Poligrafo (Como 1742 - Napoli 1796). Attirato a Parma dalla fama di Condillac, che in quella città visse a lungo, vi coltivò gli studî, il disegno, la musica, la danza, e succedette (1769) a C. I. Frugoni, [...] di cui fu grande amico, nella carica di segretario dell'Accademia di belle arti. Da ultimo si volse alla fede e si fece cavaliere gerosolimitano. Scrisse tra l'altro due poemetti didascalici (Il sistema ...
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Forma popolare della poesia inglese (propriamente Christmas carol «ballata di Natale»), nata in Francia e connessa con la festività di Natale (➔ noël). Originariamente il termine indicava poesia accompagnata [...] con ritmi di danza ed è poi passato a designare ogni cantico scritto per Natale e anche (con Charles Dickens) i racconti di Natale. Notevoli sono soprattutto le carols del 15° secolo. La più antica raccolta a stampa fu pubblicata da Wynkin de Worde ...
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Scrittore italiano (Pozzallo, Ragusa, 1885 - Milano 1954). Esordì come poeta futurista (Le ranocchie turchine, 1908; ecc.); poi, con la commedia L'uccello del paradiso (1919), cui seguirono Quella che [...] t'assomiglia (1919), La danza del ventre (1921), ecc., fu tra gli autori più in vista del "teatro del grottesco". Svolse anche attività giornalistica, come corrispondente di varî giornali durante la prima guerra mondiale e successivamente come ...
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BONGIOVANNI, Pellegra
Luciano Marziano
Nacque a Palermo ai primi del sec. XVIII da Vincenzo, un mediocre pittore dalla vita errabonda, dal quale venne condotta ancora fanciulla a Roma, dove apprese [...] musica, danza e pittura, come affermerà più tardi ella stessa nell'opera che la rese famosa ai suoi tempi: Risposte a nome di Madonna Laura. Era frutto di un paziente culto delle belle lettere e della poesia petrarchesca, che le valse la stima della ...
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Scrittrice ungherese transilvana (Kackó 1889 - Kolozsvár 1949). Esordì nel 1912 con un volume di liriche (Versek "Versi") ma si affermò nella narrativa con numerosi romanzi a tesi, tra cui i più noti sono: [...] Haláltánc ("Danza macabra", 1924), Szent szégyem ("Sacra vergogna", 1925) e Földindulás ("Terremoto", 1931). ...
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Poeta attico (5º-4º sec. a. C.), figlio del famoso citaredo Meleto, autore di ditirambi di cui ci restano scarsi frammenti. Fu schernito dai comici perché tendeva a dare maggiore importanza alla musica [...] e alla danza che alla poesia nel ditirambo. Verso il 400 a. C. si adoperò a far togliere il coro dalla commedia. Fu trattato come empio da Lisia, difensore in due processi in cui egli era accusatore. ...
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Componimento poetico greco, scritto in morte di qualcuno, di origine popolare: al lamento degli uomini seguiva quello delle donne, il coro ripeteva il ritornello. Nella forma artistica fu corale e vi ebbe [...] parte considerevole l’elemento mitologico. Il metro preferito fu il dattilo epitrito; lo accompagnava una danza grave e solenne al suono del flauto; la musica era di tono lidio. Nell’età alessandrina e romana assunse forma elegiaca (➔ consolatio). ...
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Poeta e pittore (Berna 1484 - ivi 1530); si formò forse presso un pittore di vetrate, come dimostrano le due vetrate (1509 circa) a Kirchberg presso Burgdorf. Sono perduti i suoi affreschi, di cui restano [...] le riproduzioni di A. Kaw (1649) conservate nel Museo storico di Berna (la Danza macabra del convento dei domenicani a Berna, 1517-19; l'affresco della casa Anthoni Noll a Berna, 1518); i numerosissimi disegni, d'incisiva potenza, testimoniano lo ...
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Śiva Divinità tra le più venerate della mitologia indù, membro della triade divina (trīmūrti) con Brahmā e Viṣṇu. In virtù dei suoi molteplici aspetti, benevoli e terrifici a un tempo, Ś. assume forme [...] dinamica creazione-annientamento-rigenerazione, il cui ritmo è scandito dalla sua danza cosmica (tāṇḍava); sotto questo aspetto, con l’epiteto di Naṭarāja («re della danza»), è spesso rappresentato danzante sul corpo del demone primordiale. Nella ...
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(gr. Πάν)
Mitologia
Divinità della mitologia greca, dio delle montagne e della vita agreste. Il suo culto fu in origine nell’Arcadia. Nell’Inno omerico a lui dedicato è detto figlio di Ermete e della [...] ninfa Driope, compagno di Dioniso e delle ninfe montane, protettore degli armenti, amante della danza e della musica. Munito di corna e di piedi caprini, ama i boschi e le sorgenti; è patrono del riposo meridiano, durante il quale è capace d’ ...
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danza
s. f. [dal fr. danse, deverbale di danser «danzare»]. – 1. a. In generale, da un punto di vista antropologico, insieme strutturato di movimenti ritmici del corpo con funzione mimica, simbolica, narrativa, ecc., solitamente associati...
danzare
v. intr. [dal fr. danser, di etimo incerto] (aus. avere). – Eseguire una danza: d. in coppia; i pellirosse danzavano intorno al loro capo; con sign. generico, è meno pop. di ballare: abbiamo danzato tutta la sera. Anche in senso fig.:...