Paolo)
Paolo Chiesa
Nacque intorno al 1077, perché dichiara di essere "sexagenariae aetatis" nel 1136. Le notizie sulla sua vita si ricavano esclusivamente dall'opera [...] Rientrato nel 1107, L. si preoccupò del ritorno a Milano di Liprando, vecchio e malato, cui andò incontro nel convento di Civate scortandolo poi fino in città; mentre lo zio tornava a insediarsi nella sua chiesa di S. Paolo, L. preferì procurarsi un ...
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GERARCHIE ANGELICHE
M. Bussagli
Scala gerarchica della tradizione cristiana costituita - secondo le indicazioni dello pseudo-Dionigi (De coel. hierar., VII-IX) e di s. Tommaso d'Aquino (Summa theol., [...] Hildesheim, del sec. 11° (Hildesheim, St. Michael), come pure quelle affrescate nel sec. 12° in S. Pietro al Monte a Civate (Bussagli, 1991, p. 287) o quelle miniate alla fine dello stesso secolo nel Liber Scivias di Ildegarda di Bingen (Heidelberg ...
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(fr. fresque; sp. afresco; ted. Fresko; ingl. fresco). -
Tecnica. - Si chiama affresco la pittura fatta coi pigmenti colorati (semplicemente impastati o diluiti con acqua) distesi su una preparazione di [...] e Nazaro in Verona, dell'anno 996), ora una decisa soggezione alla maniera dell'Oriente bizantino (S. Benedetto al Monte, in Civate).
Nei secoli XI e XII l'affresco fu trattato ancora con l'accennata larghezza, specialmente nel Lazio e nell'Abruzzo ...
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BATTISTERO
A. Peroni
Il termine, già in uso nell'Antichità classica per definire la vasca del frigidarium negli edifici termali (Plinio il Giovane, Ep., II, 17, 11; V, 6, 25), con l'affermarsi del cristianesimo [...] , pp. 193-201; N. Rasmo, Storia dell'arte nel Trentino, Trento 1982, p. 70, fig. 51; L. Caramel, I complessi di Agliate e di Civate, in Storia di Monza e della Brianza, IV, 2, L'arte dall'età romana al Rinascimento, Milano 1984, pp. 9-41: 11-23; G ...
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ARIBERTO
Maria Luisa Marzorati
Nacque tra il 970 e il 980 da famiglia professante legge longobarda, la quale aveva beni fondiari in territorio bergamasco (Codex Dipl. Langob., n. 991, a. 1000) e possedeva [...] dirimere la contesa tra l'abate del monastero santambrosiano Goffredo e Andrea abate del monastero di S. Pietro in Civate.
Nel più vasto campo dell'azione politica, poiché esisteva ancora nell'Italia settentrionale un partito arduinico, cui il conte ...
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GIUDIZIO UNIVERSALE
Y. Christe
Il g. universale costituisce, nell'ambito della dottrina cristiana, il momento conclusivo della storia dell'umanità nel quale si compie in forma grandiosa e solenne la [...] cuncto tempore saeculi; con il medesimo senso, indicato dalle iscrizioni, la stessa raffigurazione compare in S. Pietro al Monte a Civate (prov. Como) alla fine dell'11° secolo.Ciò che avvenne del g. universale nei cicli narrativi d'origine romana è ...
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DIAVOLO
J. Baschet
Si considerano d. le creature angeliche decadute, chiamate anche demòni - termine di origine diversa ma di uguale significato nel Medioevo -, o ancora creature come Leviatano, Belzebù, [...] sostenitori e alla loro cacciata dal mondo celeste. L'evento, spesso associato alla separazione della luce dalle tenebre (Agostino, De civ. Dei, XI), si situa all'origine del mondo; in quel momento il male fa il suo ingresso nell'universo. Secondo ...
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civire
v. tr. [dal fr. chevir, der. di chef «capo»], ant. – Provvedere, procacciare. Si veda anche accivire, forma con cui civire spesso si alterna o si scambia in edizioni di antichi testi, non essendo sempre possibile stabilire con certezza,...
civatiano
s. m. e agg. Chi o che sostiene la linea politica di Pippo Civati. ◆ Raccagna dice di lei «Abbiamo bisogno delle sue capacità, della sua tenacia, della sua autorevolezza per attivare strategie finanziarie che nelle prossime settimane...