Borel Felix-Edouard-Emile
Borel ⟨borèl⟩ Félix-Edouard-Émile [STF] (Saint-Affrique, Aveyron, 1871 - Parigi 1956) Prof. di matematica nell'univ. di Parigi (1909); socio straniero dei Lincei (1918). ◆ [ANM] [...] in questo spazio, il più piccolo insieme di insiemi contenente M e chiuso rispetto alle operazioni di unione numerabile e di complemento. ◆ [ANM] Funzione e somma di B.: v. funzioni di variabile complessa: II 780 c. ◆ [ALG] Insieme di B.: → boreliano ...
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circumpolare
circumpolare [agg. Comp. di circum- e polare "vicino al polo"] [ASF] Oggetto c.: oggetto celeste (in partic., stella c.) che resta sempre al di sopra dell'orizzonte di un luogo e che quindi [...] (nell'emisfero boreale, approssimativamente intorno alla stella polare); ciò accade se la latitudine φ del luogo è non minore del complemento della declinazione δ dell'oggetto: φ≥90°-δ. Alle latitudini italiane sono c., per es., le stelle dell'Orsa ...
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celostato
celòstato (o celòstata) [Comp. del lat. caelum "cielo" e di -stato] [ASF] Apparecchio astronomico, costituito da uno specchio piano montato in modo che un fascio di raggi provenienti da un [...] a velocità uniforme, intorno a un asse parallelo all'asse terrestre, cioè inclinato sull'orizzontale di un angolo pari al complemento della latitudine locale φ (v. fig.). Serve per tenere costantemente puntato su un oggetto celeste, a onta della ...
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zero
zèro [Der. del lat. mediev. zephyrum, adatt. (Leonardo Fibonacci nel Liber abbaci, 1202) del-l'arabo sifr "nulla", calco del sanscrito sunyá "vuoto"] [ALG] Numero cardinale che indica la mancanza [...] d.C., accanto alle altre nove cifre utilizzate già da vari secoli; l'introduzione dello z. fu un complemento essenziale al sistema di numerazione decimale, fondato sul valore posizionale delle cifre. Le proprietà dello z. nell'aritmetica ordinaria ...
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BAMMACARO, Nicola
Mario Gliozzi
Nacque a Napoli nella prima metà del sec. XVIII; nel 1746 era professore straordinario di filosofia nell'università di Napoli e faceva parte dell'effimera accademia istituita [...] , della quale egli indicava i possibili sviluppi.
Un successivo volumetto sulle forze elettriche, pubblicato due anni dopo come complemento del precedente, gli dette una certa notorietà, sia perché si trattava di uno dei primi libri sull'elettricità ...
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navigazione
navigazióne [Der. del lat. navigatio -onis, dal part. pass. navigatus di navigare, che è da navis "nave"] [LSF] Il procedere galleggiando sull'acqua del mare, di un lago, un fiume e simili [...] con altezza h sull'orizzonte è un cerchio minore (cerchio di altezza) avente per centro l'astro e per raggio sferico il complemento χ di h (H nella fig. 1.1); così, se si misurano contemporaneamente le altezze di due astri diversi, le coordinate dell ...
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posizione
posizióne [Der. del lat. positio -onis, dal part. pass. positus di ponere "porre"] [LSF] (a) Il luogo dove una cosa è posta, in relazione a punti di riferimento. (b) Il porre qualcosa, sia [...] vertici l'astro A, il polo celeste P sopra l'orizzonte e lo zenit Z del luogo, per lati l'arco di cerchio meridiano PZ, (π/2)-φ, pari al complemento della latitudine geografica φ del luogo, l'arco di cerchio orario dell'astro AZ, χ=(π/2)-h, pari al ...
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notte
nòtte [Der. del lat. nox noctis] [ASF] [GFS] L'intervallo di tempo tra il tramonto del Sole e il successivo sorgere di esso, cioè durante il quale il Sole è al di sotto dell'orizzonte del luogo. [...] quanto ci si avvicina ai poli (se si superano i circoli polari, la durata supera 24 ore per parte dell'anno); in generale, è il complemento a 24 ore della durata del giorno (per quest'ultima, → giorno). La n. alla quale finora ci si è riferiti è la n ...
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Astronomia
C. celesti Coppia di parametri (precisamente, coppia di angoli) atti a individuare la posizione di un astro sulla sfera celeste o, se si vuole, atti a individuare un punto della sfera stessa. [...] cui declinazione δ sia nota, nell’istante in cui esso transita al meridiano del luogo (in luogo di h, può essere misurato il suo complemento, cioè la distanza zenitale z): ϕ si ricava dalla relazione ϕ−δ=90°−h=z. È il metodo che si segue, per es., in ...
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Ogni cosa che il soggetto percepisce come diversa da sé ed esterna, quindi tutto ciò che è pensato, in quanto si distingue sia dal soggetto pensante sia dall’atto con cui è pensato (per lo più contrapposto [...] con declinazione quest’ultimo è indicato dal caso accusativo, nelle altre per mezzo della collocazione, in genere dopo il verbo. Complemento dell’o. interno Quello che si ha con verbi intransitivi, quando consta di una parola di significato affine a ...
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complemento
compleménto s. m. [dal lat. complementum, der. di complere «compiere»]. – 1. Ciò che completa una cosa: l’educazione familiare è c. necessario di quella impartita a scuola; esercizî pratici a c. delle nozioni teoriche. 2. In grammatica,...
complementare
agg. [der. di complemento, sull’esempio del fr. complémentaire]. – 1. a. Che serve di complemento, cioè di completamento, di integrazione: disposizioni c. di una legge; corsi c. di lingue straniere; giorni c., i 5 giorni (6 negli...