La tecnica della stampa a caratteri mobili, nata a Magonza prima dell’agosto 1456 (la data non compare nella Bibbia di Gutenberg, ma si ricava da un’indicazione manoscritta su di un esemplare dei quarantasei [...] ’origine tedesca) è del 1470 (Venezia). Tra il 1470 e il 1471 uscì il Decameron di Boccaccio. La princeps della Commedia di Dante uscì a Foligno nel 1472. Tra gli incunaboli di materia non religiosa, secondo i calcoli di Quondam (1983: 589 segg.), le ...
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Nella retorica classica e nella linguistica testuale moderna il termine anadiplosi (lat. conduplicatio, adiectio, reduplicatio, e in greco anche epanidiplōsis «reduplicazione», epanastrophē «ritorno», [...] sonno; il sonno che sovente,
anzi che ’l fatto sia, sa le novelle
(Purg. XXVII, 92)
Non di rado, in Dante, l’anadiplosi sembra spezzata da interpolazioni combinate con le perifrasi e spesso anche con il polittoto, cioè con la variazione grammaticale ...
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MARTELLOTTI, Guido
Silvia Rizzo
Filologo, nato a Roma il 10 gennaio 1905, morto ivi il 26 dicembre 1979. Si laureò a Roma in letteratura greca con N. Festa, con una tesi su Mesomede pubblicata nel 1929. [...] De gestis Cesaris.
Da Petrarca l'interesse di M. si allargò a tutto l'umanesimo e più indietro a Dante, con contributi su Dante e i classici, sulla riscoperta dello stile bucolico, su Boccaccio, su Salutati, sul primo abbozzo dell'Asinus di Pontano ...
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LINGUE, REGNO DI SICILIA
MMarcello Barbato
Ricostruire un quadro dei dialetti del Regno in età fridericiana risulta altamente problematico, non solo per i limiti della documentazione, ma anche perché [...] tratto è già attestato in antico, tanto da apparire come stigma degli apuli che turpiter barbarizant nel verso citato da Dante "Bolzera che chiangesse lo quatraro". Tra i siculi un "Robertus de chazza" (〈 PLATEA) è registrato in un documento del 1153 ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] 132)
(3) Da questa parte onde ’l fiore è maturo
di tutte le sue foglie, sono assisi
quei che credettero in Cristo venturo
(Dante, Par. XXXII, pp. 22-24)
(4) … e il suo primo cognome lasciando, a sé e a’ discendenti di lui, de’ quali copiosamente gli ...
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In questa voce si può tenere conto della recente edizione integrale, critica e commentata, in tre volumi, dell’intero corpus poetico dei Siciliani e dei Siculo-toscani (Antonelli, Di Girolamo & Coluccia [...] fora «sarebbe» ma anche «sarei».
La lingua dei testi siciliani e siculo-toscani documentata nei canzonieri (quella che anche Dante leggeva) si presenta come un intarsio a forme coesistenti, in cui il siciliano (o la varietà meridionale) convive senza ...
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Il secondo termine di paragone (o di comparazione) è un costituente sintattico di varia natura, che esprime il secondo dei due termini che si confrontano in una relazione di comparazione (➔ comparativo, [...] lo quale non negoe la morte a·ssè, colui che era stato genitore di tanta maraviglia quanta si vedea ch’era questa nobilissima Beatrice … (Dante 1999: 107)
(27) So bene che ci vieni e vai a tua posta, ma più di celato, perché, se cosí non fosse, in ...
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Comparetti, Domenico
Filologo (Roma 1835 - Firenze 1927). Professore di Letteratura greca all’università di Pisa dal 1859, poi all’Istituto di studi superiori di Firenze dal 1872 e per breve tempo all’università [...] delle leggende medievali su Virgilio si fonde in una più generale storia della cultura occidentale dall’età di Augusto a Dante. Studiò i papiri di Ercolano, curò l’edizione critica di alcuni di essi (Index Stoicorum) aprendo nuovi campi di ricerca ...
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Filologo e paleografo, nato a Francoforte sul M. il 28 novembre 1884, morto a Weilmünster, nella regione del Taunus, il 27 agosto 1960; studioso dell'umanesimo italiano e tedesco. Scolaro di L. Traube [...] , Bruni, umanisti minori del sec. 15°) sono sparsi in riviste italiane e tedesche; soprattutto importanti le sue edizioni, tra cui vanno ricordate quelle del De Monarchia (Ginevra 1920) e del De vulgari eloquentia (Francoforte s. M. 1917) di Dante. ...
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Il termine persona (dal lat. persona(m), dall’etrusco phersu «maschera», a sua volta ricalcato sul gr. prósōpon «faccia, volto») è una creazione della cultura occidentale, in cui ha avuto uso assai ampio: [...] nominali (Simone 200819: 312).
Si consideri un famoso verso dantesco: «Tu se’ lo mio maestro e ’l mio autore». Dante si rivolge a Virgilio: il possessivo mio non indica qui un possesso (eventualmente indicherebbe la conoscenza approfondita dell’opera ...
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dante
s. m. [dallo spagn. dante, der. di anta (attraverso la locuz. piel d’anta), che è dall’arabo lamṭ «antilope» dove l- è stato inteso come articolo]. – Daino; solo nella locuz. pelle di dante, con cui è anche chiamata (oggi sempre più...