arbìtrio, lìbero Espressione usata per indicare la libertà dell'uomo, i cui atti non sono determinati da forze superiori (di tipo soprannaturale o naturale), ma derivano da sue autonome scelte. Nata sul [...] posse non peccari per cui esso diviene essenzialmente inclinazione al bene, pur potendo volgersi al male. Nella scolastica il concetto di libero a. venne sviluppato in connessione al problema della volontà e della razionalità della scelta. In s ...
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La civilta islamica: antiche e nuove tradizioni in matematica. Filosofia della matematica
Roshdi Rashed
Filosofia della matematica
Gli storici della filosofia islamica dimostrano un interesse molto [...] ῾ al-dā᾽ira (Sulla quadratura del cerchio), Ibn al-Hayṯam torna sempre su questi 'noti'.
Secondo la sua terminologia un concetto è detto 'noto' quando resta invariabile e non ammette cambiamento, sia o non sia esso pensato da un soggetto. I 'noti ...
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Filosofo serbo naturalizzato statunitense (n. Belgrado 1937). Professore presso la New York University, è conosciuto nel campo dell'epistemologia e della filosofia della mente, ma ha pubblicato lavori [...] . È membro della American academy of arts and sciences.
Opere e pensiero
Segnalatosi con un'originale riflessione sul concetto di altruismo e sulla razionalità dei comportamenti da esso orientati (The possibility of altruism, 1970; trad. it. 1994 ...
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Psicologo e filosofo (Berlino 1871 - Poughkeepsie, New York, 1938). Studiò a Berlino, dove ebbe come maestro H. Ebbinghaus; insegnò dal 1897 a Breslavia, nel 1906 fondò a Berlino (in collab. con O. Lippmann) [...] le ricerche sullo sviluppo del linguaggio infantile, quelle sui test d'intelligenza (si deve a S. l'introduzione del concetto di Q.I. o quoziente d'intelligenza; più tardi S. sarebbe divenuto comunque critico sulle misure dell'intelligenza), e ...
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Scienziato e filosofo (Dublino 1656 - ivi 1698). Fondatore di un'accademia scientifica a Dublino, membro della Royal Society di Londra, fu deputato al parlamento d'Irlanda e sostenne la causa dell'indipendenza [...] ). In filosofia è noto per aver impostato il "problema del cieco nato", con cui poneva il quesito circa l'origine e la formazione del concetto di spazio, sollevando una discussione a cui parteciparono i più noti filosofi della sua epoca fino a Kant. ...
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misura
misura [Der. del lat. mensura, dal part. pass. mensus di metiri "misurare"] [LSF] Il valore di una grandezza, espresso come rapporto tra la grandezza data e un'altra grandezza della stessa specie [...] Lebesgue, ecc., alcune delle quali sono ricordate più oltre, mentre per altre si rinvia al nome di qualificazione, e per il concetto generale di m. si rinvia a misura e integrazione. ◆ [PRB] M. aleatoria a valori interi: v. processi di punto: IV 598 ...
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Derrida, Jacques
Daniele Dottorini
Filosofo francese, nato a El - Biar (Algeri) il 15 luglio 1930. Considerato uno dei più importanti maîtres à penser della seconda metà del 20° sec., le sue riflessioni [...] il cinema alla ricerca filosofica, essendo quest'ultima da sempre, secondo il filosofo francese, ossessionata dalla dimensione spettrale dei concetti. Il cinema quindi (e più in generale, ogni forma di produzione di immagini in movimento) è visto da ...
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Filosofia
Dapprima disciplina riguardante la conoscenza sensibile o la percezione, dalla metà del 18° sec. il suo significato prevalente è di disciplina riguardante il bello (naturale e in particolare [...] punto di vista era precisamente quello del ‘vero risultato’ e la critica dell’opposizione si risolveva nell’unità di un vero «concetto filosofico del bello», compreso «in sé e per sé», come «totalità di determinazioni», e della loro storia, in cui si ...
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Filosofo e pedagogista statunitense (Burlington, Vermont, 1859 - New York 1952). Studiò all'univ. del Vermont e alla "Johns Hopkins" di Baltimora. Dal 1884 al 1894 insegnò in varie università del Middle [...] rifiutava però i motivi fideistici e irrazionalistici, presenti in W. James, mentre accettava da Ch. S. Peirce il nuovo concetto di verità e di verificazione inteso in termini operativi. D. estendeva tale impostazione alle scienze e ai problemi della ...
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Come termine specifico di logica, la c. è il rapporto vigente tra un’affermazione e una negazione di egual soggetto e di egual predicato. In questa antitesi, vero essendo un termine, l’altro deve essere [...] ‘noetica’ dell’intelletto, oggetto della quale non è più la sintesi del giudizio, ma l’unico noema o concetto: il principio assume allora un aspetto differente, asserendo in tali casi soltanto la necessità della costante determinazione dell’oggetto ...
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concetto2
concètto2 s. m. [dal lat. conceptus -us, der. di concipĕre «concepire»]. – 1. Pensiero, in quanto concepito dalla mente; più in partic., anche dal punto di vista filosofico, la nozione che la mente si è formata dell’intima essenza...