Isotta
Luigi Vanossi
La protagonista femminile del romanzo di Tristano (v.) è citata una volta in Fiore CXLIV 7 La Vecchia che l'avea presa en sua guarda, / le giura e dice: " Per lo Dio sovrano, / [...] citata come paradigma di bellezza femminile, che sarebbe superato da Bellaccoglienza.
Il paragone non figura nel brano corrispondente del " Più bella mi parete / ca Isolda la bronda "; DantedaMaiano Rosa e giglio 13-14 " nulla bellezza in voi è ...
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signoraggio
Alessandro Niccoli
È vocabolo attestato solo in Rime dubbie XXIV 7 In due voler travagliami il coraggio / ... l'un vol ch'io ami donna di paraggio / ... l'altro, ha di me... par signoraggio, [...] connessi con l'autenticità della lirica (per i quali v. Barbi-Pernicone), occorre osservare come il vocabolo s'inserisca in un frasario guittoniano-gallicizzante (coraggio, paraggio, avvenente, benevogliente) assai vicino ai modi di DantedaMaiano. ...
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La gran virtù d'Amore e 'l bel piacire
Vincenzo Pernicone
. Sonetto (Rime dubbie XVIII; schema abba abba; cdc dcd) la cui paternità dantesca - affermata dalla rubrica dell'unico codice della tradizione, [...] le cui attribuzioni sono però di dubbia attendibilità - è quasi unanimemente negata. Il Barbi propose l'attribuzione a DantedaMaiano, e alcune considerazioni di ordine stilistico e lessicale rendono l'ipotesi per lo meno probabile.
Il sonetto è una ...
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riccore
Alessandro Niccoli
E provenzalismo ricalcato sul provenzale ricor, " ricchezza ", " potenza ", attestato fra gli altri in Guittone d'Arezzo (Contini, Poeti II 215, 234; Segre-Marti, Prosa 89) [...] Amore.
La preziosità del vocabolo si spiega con il fatto che il sonetto, composto in risposta alla proposta di DantedaMaiano (Amor mi fa si fedelmente amare), è tutto intessuto di artifici ispirati alla filosofia scolastica e alla tecnica retorica ...
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Tenzone del duol d'Amore
Così si suol designare, a partire da F. Pellegrini, lo scambio di cinque sonetti tra D. e DantedaMaiano, e cioè la parte più cospicua della corrispondenza tra i due poeti, [...] , amico, vostro nomo, in cui l'Alighieri risponde che il massimo dolore amoroso è amare senza esser riamato.
Vedi sub v., e cfr. DantedaMaiano; Guittone d'Arezzo e i guittoniani.
Bibl. - F. Pellegrini, La tenzone del " Duol d'amore " tra D.A. e ...
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taglia
Guido Favati
Nel senso di " foggia ", " forma ", è probabile gallicismo attestato sia in Fiore CXC 13, dove la Vecchia consiglia alla giovane di fare al proprio amante doni di nessun pregio (ben [...] fassi, cioè della stessa " foggia e misura " (Sapegno) che quelle portate dai cluniacensi. Cfr. Tesoretto 1018-1019 " di sì fera ragione / e di sì strana taglia " e DantedaMaiano Rime XXVIII 10 " e sì ornati e di sì taglia nova " (ediz. Bettarini). ...
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bellore
Luigi Vanossi
. La voce appare in Detto 394 E chi di lui è preso, / sì vuoi ch' e' sia appreso / d'ogne bell'ordinanza / che 'l su' bellor dinanza (si rilevi l'ardua aequivocatio). Si tratta [...] nostra prima lirica), che vale " bellezza ", " qualità di bello ". E largamente attestato in testi poetici duecenteschi (DantedaMaiano, Guittone, Terino, Guinizzelli, Cino, ecc.) e anche in prosa (Novellino). Avrà nel Detto sapore allusivo, in un ...
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ricredere
Alessandro Niccoli
Provenzalismo, attestato anche in Iacopo da Lentini (Donna, eo languisco 4), Ruggerone da Palermo (Ben mi degio alegrare 32), DantedaMaiano (Mante fiate 6), ecc. Come [...] intransitivo pronominale il verbo compare in Rime LXIII 6 quando se' con lui un poco stato, / anche 'l risalutrai, non ti ricredi, che Barbi-Maggini spiegano " non mutar pensiero " e il Contini " non astenerti ...
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moco
Bruno Bernabei
. È propriamente un legume senza pregio (cfr. Castellani, Nuovi testi, glossario: sub v. mocato, " una specie di vecce "), usato per foraggio, e fino a tutto il Trecento significò [...] figuratamente " cosa di nessun valore ", " inezia ".
D. se ne avvale eccezionalmente, secondo l'uso traslato, in uno dei sonetti a DantedaMaiano (Rime XLII 6 di saver ver voi ho men d'un moco), per esprimere, con un'immagine realistica, come la ...
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fermezza
Bruna Cordati Martinelli
Due occorrenze, ambedue nel senso traslato di " costanza "; la prima è in Rime XL 14 La figura che già morta sorvene / è la fermezza ch'averà nel core (è la chiusa [...] del sonetto responsivo a DantedaMaiano, Savete giudicar vostra ragione): " La figura della morta che appare in ultimo significa la costanza che la donna avrà in quest'affetto (quasi ferma come la morte) " (Barbi).
L'altra occorrenza, in Fiore LIV ...
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mai
avv. [lat. magis «più»; v. ma’2 e ma1]. – 1. Nell’uso ant., con sign. vicino a quello etimologico, e di solito in unione o in corrispondenza con un non, equivale a «più»: Pensa che questo dì mai non raggiorna! (Dante); Sparve il palagio,...
memòria s. f. [dal lat. memoria, der. di memor -ŏris «memore»]. – 1. a. In generale, la capacità, comune a molti organismi, di conservare traccia più o meno completa e duratura degli stimoli esterni sperimentati e delle relative risposte. In...