Fisiologo, psicologo e filosofo (Neckarhau, Mannheim, 1832 - Lipsia 1920). Importante figura di docente e di pensatore, W. ebbe una notevolissima influenza sugli sviluppi della moderna psicologia scientifica. [...] metodologico, l'introspezione va esercitata su contenuti psichici semplici e precisamente quelli che insorgono nella coscienza del soggetto in situazioni appropriate (quelle del laboratorio) con la somministrazione di stimoli opportunamente scelti ...
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GADAMER, Hans Georg
Valerio Verra
Filosofo tedesco, nato a Marburgo l'11 febbraio 1900. Dopo essersi laureato in filosofia con Natorp nel 1922, ha studiato filologia classica e successivamente ha conseguito [...] spirito, come voleva certo storicismo, ma coinvolge ogni forma di pensiero, consentendo di superare l'astrattezza della coscienza storica come semplice ricostruzione del passato e al tempo stesso di evitare l'assolutezza della dialettica hegeliana ...
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VANNI ROVIGHI, Sofia
Tullio Gregory
(App. IV, III, p. 792)
Storica della filosofia italiana, morta a Bologna l'11 giugno 1990. In ambito medievistico, orientò le sue ricerche soprattutto sui secoli [...] e utilizzato soprattutto il concetto di intenzionalità e di intuizione eidetica, in rapporto alla ricerca sulle strutture della coscienza e sui fondamenti della logica e dell'ontologia. Vari studi dedicò a M. Heidegger, alle origini fenomenologiche ...
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Uomo politico e filosofo tedesco (Breslavia 1825 - Ginevra 1864). Partecipò ai moti del 1848 e si impegnò nell'organizzazione del movimento operaio. Elaborò l'Arbeiter-Programm (1862), che costituì la [...] il diritto non deve essere considerato una categoria logica, bensì storica: gli istituti giuridici mutano col variare della coscienza generale di un popolo. Di conseguenza, anche il diritto di proprietà, se non è più consono allo spirito generale ...
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Sociologo, filosofo e giornalista (Parigi 1905 - ivi 1983). Nella maggior parte dei suoi lavori, dedicati a problemi di analisi sociologica e di filosofia della storia, A. insiste sull'irriducibile pluralità [...] interpretare il passato secondo schemi dialettici posteriormente elaborati; compito della conoscenza storica è quello di prendere coscienza delle varie "unità" che concorrono a costituire l'esperienza storica vissuta, senza presupposti metafisici o ...
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. Assumendo la parola "epistemologia" nel senso di "riflessione critica generale intorno alla conoscenza scientifica", il presente tentativo di sintesi problematica delle acquisizioni epistemologiche post-ottocentesche [...] proprio in virtù di drastiche revisioni metodologiche, attestanti la maturazione al suo interno di una fertile coscienza critica. Fattore primario, nella fattispecie, deve senz'altro ritenersi l'orientamento "convenzionalistico", espresso con la ...
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Filosofo e storico, nato a Senosecchia (Trieste) il 15 agosto 1896, morto a Roma il 3 agosto 1959. Suddito austriaco, allo scoppio della prima guerra mondiale riparò in Italia e partecipò da volontario, [...] liberale-storicistico (La lotta contro la ragione, Firenze 1942), isolandone, come motivo essenziale la scoperta dell'individualità della coscienza, fonte di ogni valore (Kant). Di qui era portato a riesaminare il pensiero di Marx, di Hegel e ...
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La teoria di Haller: fibra, irritabilità e sensibilità
Il meccanicismo, com'è noto, si definì in modo compiuto e si pose di diritto come la nuova struttura di base per ogni scienza all'incirca nel corso [...] ve n'era fra anima or soul e animus or rational principle. Né era di fatto spiegata l'emergenza di una coscienza 'riflessa' e comunque soggetta al potere e alla direzione della mente. Che la sensibilità fosse conscia o inconscia pareva diventare un ...
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Bellezza
Pavel Machotka
Il termine indica la qualità di ciò che appare o è ritenuto bello; è un derivato dell'aggettivo bello, a sua volta dal latino bellus, "carino, grazioso", propriamente diminutivo [...] importanti di altre; tuttavia, a fondamento di alcune di esse sembra esserci l'antitesi inibizione-espressione. Si può affermare che la coscienza, o il Super-Io, è più forte nelle persone inibite, mentre è più debole in quelle espressive, ed è quasi ...
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Filosofo (Edimburgo 1711 - ivi 1776). Rimasto orfano di padre a tre anni, trascorse l'infanzia a Ninewells con la madre. Successivamente fu di nuovo a Edimburgo e studiò in quella università. Nel 1734 [...] un io non è altro che un principio inintelligibile, la finzione di un qualcosa che tenga insieme un flusso di atti di coscienza. Il sentire è anche alla base della vita morale. Pure su questo punto H. polemizzò contro quei filosofi che vogliono far ...
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coscienza
cosciènza (letter. ant. consciènza, consciènzia) s. f. [dal lat. conscientia, der. di conscire; v. cosciente]. – 1. a. Consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità...
coscienzioso
coscienzióso agg. [der. di coscienza]. – 1. Di persona, che ha coscienza, cioè senso di giustizia e di onestà, o che mette in ciò che fa il massimo impegno, con piena osservanza dei proprî doveri etici, sociali o professionali:...