L’imperativo è un modo verbale, adoperato solo in frasi principali, che – come dice lo stesso nome, dal lat. imperatīvus (modus) – serve per esprimere un ordine, un comando o una preghiera.
In italiano [...] stativa, come sapere (valore stativo «conoscere», valore non stativo «prendere conoscenza»), all’imperativo esprimono sempre il significato non stativo: sappi vale «prendi conoscenza». Ciò vale anche per altri verbi stativi, come sembrare: non sei ...
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Chimica
Sistema eterogeneo, formato da due (o più) fasi solide, liquide o gassose, nel quale una delle fasi ( fase disperdente) è continua e disperde l’altra, o le altre ( fasi disperse). Si dice disperdente [...] o liquide che provengono da sorgenti naturali, marine, vulcaniche ecc., o da attività di origine antropica. La conoscenza e l’eventuale controllo dell’evoluzione e delle trasformazioni di tali particelle sono fondamentali per la protezione dell ...
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Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno.
filosofia
Come concetto filosofico, il f. è stato originariamente oggetto di discussione soprattutto sul piano logico. Si trova nel De [...] il f. come predeterminato e quindi a negare la libertà dell’azione umana. Tommaso d’Aquino attribuì a Dio la conoscenza attuale degli eventi futuri (cioè come già realizzati) senza tuttavia negare la libertà delle azioni dell’uomo.
linguistica
Il f ...
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SEMIOLOGIA (v. semiotica, App. III, 11, p. 697)
Emilio Garroni
Per "semiologia" o "semiotica" s'intende in linea generale la scienza o, meglio, la teoria dei segni, di qualunque tipo essi siano, verbale [...] e la struttura di segni e immagini, va ascritto di solito ad altre discipline e problematiche, quali la teoria della conoscenza, la logica, la retorica, la teoria della percezione, le teorie delle arti, ecc.: vale a dire, a discipline diverse, non ...
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FOLENA, Gianfranco
Linguista e filologo, nato a Savigliano, Cuneo, il 9 aprile 1920; è professore di storia della lingua italiana nell'università di Padova dal 1956 (con incarico di filologia romanza). [...] . Pasquali e di B. Migliorini, ha integrato nel suo operare le esigenze della più moderna filologia con l'approfondita conoscenza della lingua delle opere indagate.
Opere principali: La crisi linguistica del Quattrocento e l'"Arcadia" di I. Sannazaro ...
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La pragmatica è il settore degli studi linguistici e semiotici che si occupa del rapporto fra i segni e i loro utenti, ovvero dell’uso dei segni, che ha sempre luogo in un contesto. Preannunciata dal filosofo [...] non riassorbe in sé l’intero ruolo della pragmatica nelle scienze linguistiche, sociali e umanistiche. Sotto il profilo della conoscenza della lingua, la pragmatica ci fa comprendere la ragion d’essere di parole e di forme sintattiche o testuali nei ...
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Stato dell’Europa occidentale, confinante a NE con la Francia e Andorra e a O con il Portogallo. La S., bagnata a NO e a SO dall’Atlantico, a S e a E dal Mediterraneo, comprende la maggior parte (85%) [...] J. Gil de Biedma, per i quali il valore strumentale della poesia tende però ad affievolirsi a favore di una più profonda conoscenza dell’uomo e della realtà. Nel romanzo la ripresa fu più lenta; in esilio continuavano a scrivere R.J. Sender, F. Ayala ...
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Filologo classico e studioso della cultura ottocentesca italiano (Parma 1923 - Firenze 2000), figlio di Sebastiano senior. Profondo conoscitore della storia della filologia classica, oltre che della linguistica, [...] è il volume Virgilianisti antichi e tradizione indiretta (post., 2001), che ha arrecato nuovi contributi alla conoscenza della filologia virgiliana antica. Significativa è stata anche la presenza di T., su posizioni rigorosamente autonome, nel ...
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MINORANZE NAZIONALI
Guido Barbina
Ester Capuzzo
(v. minoranza, XXIII, p. 404; minoranze nazionali, App. II, II, p. 327; III, II, p. 127)
Il problema dell'esatta definizione delle m.n. ha raggiunto [...] proporzionale etnica, la compattezza del gruppo minoritario è, però, tutelata dallo statuto valdostano che prevede il requisito della conoscenza della lingua francese per i "funzionari originari della Regione" (art. 38, comma 3). La l. 16 maggio 1978 ...
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L’indicativo è uno dei modi della coniugazione del verbo (➔ modi del verbo; ➔ coniugazione verbale). Con i suoi otto tempi, quattro semplici (presente, imperfetto, passato remoto, futuro; ➔ tempi semplici) [...] di realizzazione (per es., Gianni sarebbe partito se avesse potuto) o riguardano il modo in cui il parlante è venuto a conoscenza del contenuto della frase (per es., a quanto dicono Gianni sarebbe partito).
Anche gli altri modi che si trovano in ...
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conoscenza
conoscènza (ant. cognoscènza o cognoscènzia e canoscènza) s. f. [dal lat. tardo cognoscentia, der. di cognoscĕre «conoscere»]. – 1. a. L’atto del conoscere una persona, dell’apprendere una cosa: sono lieto di fare la vostra c.;...
conoscente
conoscènte s. m. e f. e agg. [part. pres. di conoscere]. – 1. s. m. e f. Persona che ci conosce ed è da noi conosciuta; persona con cui, pur non essendo amici, si ha una certa familiarità: è venuto a trovarmi un mio c.; siamo vecchi...