Procedimento contrappuntistico per il quale un’idea melodica subisce il raddoppiamento (o un ulteriore accrescimento) dei valori di durata di ogni sua nota. ...
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Tecnica compositiva adottata nella musica del 20° sec., basata sul libero uso di tutti i gradi della scala diatonica, sia sotto l’aspetto melodico sia sotto quello armonico e contrappuntistico, con una [...] completa mancanza di alterazioni cromatiche. Se ne trovano esempi in alcune composizioni di C. Debussy ...
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Musicista (Vršovice, Praga, 1882 - Praga 1969). Studiò composizione con V. Novák. Esponente della scuola nazionale ceca, nel corso degli anni venne elaborando un tipo di linguaggio musicale caratterizzato [...] da un solido impianto contrappuntistico. Tra le sue composizioni si ricorda soprattutto České requiem op. 24 ("Requiem ceco", 1940). ...
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Musicista (Courtrai o Harelbeke 1529 - Vienna 1567). Attivo presso la corte di Massimiliano II a Praga e in seguito, dopo l'elezione di quest'ultimo a imperatore, a Vienna, compose musica sacra e profana, [...] nella quale si mostra dotato di notevole ingegno contrappuntistico. ...
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Musicista tedesco (Fulda 1445 circa - Wittenberg 1505); monaco benedettino, prof. all'univ. di Wittenberg, è considerato tra i maggiori esponenti della composizione (polifonie chiesastiche) e della teoria [...] musicale tedesca del suo tempo. Nel suo trattato De musica (1490) chiaramente si prospetta l'urgenza d'un rinnovamento nel quale il virtuosismo contrappuntistico venga a servire, anziché a nuocere, ai veri fini dell'arte. ...
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Musicista (Frattamaggiore, Napoli, 1684 - Napoli 1755). Nonostante l'intensa e preziosa attività didattica (insegnò al conservatorio napoletano di S. Onofrio a Capuana e in altri), il D. seppe produrre [...] della polifonia di tradizione romana e il senso della nuova armonia, egli contribuì alla formazione d'un discorso contrappuntistico veramente moderno. Le musiche del D. (solo in piccola parte stampate) si trovano manoscritte nelle più importanti ...
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Sassofonista e compositore statunitense (New York 1927 - Darien, Connecticut, 1996). Maestro del sax baritono e arrangiatore fra i più importanti del jazz moderno, M. si mise in luce dapprima nelle grandi [...] Baker alla tromba o Bob Brookmeyer al trombone) si distinsero nello stile detto West Coast per la rinuncia al pianoforte in un jazz ariosamente contrappuntistico, cui M. alternò l'attività di arrangiatore per orchestre talvolta da lui stesso dirette. ...
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Musicista italiano (Tortona 1872 - Città del Vaticano 1956). Studiò con suo padre Giuseppe, maestro di cappella alla cattedrale tortonese, poi al conservatorio di Milano e alla scuola di musica sacra di [...] è modellato su quello di G. Carissimi, ma dà ampio spazio all'orchestra; il coro è più spesso omoritmico che contrappuntistico, tranne i finali, di solito fugati. I suoi oratorî sono: La passione di N. S. Gesù Cristo (1897), La trasfigurazione ...
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Il canto a voce sola (eseguito sia da una, sia da più persone) con o senza accompagnamento. Secondo alcuni studiosi, dall’antichità sino al 9° sec. d.C. la musica fu essenzialmente monodica: di tale genere [...] del 16° e l’inizio del 17° sec., dai membri della Camerata de’ Bardi (➔ Bardi, Giovanni), in polemica con lo stile contrappuntistico e in nome di un nuovo rapporto tra musica e testo. All’affermarsi della m. accompagnata all’inizio del Seicento è ...
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SCHUMAN, William Howard
Musicista, nato a New York il 4 agosto 1910. Studiò alla Columbia University, allievo per la composizione di Charles Haubiel e Roy Harris. Dal 1935 insegnò al Sarah Lawrence College [...] violino e orchestra. Il suo stile, notevole per vigore drammatico, si basa soprattutto sull'accentuazione degli elementi ritmici e sull'uso di un linguaggio contrappuntistico politonale.
Bibl.: F.R. Schreiber e V. Persichetti, W.S., New York 1954. ...
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contrappuntistico
contrappuntìstico agg. [der. di contrappunto] (pl. m. -ci). – Che riguarda il contrappunto: problemi c.; stile c.; anche nel sign. che contrappunto ha nella critica letteraria: pagina ricca di effetti contrappuntistici.
soggetto2
soggètto2 s. m. [dal lat. tardo subiectum, sostantivazione del part. pass. subiectus: v. la voce prec.]. – 1. a. Argomento, tema: Don Rodrigo, senza indovinar precisamente il s. di quella visita, pure ... n’avrebbe fatto di meno...