Filologo e storico delle religioni (Breslavia 1861 - Gottinga 1931), prof. nelle univ. di Rostock (1889-92), Giessen (1892-93), Strasburgo (1893-1911), Friburgo in Brisgovia (1911-14) e (dal 1914) Gottinga. [...] Studiò soprattutto i testi religiosi dell'età ellenistica e perciò il problema delle origini del cristianesimo in relazione con la religiosità del mondo greco-romano e orientale (particolare importanza egli assegnava, in questo quadro, all'elemento ...
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Teologo riformato (Ginevra 1826 - ivi 1893), subì l'influsso di J. A. W. Neander a Berlino, fu poi pastore in Inghilterra e in Francia (1854-62) e prof. di dommatica nell'univ. di Ginevra. Precursore di [...] taluni indirizzi del pensiero religioso moderno, sottolineò il problema sociale del cristianesimo (Les conditions du développement social du Christianisme, 1851; La Chrétienté et la question sociale, 1869). ...
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Teologo protestante (Ulla, Weimar, 1780 - Basilea 1849). Prof. a Heidelberg (1809), Berlino (1810) e - dopo un periodo di ritiro a Weimar (1819) - a Basilea (1822). Avversario dei pietisti e dei razionalisti, [...] De W. diede particolare importanza all'influsso delle condizioni storiche e sociali nello sviluppo del cristianesimo. Sostenitore di un più stretto rapporto tra filosofia e teologia, portò le idee del Herder nel campo della critica biblica (Lehrbuch ...
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Figlio (Dessau 1579 - Köthen 1650) del principe Gioacchino Ernesto di Anhalt, alla cui morte (1603) ebbe Köthen. Sul modello dell'Accademia della Crusca, di cui era membro, fondò a Köthen (1621) la Fruchtbringende [...] Gesellschaft con lo scopo di purificare la lingua tedesca. Calvinista, era fautore tuttavia di un cristianesimo non confessionale e tollerante. ...
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LAZZATI, Giuseppe
Nicola Raponi
Figlio di Carlo e Angela Mezzanotte, nacque a Milano il 22 giugno 1909, quarto di otto fratelli.
Dal 1915 iniziò le elementari a Milano, alla scuola Vittoria Colonna, [...] II secolo, in Vita e pensiero, 1972, pp. 757-761), nel quale egli chiarisce come per l'anonimo autore il rapporto tra cristianesimo e mondo non debba risolversi nell'isolamento del cristiano "in un angelismo infecondo in nome d'una malintesa legge di ...
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Traduttore (metà sec. 12º), a Toledo, delle opere filosofiche di Avicenna dall'arabo in latino, in collaborazione con Domingo Gundisalvi. Dall'arabo tradusse in latino anche il Fons vitae di Ibn Gĕbīrōl [...] e opere di astronomia e di astrologia. Ebreo, non è certo che si sia convertito al cristianesimo; non va confuso con G. di Siviglia. ...
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Teologo, giurista, storico e letterato arabo di Spagna (Cordova 994 - Manta Līsham 1064). Temperamento passionale e vigoroso polemista, partecipò all'agiata vita politica del tempo, per poi consacrarsi [...] agli studî. Il suo grande trattato storico-religioso (al-Fiṣal "La discriminazione") sottopone a critica non solo ebraismo e cristianesimo, ma anche le sette eterodosse musulmane (I. H. stesso si staccò nel campo giuridico e teologico dall'ortodossia ...
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Umanista (Bergamo 1501 - Roma 1558). Fu a Roma, protetto da Leone X, che ammirava i suoi versi latini. Morto questo papa, tornò a Bergamo, dove nel 1524 entrò tra i canonici regolari lateranensi, volgendosi [...] a studî di teologia. Lasciò un poema, De horto Sophiae (1540), sui dogmi del cristianesimo, un dizionario di epiteti latini (1542), quattro libri di Poemata (1550), e un volume di Notationes in omnes divinos libros (1553). Arrestato per disubbidienza ...
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Vescovo di Sardi (m. verso il 190 d. C.); dalle testimonianze sembra fosse di tendenze encratite, sostenute da viva attesa escatologica. Scrisse una notevole omelia sulla Pasqua (nota da papiri greci e [...] copti e da versioni in latino e georgiano), e si hanno notizie di un'Apologia del cristianesimo dedicata a Marco Aurelio, oggi perduta; anche delle altre sue opere (sulla data della Pasqua, sul battesimo, sull'incarnazione di Cristo) non restano che ...
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Teologo e filosofo irlandese (Redcastle, Londonderry, 1670 - Putney 1722). Spirito inquieto, oggi maggiormente stimato che un tempo, dal punto di vista scientifico, per certe sue intuizioni critiche e [...] storiche. Tra le sue opere la più famosa è Christianity not mysterious (1696), in cui sostenne che nel cristianesimo non vi potevano essere dogmi inintelligibili, perché una divinità ragionevole non può dare una rivelazione contraria alla ragione. In ...
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cristianesimo
cristianéṡimo s. m. [dal lat. tardo Christianismus, gr. Χριστιανισμός]. – 1. La religione fondata da Gesù Cristo, nel quale i credenti riconoscono, nello stesso tempo, l’iniziatore e profeta meramente umano e il Verbo di Dio...
cristiano
agg. e s. m. [dal lat. Christianus, gr. Χριστιανός]. – 1. agg. a. Di Cristo, come fondatore del cristianesimo: religione, fede c.; èra c. (o èra volgare), l’età che ha inizio con la nascita di Cristo. b. Detto di persona, che ha...