scienza Insieme delle discipline fondate essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza, il calcolo, o che hanno per oggetto la natura e gli esseri viventi, e che si avvalgono di linguaggi formalizzati.
In [...] con la seconda le cose possibili, quelle cioè che potrebbero essere se Dio decidesse di dar loro l’esistenza, ma che non non sono futuri, né in quello in cui conosce i meramente possibili, perché i futuribili sono qualche cosa di più. Di conseguenza ...
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Filosofo greco (Atene 428 o 427 a. C. - ivi 348 o 347). Era di famiglia agiata e nobile; la tradizione racconta che gli era stato inizialmente imposto il nome del nonno, Aristocle, e che quello di Πλάτων [...] del "non essere" nell'"alterità": quando noi diciamo che una cosa "è" sé stessa e "non è" le altre non facciamo altro che mettere in evidenza ciò che in essa vi è di "identico" (ταὐτόν) con sé stessa e ciò che vi è di "diverso" (ἕτερον) dalle ...
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Tutto ciò a cui viene attribuito valore, pregio, dignità qualsiasi. In tal senso può essere inteso come b. tanto un oggetto materiale quanto uno spirituale. In etica, più specificamente, il b. si riferisce [...] (art. 810). Dalla norma si ricava pertanto che non ogni cosa è b. in senso giuridico, sia perché vi sono cose che non sono b., ; due b. sono, invece, concorrenti nell’offerta o alternativi se l’aumento d’offerta per uno di essi comporta riduzione d’ ...
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Filosofia
Nella filosofia scolastica, l’attribuzione di una realtà oggettiva ai concetti universali. Nella filosofia moderna, ogni dottrina che consideri l’oggetto della conoscenza come esistente insé, [...] , il carattere o dato direttamente colto nella percezione e la cosa od oggetto extramentale a cui il dato, essendone un segno, dunque per sua natura schiettamente romantico, anche se fu spesso in polemica con il Romanticismo, identificato con la ...
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Potere insito nell’uomo di scegliere e realizzare un comportamento idoneo al raggiungimento di fini determinati.
La v. costituisce già nell’antichità uno dei principali problemi filosofici, soprattutto [...] B. Spinoza chiama v. quel principio intrinseco all’essenza di ogni cosa (sforzo o conatus) che si riferisce alla sola mente, e agli stimoli della sensibilità che tendono a condizionarla; se, in ultima analisi, tale facoltà possegga l’attributo della ...
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La produzione filosofica dopo il 1945 ha senza dubbio risentito fortemente della seconda guerra mondiale, del trauma che essa aveva rappresentato nella vita delle nazioni soprattutto europee. La sua conclusione [...] panorama del pensiero filosofico dal 1945 in poi. Se mai c'è stato momento in cui sarebbe assurdo limitarsi all'analisi mondiale delle sue posizioni, la f. sarebbe divenuta un'altra cosa rispetto alla tradizione. Di qui i termini di "rivoluzione", di ...
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METAFISICA
Guido Calogero
Il nome di questa scienza, che si presenta nella tradizione come quella che occupa il vertice della gerarchia dello scibile, in quanto suprema scienza filosofica, deve la sua [...] si semplifica col passaggio che da questo conduce all'idealismo assoluto del primo Ottocento. Eliminato col Fichte il presupposto della cosainsé, e con ciò la differenza del noumenico dal fenomenico e di un mondo morale da quello della natura, non ...
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SPAZIO
Goffredo COPPOLA
Guido CALOGERO
Federigo ENRIQUES
. La questione della natura dello spazio è una tra le più dibattute attraverso tutto lo sviluppo della speculazione umana, cosicché la storia [...] , una forma dell'attività conoscitiva dello spirito, la quale ordina intuitivamente i bruti dati sensibili provenienti dalla "cosainsé", e rende quindi possibile che su di essi si eserciti la sintesi giudicatrice dell'intelletto.
Naturalmente, l ...
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Termine del linguaggio scientifico e filosofico. Aristotele chiama, di solito, ϕαινόμενον ciò che cade sotto i sensi, intendendo di opporlo, come il suo predecessore Platone, a ciò che è stabile, essenziale, [...] le forme e categorie, che tutto ciò che investono rendono relativo a noi, fenomeno, e solo attingibile dalla ragione, onde la cosainsé è detta noumeno (dal gr. νούμενον; ciò che è oggetto del νοῦς, della ragione). Per Kant il mondo fenomenico è il ...
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HEGEL, Georg Wilhelm Friedrich
Enrico de' Negri
Filosofo tedesco, nato il 27 agosto 1770 a Stoccarda, dove suo padre viveva in qualità di funzionario del duca del Württemberg. A Stoccarda frequentò [...] di dualismo e, quindi, di soggettività: le categorie non si dialettizzano con la cosainsé; se dell'intelletto si fa uso oltre il fenomeno, si incorre in antinomie che la ragione, regolativa, ossia priva di contenuto, ma non costitutiva, non ...
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cosa
còsa s. f. [lat. causa «causa», che ha sostituito il lat. class. res]. – 1. È il nome più indeterminato e più comprensivo della lingua italiana, col quale si indica, in modo generico, tutto quanto esiste, nella realtà o nell’immaginazione,...
se
sé pron. rifl. [lat. sē] (radd. sint.). – 1. Forma forte della declinazione del pron. rifl. di 3a pers.; si usa soltanto quand’è riferito al soggetto (maschile o femminile, singolare o plurale) o nelle frasi enunciate con verbo all’infinito...