riprendere /ri'prɛndere/ [lat. repre(he)ndĕre, der. di pre(he)ndĕre "prendere", col pref. re-] (coniug. come prendere). - ■ v. tr. 1. a. [prendere di nuovo qualcosa: r. a nolo un'automobile] ≈ (fam.) ripigliare. [...] r. l'influenza] ≈ (fam.) ripigliare. 2. a. [tornare in possesso di una cosa che si era abbandonata o perduta: r. l'ombrello] ≈ (fam.) i sensi), (lett.) risensare, (lett.) risentirsi, ritornare insé. ↔ mancare, perdere i sensi (o conoscenza), svenire ...
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rompere /'rompere/ [lat. rŭmpĕre] (io rómpo, ecc.; pass. rem. ruppi, rompésti, ecc.; part. pass. rótto). - ■ v. tr. 1. a. [dividere qualche cosain due o più parti: r. un ramo] ≈ spaccare, spezzare. b. [...] e spartire accentuano la finalità dell’assegnazione delle varie parti a qualcuno: segmentare l’asse in tre parti; il terreno fu spartito in cinque appezzamenti. Se si divide in due parti uguali, è appropriato dimezzare o, più com., smezzare o fare a ...
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rubare v. tr. [dal germ. ✻raubôn]. - 1. [appropriarsi in modo illecito di beni altrui, anche con la prep. a del secondo arg. o assol.: il ladro ha rubato tutti i gioielli; mi hanno rubato il portafoglio; [...] spesa [dichiarare di aver speso più del prezzo reale per intascare la differenza] ≈ (fam.) fare la cresta. 2. (fig.) a. [prendere per sécosa o persona che appartiene ad altri, anche con la prep. a del secondo arg.: r. un'idea; r. la fidanzata a un ...
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intrinseco /in'trinseko/ [dal lat. intrinsĕcus, avv., "all'interno"] (pl. m. -ci, ant. o volg. -chi). - ■ agg. 1. [che appartiene alla cosainsé, che procede dalla sua intima natura: pregi, difetti i.] [...] ≈ connaturato, connesso, insito. ↔ estraneo, estrinseco. 2. (non com.) [di persona con cui si ha grande dimestichezza: amico i.] ≈ fraterno, intimo, stretto. ■ s. m., non com. 1. (solo al sing.) [parte ...
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tornare [lat. tornare "lavorare al tornio, far girare sul tornio"] (io tórno, ecc.). - ■ v. intr. (aus. essere) 1. a. [avviarsi, essere diretti al luogo da cui si era partiti o da cui ci si era allontanati, [...] non com., a bomba) → □; fig., tornare indietro → □; tornare insé → □; tornare in vita (o a vivere o al mondo). b. [essere proveniente da decisione, anche in vista di modificarla] ≈ rifletterci, (fam.) ripensarci. b. [di cosa, presentarsi, ...
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letto /'lɛt:o/ s. m. [lat. lectus]. - 1. (arred.) [mobile destinato al riposo e al sonno] ≈ (lett.) alcova, [spec. se misero] giaciglio, [coniugale] (lett.) talamo. ⇓ amaca, (scherz.) cuccia, culla. ● [...] da letto ≈ [→ CAMERA (1. a)]; mettersi a letto 1. [porsi in un letto] ≈ coricarsi. ↔ alzarsi. 2. [mettersi a letto per ] ≈ allettarsi, ammalarsi. ↔ alzarsi, guarire. 2. (estens.) [qualsiasi cosa su cui ci si corica: la terra nuda era il suo letto] ≈ ...
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vendere /'vendere/ [lat. vēndĕre, comp. di venum dare "dare in vendita"]. - ■ v. tr. 1. a. [trasferire ad altri, dietro corrispettivo di un prezzo, la proprietà di una cosa, di un bene o di un diritto, [...] riferito a cosa (anche astratta) di cui si dispone, in quantità tale da poterla vendere: hai ragione da v.] ≈ a iosa, in abbondanza. b . (estens.) [avere intenzione di privarsi di un bene, offrire a eventuali compratori e sim.: se ti ...
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meglio /'mɛʎo/ [lat. mĕlius, neutro di melior -oris "migliore"; trattato anche in ital. come comparativo di bene]. - ■ avv. 1. [come compar. dell'avv. bene, in modo migliore: riuscire m. nelle materie [...] peggio, peggiore. 3. [con valore neutro, in taluni pred. nom. come esser m., creder m. e sim., cosa migliore, più opportuna e sim.: è m. contenta gode; meglio soli che male accompagnati ≈ ‖ chi fa da sé fa per tre. ↔ ‖ l'unione fa la forza. ▲ Locuz ...
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grano s. m. [lat. granum "frumento; chicco"] (pl. -i; ant. le grana e anche le grànora). - 1. (bot.) [nome di alcune specie di graminacee, e del relativo frutto, molto coltivate per le cariossidi da cui [...] gran(o) turco ≈ [→ TURCO agg. (1)]. 2. [spec. al plur., graminacee alimentari in genere: commercio dei g.] ≈ [→ GRANAGLIA]. 3. (estens.) a. [qualunque cosa assai piccola, spec. se tondeggiante: un g. di sale; i g. della corona del rosario] ≈ briciolo ...
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odio /'ɔdjo/ s. m. [dal lat. odium]. - 1. [sentimento fortemente negativo nutrito verso qualcuno, per cui se ne desidera il male e persino la morte: nutrire, covare o. contro qualcuno; portare o. a qualcuno] [...] inoltre, odio ha come ogg. una persona (piuttosto che una cosa) o alcune sue caratteristiche fisiche, morali o comportamentali. Avversione è e vizioso insé stesso, già ben lo sapevano tutti coloro che stupidi affatto non sono (V. Alfieri). In più ...
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NOUMENO
Guido Calogero
. Termine filosofico, originario della filosofia platonica ma messo in uso specialmente da quella kantiana. Per Platone, νοεῖν ("intelligibili") o "intellette": participio presente passivo del verbo νοεῖν "intelligere")...
Potere di fatto sulla cosa che si esprime attraverso il compimento di atti corrispondenti all’esercizio di un diritto reale (art. 1140 c.c.), per cui un soggetto, indipendentemente dal fatto che sia o no titolare del diritto di proprietà o di...