Intolleranza/tolleranza
Franco Cardini
Quella che noi definiamo correntemente «tolleranza» si riferisce, com’è noto, a parametri molto precisi e a modelli concettuali fortemente ancorati ad alcuni testi [...] nulla salus. Gli aveva dato voce l’apologo conosciuto come «fiaba delle tre anella», raccolto anche da Giovanni Boccaccio (Decameron I, 3) e che ci conduce dritti al paradosso illuministico dell’idea di tolleranza.
Il «paradosso» consiste nella ...
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Crusca, Accademia della
Michele Messina
Bisogna risalire agli anni tra il 1570 e il 1580 per ritrovare le prime fondazioni dell'Accademia nelle riunioni che la Brigata dei Crusconi (A.F. Grazzini, Giambatista [...] sia inteso ".
Alla composizione del Vocabolario la C. si dedicò per lunghi anni. Fu deciso di spogliare, oltre alla Commedia, il Decameron, il Canzoniere del Petrarca e i testi moderni fino al Della Casa, " secondo il giudicio de' Deputati ", che in ...
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Brevio, Giovanni
Pasquale Stoppelli
Nato a Venezia intorno al 1480 e morto dopo il 1545, della sua vita si conosce pochissimo. Sacerdote, assunse incarichi ecclesiastici prima a Ceneda (oggi nel comune [...] particolarissime. I passaggi del testo di B. che M. non ha consistono invece per lo più di tessere derivate dal Decameron. Di conseguenza, se B. si fosse appropriato del testo di M. dovremmo riconoscergli una conoscenza così profonda dello stile ...
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È detta tema sospeso (o soggetto assoluto o, alla latina, nominativus pendens) una costruzione in cui una frase sintatticamente completa è preceduta da un ➔ sintagma nominale isolato con funzione di tema [...] e a fare uscire il costrutto dai confini di registro sopra definiti, promuovendolo a livello della norma.
Boccaccio, Giovanni (1976), Decameron, a cura di V. Branca, Milano, Mondadori.
Cresti, Emanuela (a cura di) (2000), Corpus di italiano parlato ...
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VALBONA, Lizio
Leardo Mascanzoni
di. – Figlio di un certo Nicola da Valbona e di madre sconosciuta, apparteneva a una cospicua famiglia signorile dell’alta valle del Bidente attestata nel castello di [...] Giovanni Boccaccio evidenzia la sua larghezza d’animo, tessendone le lodi nella novella quarta della quinta giornata del Decameron narrata da Filostrato. Nel racconto, sorprendendo la giovane figlia Caterina in un disinibito colloquio d’amore con un ...
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CACCIANEMICI, Alberto
Augusto Vasina
Personaggio di non comune importanza politica nel mondo comunale bolognese ed emiliano del sec. XIII, ma noto per lo più, indirettamente, come padre di Venedico [...] , 15; Relatio translationis corporis s. Geminiani..., ibid., VI, 1, a cura di G. Bertoni, App. III, 2, p. 18; G. Boccaccio, Decameron, a cura di V. Branca, II, Firenze 1952, p. 551; L. V. Savioli, Annali bolognesi, Bassano 1795, III, 1, pp. 214, 223 ...
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NAPOLI
F. Aceto
(gr. Παϱθενόπη, ΝεάπολιϚ, lat. Neapolis)
Città della Campania, capoluogo di regione, posta lungo la costa tirrenica, al centro dell'omonimo golfo.
Topografia e urbanistica
In età medievale [...] pertusum de mare o loco detto pertusum, ricordato da Giovanni Boccaccio come Malpertugio nella novella di Andreuccio da Perugia (Decameron, II, 5).Nel sec. 10° si procedette anche a dotare i tratti maggiormente esposti della murazione costiera di un ...
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Etnico è un termine (si tratta di solito di un aggettivo, ma anche di un nome) indicante l’appartenenza a una nazione, un popolo, una regione, una città: ad es., romano in rapporto a Roma o milanese in [...] , da cui deriva il nome di persona Bergaminus (ben attestato nei documenti medievali: Bergamina si trova anche nel Decameron) o Francesco («francese»), Romano, Pisano e altri di cui si hanno testimonianze fin dal medioevo.
Un impiego frequente ...
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Il termine classicismo, che appare all’inizio dell’Ottocento, deriva dell’aggettivo sostantivato classico, a sua volta prosecuzione del lat. classicus, nell’accezione di «autore eccellente, da imitare». [...] riconducibili anch’esse a opzioni tradizionalistiche se non propriamente classicistiche. Negli Avvertimenti della lingua sopra ’l Decamerone (1584-1586) di Leonardo Salviati la linea bembesca confluisce come componente essenziale del programma di ...
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VETTORI, Piero
Giorgio Piras
Nacque a Firenze il 3 luglio 1499 da Iacopo di Luigi, di illustre famiglia appartenente al patriziato, e Elisabetta Giacomini Tebalducci (m. 1528). Talvolta è definito “il [...] coltivatione de gl’ulivi, Firenze 1569. Incerta invece la giovanile collaborazione all’edizione giuntina del 1527 del Decameron.
Collegata alla sua attività didattica e resa possibile dai manoscritti della Biblioteca Laurenziana è la vasta opera di ...
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tamagno
agg. [voce settentr., lat. tam magnus], ant. – Tanto grande, così grande; in senso assol., assai grande o, al contrario, molto piccolo. Con quest’ultimo sign. fu usato talvolta il dim. tamagnino, anche come soprannome di persona di...
ventisettana
agg. e s. f. [der. di ventisette, come anno del secolo in riferimento]. – In filologia e nella critica letteraria, l’edizione v. o la v., del Decameron, la famosa edizione del 1527 (Firenze, Giunti) dell’opera di Boccaccio; la...